NBA 2K12, Michael Jordan dalla copertina

NBA 2K12, tu chiamala, se vuoi, simulazione

di • 28 ottobre 2011 • RecensioneCommenti (2)3205

Più che una federazione, l’NBA è un fenomeno culturale senza precedenti: un mondo a parte, con le sue “regole”, i suoi costumi, le sue abitudini che, per un appassionato di basket europeo, sembrano quasi un insulto alla tradizione. Ma è ormai chiaro che il modello americano, esportabile o meno, stia ispirando tutti i movimenti sportivi per un’immagine spettacolare, con la creazione di miti e leggende che contribuiscono alla loro crescita, pur con una cannibalizzazione di chi campione non lo sarà mai. 2K è brava, da anni, nell’immergersi appieno in questo tipo di atmosfera, dove il basket conta, sì, ma fino a un certo punto.

Le animazioni sul campo sono brillanti ma, non appena la camera stacca e partono i classici "dietro le quinte", emergono delle enormi magagne.

L’immersione in un contesto che esalta il gesto, piuttosto che l’azione corale (penso con un sorriso all’Italia calcistica di Marcello Lippi), non è comunque fine a se stessa. NBA 2K12 è abbastanza permissivo sui tiri da tre, ad esempio, che sono un vero e proprio toccasana per chi, come me, non riesce a schiacciare à la Shaquille O’ Neal; lascia correre, passo ad un altro spicchio della mia esperienza, sulla preparazione degli schemi, a cui ogni buon giocatore italiano eviterà di sottoporsi – eccezion fatta per gli esperti e per gli appassionati di football -, ma anche sulla draft e sulle sostituzioni (al solito potremo lasciare che se ne occupi il secondo allenatore). Insomma, l’ennesimo titolo cestistico targato 2K è quel che noi vogliamo sia: chi cerca la simulazione l’avrà, perché i mezzi a disposizione sono tantissimi e permettono di controllare la benché minima variabile prima, durante o dopo la partita; chi cerca lo spasso, o semplicemente vuole respirare l’aria dello sport-business più famoso al mondo, troverà pane per i suoi denti nel guardare gli spot al termine di ogni quarto o nello scorgere, ancora una volta, i colori di una fedelissima palette cromatica.

L’iterazione 2012 della serie nordamericana punta molto su un aspetto che aveva precedentemente trascurato: il comparto online. 2K sembra aver imparato tanto, in questo senso, da Electronic Arts: l’account Il mio 2K è infatti identico a quello EA, per modalità e finalità, e sarà inevitabile sottoporsi alla sua sottoscrizione prima di iniziare a giocare. Una prassi piuttosto seccante a cui seguirà, tuttavia, lo sblocco di ben venticinque punti per le nostre gamercard: il contentino è servito, e sfido chiunque a lamentarsene dopo aver creato il suo personaggio.

Passando a cose ben più serie, la novità dell’anno è la modalità Associazione Online, una sorta di campionato privato da articolare su Xbox Live: partecipare a una sessione già esistente o crearne una nuova, dunque, corrisponderà a confrontarsi sistematicamente con le migliaia di utenti sparsi per il globo (trenta nella stessa lega). Una buona occasione per tenere sott’occhio i propri risultati. Farà impazzire di gioia i fan dell’NBA che fu, infine, la modalità Grandi Campioni NBA: quindici scenari in cui ripercorrere, con tanto di filtro grafico per rendere l’idea di filmato d’epoca, le gesta di protagonisti come Michael Jordan e “Magic” Johnson; un plus notevole rivolto particolarmente agli appassionati di vecchia data, che qui troveranno un autentico giardino dell’Eden, ma anche a quanti stentano nel seguire la corposa Carriera. Ci ho giocato per la curiosità che suscita un simile nome, e devo riconoscere che si tratta di un ottimo richiamo anche per i casualoni del basket.

Nonostante i menù, che tendono decisamente a confondere i Nowitski (non so se avete colto la battuta), NBA 2K12 rimane l’unica scelta per gli amanti dello della federazione statunitense e del basket in genere – visto che quello italiano, sotto questo aspetto, latita. Da comprare subito, se volete un feeling familiare con il vostro sport videoludico, e se proprio non riuscite a dimenticare quella strana palla arancione e i giganti che le corrono dietro.

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  • http://www.facebook.com/profile.php?id=100000017272209 Francesco Rinaldi

     insomma, si vede che non è scritta da un tifoso di questo sport

    • Anonimo

      E si vede che tu sei un appassionato! :D

      Argomenta pure, magari imparo qualcosa :)