Crysis 2 incontra Deus Ex: Human Revolution che incontra Mirror’s Edge. Sono convinto che, almeno nei confronti dei primi due titoli, i ragazzi di Starbreeze non abbiano avuto alcuna intenzione di imitare – sono stati semplicemente sfortunati ad essere preceduti da due grandi titoli. Allo stesso modo sono convinto che, da un punto di vista grafico, Syndicate paghi un tributo piuttosto elevato al first-person platform di DICE e, più in generale, allo stile della software house svedese: contrasto elevato, tanto blur, dominio dei colori bianchi e, last but not least, un’ambientazione da distopia iper-tecnologica in cui entra di diritto anche quell’Human Revolution che, diversamente dal nostro, pretende di essere un RPG piuttosto che un “semplice” FPS.
Tributi a parte, il titolo pubblicato da Electronic Arts presenta un paio di debolezze niente male, se ne state valutando l’acquisto: al di là delle intriganti premesse, la campagna single-player è estremamente breve e non ha alcun picco d’interesse, per cui, nonostante la scarsa longevità, potreste persino annoiarvi prima di portarla a termine – come ho fatto io. A questo problema sopperisce una buona modalità cooperativa, l’unica disponibile per gli amanti del gioco online, ma difficilmente vi catturerà in assenza di amici ben intenzionati. L’altra faccia della medaglia, ed è stavolta un risvolto positivo, è rappresentato da un gameplay che tenta di svincolarsi dalle logiche degli shooter classici. E lo fa anche piuttosto bene ponendo l’accento sull’hacking, su quelle tre abilità (suicidio, contraccolpo e persuasione) con le quali indebolire o eliminare del tutto i nemici sulla propria strada. Simpatica l’idea di farle apprendere tra una missione e l’altra in una sorta di addestramento VR à la Metal Gear, peccato che – proprio come l’albero delle skill o l’inventario delle armi – siano poco nutrite e non sviluppabili in orizzontale.
Dai padri delle trasposizioni ludiche di Riddick, poi, mi sarei aspettato una maggiore concentrazione sui combattimenti a distanza ravvicinata: le mosse generate dalla pressione della levetta destra sono tutte casuali e l’una vale l’altra, perché gli avversari si lasceranno prendere – talvolta c’è un vuoto imbarazzante di animazioni – e ammazzare senza batter ciglio. Apprezzo la volontà di cambiare (finalmente) rotta, ma perché rinnegare così fortemente un passato che avrebbe potuto arricchire il già povero presente?
Come potete vedere, Syndicate è di una pochezza che ancora fatico a spiegarmi. Sembra che qualcuno (non sto facendo insinuazioni, per carità) abbia fatto un bel taglio di forbici sulla sceneggiatura e sul gameplay, che, per quanto “diverso” possa essere, risulta in fin dei conti incompleto. Incompleto è l’aggettivo giusto: Starbreeze dovrà dunque ritentare al prossimo turno, ma sia consapevole della propria qualità che emerge, incompleta, anche in questo gioco.
Sviluppato da Starbreeze e pubblicato da Electronic Arts, Syndicate è disponibile per Xbox 360, PS3 e PC dal 24 febbraio.
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Adrian