FIFA 13

EA Sports va di labor limae su FIFA 13

di • 30 ottobre 2012 • RecensioneCommenti (0)1918

Siamo a fine generazione e un minimo di “afflosciamento” è lecito aspettarselo da tutte le serie annuali: abbiamo analizzato F1 2012 e PES 2013 e ci apprestiamo a fare lo stesso su FIFA 13, che dei tre presumibilmente è quello che sente meno il peso dell’età che avanza.

Ammettiamolo: migliorare FIFA 12 sarebbe impresa ardua per chiunque ed Electronic Arts, sempre più brava nella sua affidabilissima divisione Sports, è stata in grado di trovare una chiave di lettura molto, molto interessante: l’iterazione di quest’anno del celebre sportivo dal Canada, infatti, si basa sull’imprevedibilità – un concetto mutuato, come ripetuto a destra e a manca, dalla vittoria ancor oggi incredibile del Manchester City in Premier League, con una rete di Sergio Aguero all’ultimo minuto dell’ultima partita, quando i cugini dello United avevano già il titolo in tasca.

Ed è con questa bella storia di sport ben disegnata in mente che il team di EA Sports ha studiato la più grossa variabile nella storia del franchise: il First Touch Control. Nomignoli fighi a parte, questa funzione è davvero un passo in avanti rispetto a tutto quello che abbiamo visto finora? Sì, per il sottoscritto lo è senza ombra di dubbio. Ricordo che fino all’anno scorso ero così assuefatto al mio calcio, col Chelsea schierato in uno splendido 4-2-3-1, che in certi momenti non giocavo a memoria (come insegnano i grandi maestri della regia, vedi Andrea Pirlo) ma alla cieca. Fatto un passaggio perfetto, ero capace di avviarmi sul solito binario e infilare il portiere avversario senza neanche guardare, senza preoccuparmi di questo o quel dettaglio andato storto – perché tanto nulla sarebbe andato mai e poi mai storto. Anche questo è feeling, certo, ma talvolta c’è bisogno di… imprevedibilità, sì, di qualcosa che non vada per il verso giusto e ti rimetta quella carica, la voglia di avere tutto e sempre sotto controllo. Di non chiudere gli occhi e non perdersi neanche un secondo dell’azione. Una sensazione che il First Touch Control riesce a ripristinare, pur con qualche errore (leggasi bug) di gioventù com’era successo all’Impact Engine. Neppure il più grande campione è al riparo dal controllo sbagliato, dallo stop a seguire troppo irruento, dal tiro di prima che prende tutt’altra direzione rispetto a quella desiderata. Un po’ come tornare coi piedi per terra e rimettere in discussione le proprie capacità ma, se al mio pari siete amanti della sfida, non avreste voluto vedere altra feature applicata all’infuori di questa.

A conti fatti, è questa l’unica vera novità che riserva il gameplay sul campo di FIFA 13. La squadra di EA ha migliorato l’arrivo sul terreno di gioco delle formazioni , che ora si allineano per darsi realisticamente la mano e hanno in generale un atteggiamento più credibile, ma l’impressione è che da questo punto di vista (e da quello delle premiazioni…) PES sia ancora un passo avanti. Al solito, le licenze non mancano e nonostante la scomparsa di uno stadio prestigioso come il Camp Nou – francamente la delusione svanisce in un attimo – dubito che qualcuno potrà lamentarsi di particolari assenze. C’è da mangiarsi le mani per Champions ed Europa League, vero, ma al portafogli non si comanda…

Come pochi altri stadi, San Siro è praticamente ingiocabile di giorno a causa dell'invadente ombra della sua struttura metallica, che limita all'inverosimile la visibilità del terreno di gioco.

Passando nel “dietro le quinte”, e dando cioè un’occhiata alle modalità, il giudizio è allo stesso modo positivo. Ai continui aggiornamenti del Match Day nelle partite amichevoli, da degno erede stavolta gratuito delle ormai abbandonate Live Season, si aggiunge una Carriera impreziosita dagli incarichi affidati dalle Nazionali – per la prima volta nella serie potrete diventare C.T.!: sebbene dopo il walkthrough iniziale la tendenza sia di rifiutare le offerte delle varie federazioni, l’aggiunta è notevole. Da rivedere giusto la facilità e le tempistiche con cui, anche ai livelli di difficoltà più elevati, è possibile lanciarsi in avventure con selezioni prestigiose. Notevole allo stesso modo il revamp del meccanismo dei trasferimenti: fare acquisti offrendo delle contropartite garantisce una maggiore elasticità nelle trattative, mentre l’IA, ancora poco realistica sul mercato in entrata (non è raro vedere Lazio o Cagliari acquistare campionissimi, o la Juventus, con due dei migliori portieri in circolazione, puntare un estremo difensore), è diventata più flessibile e generalmente ascolta le richieste di tutti. Accettarle, poi, è un altro paio di maniche.

A questa spettacolare raffinatezza, cui a dire il vero si poteva arrivare un po’ prima, si adegua l’Ultimate Team, remunerativa modalità offline e online un tempo non troppo lontano disponibile solo a pagamento. Lasciatemi dire “lontano per fortuna”, perché in questo momento sarebbe semplicemente assurdo privarsi del plus eccezionale rappresentato dall’UT. Se non fosse per l’irreperibilità all’asta di taluni campioni e per l’eccessiva imprevedibilità dei pacchetti di carte, tale modalità sarebbe in grado di competere per longevità con la Carriera e, ma sì, con la Master League della concorrenza. Novità imprescindibili non ce ne sono, se non un lavoro di fino che ha portato alla migliore organizzazione delle attività in Stagioni, simili a quelle del multiplayer e basate sul livello di difficoltà non dell’intera annata ma delle singole partite, e una complessivamente migliore navigabilità dei menù. Ho sentito di appassionati che non l’hanno mai provata: sareste da cartellino rosso ma, per stavolta, passi…

L’ho citato poco fa ed è con lui che intendo chiudere quest’Opinione: il comparto multiplayer, a dispetto delle edizioni precedenti, non presenta particolari migliorie e nuove modalità ma qualche ritocco sulle Stagioni (penso al salvataggio della formazione usata nel match precedente o altre chicche per rendere il titolo più “intelligente”). D’altra parte, il portiere è stato messo in campo, la squadra è controllabile per interno… Lo spazio per altre manovre, insomma, è davvero poco e forse è meglio lasciare le cose come stanno per evitare di stravolgere una formula vincente. Va sottolineato un lag insito in quasi tutte le partite ma non proprio sorprendente: l’affollamento dei server EA nei mesi vicini al lancio è cosa nota per aver fracassato le scatole di milioni e milioni di giocatori.

FIFA 13 è dunque ancora una volta il primo della classe: un prodotto imprescindibile per gli amanti del calcio virtuale e non, che semplicemente non troveranno ad oggi di meglio sul mercato. In una release forse più blanda rispetto alle precedenti – vi ricordo di nuovo che siamo sul finire della generazione e che pertanto c’era da aspettarsi un minor numero di innovazioni – restano evidenti i limiti di un’Intelligenza Artificiale di tanto in tanto fastidiosamente statica e di portieri che soffrono di gravissime amnesie tecniche. A tutto questo, volenti o nolenti, dovrà porre rimedio la next-gen delle console casalinghe.


Sviluppato da EA Sports e pubblicato da Electronic Arts, FIFA 13 è disponibile da fine settembre per PC, PS3 e Xbox 360, con versioni in uscita o già disponibili per Nintendo 3DS, PS Vita, PSP, dispositivi iOS e Android.

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