The World of the Worlds invade Xbox Live

The War of the Worlds, un Live Arcade dell’altro mondo

di • 10 novembre 2011 • RecensioneCommenti (0)1253

Sono tanti i modi di innovare a cui Xbox Live Arcade, con tutta la schiera di numerosi e talentuosi sviluppatori indipendenti, ci ha abituato nel corso degli anni. C’è chi ha rivoluzionato l’immagine in movimento con un finto bianco e nero (penso a The Dishwasher), chi ha fatto un uso geniale dell’ombra – come in Limbo – e chi ha spinto al massimo sul pedale della colorazione. Mai avevo incontrato uno storytelling minimalista e, al contempo, profondo come quello di The War of the Worlds. Un titolo in grado di reggere il confronto coi migliori Arcade di sempre, eppure così complesso da rischiare di rompere l’incantesimo prodotto dalla calda voce del narratore Patrick Stewart.

Il vero nemico è sempre sul fondo dello scenario: è di lui che devi temere perché, di chiunque si tratti, potrà "modificare" le location a suo piacimento.

Il romanzo La guerra dei mondi risale al 1897, mentre la sua recitazione via radio, quella che, secondo il mito, spaventò la cittadinanza al punto da farle credere a un’invasione aliena, appartiene al 1938. Quel che si stava creando, negli anni a cavallo tra i due secoli, era la forte cultura dell’occulto, scusate il gioco di parole. La speranza, mista a un inspiegabile convincimento, che esistesse qualcos’altro all’infuori del pianeta Terra. Non voglio trascinarvi in discorsi sulla natura filosofica dell’Io e di quanto lo circondi, ma sappiate che, quando non sarà impegnato nell’eliminarvi senza pietà, il nostro The War of the Worlds potrebbe spingervi a pensarci. Che questo gioco, grazie a una trama deliziosa e alle modalità incantevoli con cui il developer l’ha calata nell’azione, ha le qualità per farvi ragionare.

Poche righe fa ho scritto “quando (il titolo) non sarà impegnato nell’eliminarvi senza pietà”. È forse questa la pecca principale di WoW: troppo difficile per farti godere al meglio di trama e narrazione. O meglio, al primo impatto il gioco sembra dirti “rilassati, sei qui per goderti una storia”; una bugia colossale, perché, se lo story-telling colpisce notevolmente, è anche vero che non sarà per niente facile arrivare al finale. Vi ritroverete a inveire contro il mondo, in alcuni frangenti, a causa della scarsa agilità del protagonista, dei suoi goffi movimenti e di un pacchetto di animazioni che, francamente, poteva venir meglio: sarà una scelta stilistica o dovuta alla volontà di alzare il livello di sfida, a mo’ di Dark Souls, ma l’impressione è che simili caratteristiche siano un tantino fuori luogo.

Ma The War of the Worlds non è come tutti gli altri, e te ne accorgi subito, già quando ti ritrovi imbambolato in un vicolo cieco a caccia di modi per passare allo stage successivo; cerca ogni possibile soluzione per metterti in difficoltà: ed è in quei casi che devi andare oltre il gioco, oltre i confini che gli altri ti impongono un po’ per comodità, un po’ per non scontentare l’utente medio. Come l’incontro con Jenny, una bambina dispersa tra le macerie di una irriconoscibile Londra in 2D: mi ha ricordato tanto Metal Gear Solid 2 quella parte, al confine tra “ma è un bug?” e “ora basta, spengo la console”, e penso sia il miglior complimento che si possa fare alla giovane Other Ocean, responsabile dello sviluppo.

In definitiva, questo è un Live Arcade da aggiungere alla celebre e piuttosto fitta lista dei must-buy. Vuoi perché rappresenta un’esperienza da gioco retail, vuoi perché alieni, stile da graphic novel e doppiaggio sublime non smetteranno mai di tirare, sento di consigliarvelo decisamente a occhi chiusi.


Sviluppato da Other Ocean e pubblicato da Paramount Digital Entertainment, The War of the Worlds è disponibile dal 26 ottobre al costo di 800 Microsoft Points.

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