Non è mai stato tutto rose e fiori. Nessuno lo aveva davvero capito, qualcuno forse lo aveva immaginato, ma oggi è chiaro a tutti. Lo sviluppo di Metal Gear Rising: Revengeance, un tempo conosciuto come Metal Gear Solid: Rising (motivo per cui non riuscirò mai a pronunciare il suo attuale nome in modo corretto) ha attraversato delle fasi difficili, turbolente. La rivelazione del new deal guidato dai PlatinumGames (Bayonetta, Vanquish), avvenuta nel corso della serata dei VideoGame Awards in presenza di un Hideo Kojima con la ridarella (ci ha fatto davvero tenerezza), ha dato seguito a una serie di reazioni a dir poco contrastate.
Un contrasto che abbiamo avvertito anche qui, su XboxWay: Paolo, da grande fan della serie, era davvero amareggiato e, direi, quasi scosso. Io, più lucido in quanto meno legato al franchise, piuttosto incuriosito e sicuramente meno sconvolto dal cambio di direzione intrapreso dal gioco. Parliamo di gioco e non di serie, per ovvi motivi. Perché Metal Gear Rising (ecco, ce l’ho fatta) è uno spin-off e non un sequel, ma questo lo sapevamo già da tempo. Non conoscevamo i retroscena, invece, sul suo sviluppo, quelle fasi travagliate di cui sopra che hanno addirittura rischiato di portare il maestro Hideo a prendere la fatidica decisione: quella di cancellare il progetto.
La disponibilità di PlatinumGames ha dunque salvato una produzione che era ormai ferma in una fase di stallo creativo, come rivela lo stesso Kojima nel video-documentario “The truth behind Rising“, pubblicato oggi. La verità dietro Rising, ovvero la storia di come l’assenza di Kojima nella figura di direttore abbia messo in difficoltà i ragazzi del team Kojima Productions. L’intenzione iniziale era quella di sviluppare Metal Gear Solid 5 (Hideo aveva addirittura stilato una lista di spunti per il gioco), ma l’idea non piacque al team, spaesato e spaventato al pensiero di sopportare un tale peso senza il pieno coinvolgimento di Kojima. Così si pensò a un nuovo progetto.
“Fu allora che qualcuno propose l’idea per quello che poi sarebbe diventato Rising“, dichiara il game designer giapponese. “Era un gioco basato sulla storia di Raiden, dato che MGS5 portava con sé troppo peso [per il giovane staff, ndr]. Sarebbe stata una storia parallela su cui il team avrebbe potuto lavorare più serenamente“.
“Dato che Rising era un progetto alternativo, il mio ruolo era semplicemente quello di produttore e avevo lasciato tutto il resto in mano al nuovo team”, continua Kojima. “Non ero molto coinvolto nella scrittura della storia e ho provato a non farmi coinvolgere troppo nel progetto in generale. Tra l’aprile e il maggio del 2010 avevo finito di lavorare a Peace Walker e, dopo l’E3, sono andato a vedere come andava il progetto“, aggiunge. “Quando l’ho fatto, ho scoperto che la storia, i protagonisti e i personaggi secondari andavano bene. Tuttavia, il game design non era ancora del tutto chiaro“.
Già, il game design. Perché l’idea di base era quella di un gioco “taglia tutto” che, evidentemente, cozzava con lo spirito originale di Metal Gear, dal cuore storicamente stealth. Non si riusciva a trovare il giusto equilibrio tra azione e spionaggio, tra spade taglienti e ragionate uccisioni. Ecco spiegata la difficoltà del team di Kojima e la decisione (più che intelligente, a mio modo di vedere) di far prendere una nuova strada al progetto, più action-oriented e meno legata alla serie originale. Nel passaggio di testimone ai PlatinumGames (scelta, peraltro, azzeccatissima) anche la trama del gioco, infatti, ha subito delle variazioni: da storia parallela ambientata tra MGS2 e MGS4, al racconto di vicende completamente inedite, con un setting spostato nel post-Guns of the Patriots.
Ed eccoci giunti al presente. Il trailer mostrato ai VGA 2011 ha diviso le opinioni degli appassionati come non mai. Contrasti (e critiche) che hanno spinto la stessa PlatinumGames a uscire allo scoperto, su Twitter. “Mr. Kojima ha gettato le sue fiches sul nostro tavolo, credendoci in grado di gestire il progetto. In altri termini, ha fatto una scommessa“, queste le parole di Atsushi Inaba, direttore esecutivo. E se l’alternativa era la cancellazione del progetto, credo che Kojima non potesse fare una scommessa migliore.
Stiano tranquilli, comunque, i fan della serie: un vero seguito arriverà. “Per coloro che desiderano un autentico MGS, vorrei solo che portaste un po’ di pazienza e aspettaste il sequel che arriverà in futuro.” Parola di Kojima.