Il confine tra valore artistico e commerciale diventa sempre più labile man mano che i media si intrecciano, avanzano a braccetto e tentano, forse erroneamente, di imitarsi l’un l’altro. Vi ricordate dell’ormai celeberrima e stra-citata “scena dell’aeroporto” di Modern Warfare 2? Avete dato un’occhiata (in basso) all’ultimo trailer di Modern Warfare 3, dove una bomba fa strage di civili in un’affollata Londra? Allora saprete di cosa sto parlando.
Mentre Infinity Ward e Sledgehammer Games si affannano a ricordarci che non sono a caccia di pubblicità gratuita, mi tornano alla mente quelle scene di Makarov e i suoi uomini che fanno strage di russi. E, paradossalmente, arrivo a pensare che smitragliare sulla folla non fosse il fondo, parlando da un punto di vista “etico”: la sequenza allo scalo di Mosca aveva infatti una valenza ludica, ti consentiva di giocare in un contesto discutibile ma lasciava libertà di scelta a chi volesse o meno ammazzare gente indifesa.
Stavolta, o, per meglio dire, quest’anno, il discorso è diverso: la cut-scene che potete vedere a fondo post, e che è stata inserita all’interno di Call of Duty: Modern Warfare 3, non permetterà alcuna interazione tra il titolo e il giocatore. Te ne stai lì, magari stravaccato sul divano, e ti guardi una bambina che muore, dilaniata dall’esplosione di una bomba (hanno avuto il buon senso di non mostrarne il cadavere, almeno). Non voglio entrare troppo nel merito, perché sono l’ultimo dei moralisti e capisco che filmati del genere producono “aspettativa”, ma non era forse il caso di risparmiarselo? Di lasciar stare una simile suppellettile e sostituirla con un’altra clip dal contenuto equivalente – perlomeno non gratuito? In un momento di particolare accanimento contro i videogiochi, la mia risposta è sì, si poteva, si doveva farlo: per evitare cattiva pubblicità al settore (ripeto, ad Activision farà comunque, giustamente, piacere che se ne discuta) e diventare ogni volta quelli che cercano di farsi notare non per i contenuti quanto per la forma.
Per quanto mi riguarda, ho pensato che alternare la bambina alla bomba fosse una parafrasi del rapporto tra pace e guerra. Ma poi mi è stato fatto notare che i toni sensazionalistici di cui sopra vengono ciclicamente riproposti, e che quindi una certa malizia possa nascondersi dietro tali episodi. Insomma, che lo facciano intenzionalmente.
Anche perché, quando leggi le dichiarazioni di Bret Robbins, il responsabile creativo di Sledgehammer Games, qualche domanda te la poni:
“C’è bisogno che sia qualcosa di autentico, che davvero faccia fare un passo in avanti alla trama”, è stato il suo commento a proposito del tema ‘controversie’. “Abbiamo qualche momento piuttosto scioccante nel gioco. Ma, come ho detto in precedenza, non è una questione di cercare di essere gratuiti in materia, scioccare per il gusto di farlo. Cerchi sempre di vedere se puoi alzare il limite del medium e dello storytelling”.
E sul caso dell’aeroporto russo in Modern Warfare 2:
“Volevamo mostrare l’effetto della guerra. Cosa succederebbe se una moderna città americana venisse attaccata? Come sarebbe, cosa vedremmo? Se stessimo passeggiando in strada, cosa succederebbe? I civili sono una parte del tutto, sfortunatamente persone innocenti fanno parte di tutto questo”.
Se vi siete fatti un’idea sulla discussione, e volete farne assolutamente parte, vi invito a lasciare un commento qui sotto. Nel frattempo, vi basti sapere che Call of Duty: Modern Warfare 3 sarà nei negozi italiani da domani, martedì 8 novembre.
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