Qualcuno ricorda quando giravano quei rumor legati a Turn 10 su un ciclo giorno notte da introdurre in un eventuale racing arcade? Io sì. All’epoca si pensava fosse un fantasmagorico Project Gotham Racing 5, per gli amici PGR 5; beh, questo non è proprio il seguito del titolo Bizarre Creations, ma poco ci manca. Forza Horizon è una delle poche novità tra i first party Microsoft di quest’anno. E che novità! “Ma come”, vi starete chiedendo, “i Turn 10 si sono dati al lato spensierato delle corse?”. Non proprio.
Horizon è l’opera prima dei neonati Playground Games, un super studios formato da gente proveniente da Codemasters, Bizarre, Criterion, Slighty Mad, Ubisoft Reflection e Black Rock (gente con i cosiddetti “attributi”, mica i primi arrivati), con l’aiutino e il patrocinio dei precisini di Redmond capitanati da Dan Greenwalt. Come sarà andato il “fatto”? Mah, immagino più o meno così: “Ciao Dan, noi abbiamo sta cosa da farti vedere, ci dai una mano con la fisica e il sistema di guida?”; “Ma certo, anzi sai che c’è di nuovo? Faccio una chiamata a Redmond, ci piazziamo il nome di Forza e siamo a cavallo”. Andiamo quindi a vedere cosa ne è uscito fuori.
L’incipit del racing è molto semplice e alquanto originale: c’è questo festival automobilistico annuale che per il 2012 fa tappa in Colorado, tutto luccicoso, pieno di musica rock/elettronica e ragazze. Insomma, c’è tutto quello che deve esserci quando si parla di auto, lo sfondo ideale per un titolo più spensierato e votato al divertimento. Impersoneremo uno di quei personaggi random tipici dei giochi di corsa, ovviamente muto e sorprendentemente non pelato, nell’intento di spodestare Darius Flynt, il campione in carica del festival.
Il tutto si traduce in una struttura un po’ diversa da quella a cui ci siamo abituati con Forza Motorsport. Avremo sì la mappa da dove potremo scegliere l’evento a cui prendere parte, ma con l’unica, grande differenza del dover raggiungere il luogo stabilito sfrecciando per le strade americane dell’Horizon Festival. Un GPS con tanto di voce femminile ci indicherà la via, con la possibilità di poter cambiare/annullare il percorso in qualsiasi momento con l’ausilio del pad o dei più avveniristici controlli vocali o touch, rispettivamente avvalendosi dell’ausilio di Kinect e Xbox SmartGlass. Una piccola differenza la fanno anche il sistema di punteggio in stile Kudos (PGR docet) e la tipologia di eventi disponibili – scanditi da level-up sotto forma di braccialetti colorati – che spaziano dalle classicissime gare a giri con otto corridori, alle corse a base di checkpoint da punto A a punto B, passando per le gare clandestine e arrivando alle esibizioni sponsorizzate contro aeroplani. Sì, avete letto bene.
Il fulcro del gioco risiede quindi nella struttura open world, piena di sfaccettature e attività secondarie, proprio come un qualsiasi gioco appartenente a questa sotto-categoria. L’HUB centrale della mappa ci permette di comprare auto nello showroom, potenziare e personalizzare i nostri bolidi, acquistare nuovi contenuti dal Marketplace di Xbox Live e gestire il proprio club automobilistico. Da lì, poi, si dipanano gli eventi di cui sopra e le varie attività secondarie: potremo decidere di sfidare un rivale in corsa piuttosto che raccogliere cartelloni collezionabili o ritrovare automobili da restaurare. Insomma, di condimento ce n’è abbastanza per ore e ore di gioco, senza contare le svariate modalità multiplayer classiche e quelle innovative delle playlist Playground – Infezione, Cattura il Re, Gatto e Topo.
In termini di gameplay, tralasciando le differenze/novità sopraelencate, siamo sostanzialmente sulla linea d’onda della serie originale, con un sistema di guida molto fedele alla realtà e ampiamente personalizzabile. Da appassionato del genere e veterano di Forza, ho deciso di affrontare il mio playthrough disattivando la maggior parte degli aiuti alla guida e impostando l’IA degli altri corridori su “Difficile”, ottenendo un’esperienza soddisfacente, un pizzico più simulativa e moderatamente impegnativa per chi, come me, conosce già tutti i crismi del racing game simulativo e non. Ma come vi dicevo prima, il bello della produzione Turn 10, da Forza Motorsport 4 in poi, risiede nell’ampia gamma di opzioni che riescono, senza troppi problemi, a rendere divertente e accessibile il videogame ai guidatori della domenica e ai padri di famiglia.
Piccola menzione per il comparto tecnico: è difficile ottenere qualcosa di sensazionale da una macchina vecchia sette anni, ma a quanto pare sia 343 Industries che Playground Games non vogliono proprio smettere di spremere questa vecchia gallina dalle uova d’oro. Attualmente, non riesco a ricordare un titolo automobilistico così dettagliato, pulito, con un illuminazione simile e con un frame rate a trenta fotogrammi al secondo che definire granitico è poco. Inutile, poi, soffermarci sul comparto audio: l’effettistica derivata da Forza Motorsport fa ancora il suo dovere e la colonna sonora all’ultimo grido sarà in grado di soddisfare gli (indie) rocker più esigenti e gli amanti di musica elettronica/house più casinari.
Concludendo, posso ritenermi soddisfatto di Forza Horizon: un racing game in grado espandere il brand Microsoft verso nuovi (h)orizonti e di far avvicinare gli amanti della simulazione a un tipo di gioco più arcade, ma non per questo più semplice e riduttivo nelle meccaniche/opportunità di gioco. Uno dei migliori titoli automobilistici a stampo arcade di questa generazione e di sempre, la cui unica nota negativa risiede nella monotona e un po’ scialba ambientazione del Colorado. Ma sarà per la next gen/volta, vero?
Sviluppato da Turn 10 e Playground Games, e pubblicato da Microsoft, Forza Horizon è disponibile dal 23 ottobre 2012 in esclusiva Xbox 360.
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PaoloSirio
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felixvercetti