Nonostante le recriminazioni, nonostante le delusioni, nonostante l’hype che man mano scema, scema come la Konami che affida la sua (ormai ex) serie di punta a un team di sconosciuti, Silent Hill: Downpour è un buon titolo e indica con una certa modestia la strada da seguire per i prossimi episodi. Indica la strada, attenzione, non la soluzione ad uno stallo che va avanti da parecchie iterazioni del survival horror, e che riguarda un aspetto impossibile da sottovalutare: il sistema di combattimento.
Vedete, il sistema di combattimento è solitamente la valvola di sfogo di tutta la tensione accumulata nel corso di un’avventura – e di tensione ce n’è anche, in Downpour, per fortuna. Non puoi sottostimarlo, non puoi dedicartici meno che ad altri fattori, perché altrimenti le basi che hai creato, per quanto solide e collaudate, non serviranno a nulla, non culmineranno certo in qualcosa di positivo. Ecco, Silent Hill vive questa precarietà da troppo tempo e non sembra in grado, anche per via dei continui cambi alla sua direzione, né di assestarsi su livelli di decenza, né di imboccare una rivoluzione vera e propria come successe a Resident Evil con il quarto capitolo. Lungi da me l’invocare un capovolgimento pure della serie Konami, di action mi bastono quelli – milioni – che invadono ad oggi il mercato: parlo di un’evoluzione al contrario, parlo della cancellazione completa dei combattimenti.
Follia? Non per me. Vatra Games, per quanto inesperta software house dalla Repubblica Ceca, ha mostrato le qualità necessarie portare avanti una simile idea e dovrebbe avere tutta la carta bianca da un publisher, e qui mi appello al suo passato glorioso, capace di creare un universo fantastico come quello di Silent Hill. Downpour ne è la prova: la realizzazione tecnica non è nulla di speciale, sebbene sia a tratti gradevole (pioggia) e ad altri disgustosa (alcuni nemici e glitch della fisica); la storia – con le sotto-quest che spuntano alla media distanza, le scelte che non scelgono, i personaggi ambigui, gli enigmi un po’ casuali – non è il massimo dell’originalità ma è approfondita quanto basta per far emergere il background del franchise, richiamato a forza con un paio di citazioni ben riuscite. È bello “passeggiare” tra la tavola calda, le grotte di Devil’s Pit, la stessa città di Silent Hill… è proprio bello. Bisognerebbe spingere su questo, non su degli scontri con mostri poco credibili e dall’intelligenza artificiale quasi offensiva di quella umana. Cancellateli, rimuoveteli, fate diventare questa serie ciò che merita di essere, un’avventura in terza persona, ed escogitate a quel punto uno spannung ludico. La pena è restare inchiodati ai 7 e prendersi commenti come “peccato”, “parte bene ma poi…”.
La pena è questa.
Sviluppato da Vatra Games e pubblicato da Konami, Silent Hill: Downpour è disponibile per PlayStation 3 e Xbox 360 dal 13 marzo.