Rage, dalla copertina

Rage, il divertimento è davvero a portata di joypad

di • 21 ottobre 2011 • RecensioneCommenti (3)2089

All’infuori di ogni possibile schema retorico, voglio subito invitarvi a riflettere sull’errore in cui potreste cadere non acquistando una copia di Rage. “Stolti!”, direi, se non ve lo foste già accaparrati dal day one. Per la varietà e il divertimento che è in grado di procurare, l’action open world di casa id Software non può, per nessuna ragione al mondo, mancare nella vostra collezione: ad oggi, e per quel che mi riguarda, si tratta del gioco dell’anno. E questa è l’introduzione più entusiasta che abbiate mai letto su XboxWay, ok, ma quando ci vuole…

Il design delle armi, dall'immancabile pistolina alla balestra, è molto accattivante; quello dei nemici, forse meno originale ma comunque degno di nota, ricorda tanto i ricombinanti di Bioshock.

… Ci vuole. La mia esperienza con Rage è iniziata nel peggiore dei modi: l’avvio del menù è preceduto dalla raccomandazione di installare il titolo, in modo da godere della migliore soluzione tecnica su Xbox 360. Da buon boxaro, me ne sono naturalmente fregato di quest’avviso e, serva da lezione anche per Battlefield 3 (sul cui caso, tuttavia, non penso di potermi ancora sbilanciare in questo modo), non ho avuto il benché minimo rimorso: fila tutto liscio senza gli orpelli dell’HD-D, ossia l’alta definizione tramite disco rigido – sì, è un neologismo che ho ideato sul momento -, per cui inutile dannarsi se la propria console è un’Arcade con neppure quei quattro miseri gigabyte liberi. A meno che non pensiate che una produzione di tale portata possa essere inficiata da qualche millisecondo di ritardo nel caricamento delle texture.

Erano mesi, forse anni che non mi approcciavo a un gioco di queste dimensioni. Dai tempi di Fallout: New Vegas. E, in quel caso, “l’esperimento” non riuscì nel migliore dei modi: l’avventura pensata dagli sviluppatori di Obsidian Entertainment mi colpì per la vastità delle ambientazioni, non per quello che contenevano, e soprattutto mi infastidì la cronica incapacità di Bethesda nel proporre una mappa decente. Problemi del genere, anche grazie a un ottimo inventario e all’elementare componente ingegneristica, non ne ho avuti in Rage: ho trovato sempre tutto quel che cercavo, dal personaggio richiesto per attivare una quest alla location nascosta sotto la rampa di un’autostrada. Ed è sorprendente, andando oltre i gusti personali, il modo in cui questi luoghi trabocchino di cose da fare: a Wellspring, la prima città di riferimento, non c’è una stradina in cui qualcuno non ti saluti o ti inviti a fare qualcosa. Qualunque cosa! Puoi giocare a una sorta di Fusion Frenzy con ologrammi, a un divertente mix tra poker e Duel Monster per cui raccogliere mazzi di carte disseminati per il globo o, più semplicemente, darti al tiro al bersaglio con una bella ragazza e un boomerang tra le mani. Persino da morti avrete da fare: un bel minigioco consente infatti di attivare un defibrillatore, a tutti gli effetti una vita supplementare, e tornare immediatamente nel vivo dell’azione: scommetto che Peter Molyneux, da sempre ossessionato sul concetto della morte videoludica, si stia mangiando le mani in questo momento. Avrete notato che c’è tanta di quella roba, insomma, da riempirne dieci di DVD… altro che tre dischi.

Dead Rising 2 aveva il suo Terror Is Reality, a Rage spetta il Mutant Bash TV, uno show a cui partecipare nel caso servissero contanti.

L’impressione generale, comunque, è quella di trovarsi in un’enorme fusione tra Borderlands, The Elder Scrolls e Bioshock: il primo per il setting post-apocalittico, con le ripercussioni del caso sull’impatto visivo; il secondo per l’enormità delle location; il terzo per il character design di alcuni nemici e l’atmosfere dei luoghi al chiuso. Ecco, Rage è tutto questo, con una grande concentrazione sulla campagna solitaria – forse è questo che lo differisce dall’FPS cooperativo di Gearbox – e uno stile ben delineato, che affonda le proprie radici un po’ nel vecchio west, un po’ nel country che rivive gli anni d’oro nel nuovo millennio. Il risultato è spettacolare, mosso da personaggi (penso al sindaco di Wellspring) caratterizzati al punto giusto e missioni raramente ripetitive: per quest’ultima voce, naturalmente, non posso fare a meno di citare l’aspetto motoristico del gioco, spinto ad una concezione che va ben oltre il mero trasporto da una location all’altra. Sintomo della varietà del prodotto, l’uso delle vetture –dune buggy e quad – si espande dalle corse più o meno legalizzate, in cui battere il miglior tempo, eliminare gli avversari o utilizzare i power-up à la Blur per vincere aggiornamenti estetici e meccanici personalizzabili, agli scontri a base di piombo e missili con i banditi che popolano le Wasteland. Il modello di guida non fa gridare al miracolo, siamo naturalmente più vicini a Motorstorm che a Forza Motorsport, ma anche in questo caso il divertimento è a portata di joypad.

In chiusura, una breve parentesi sul versante tecnico di Rage. Lo tiro in ballo soltanto perché il lavoro svolto da id Software se lo merita: le animazioni dei corpi sono assimilabili, per il loro grado di realismo e innovazione, a quelle facciali di L.A. Noire, e mi spiace che questo sia passato quasi in sordina. Una funzionalità non propriamente pubblicizzata, ecco, su cui il publisher Bethesda avrebbe potuto premere di più – specie considerando, col senno di poi, le non proprio soddisfacenti vendite nei nostri negozi. Il “resto” della produzione è decisamente all’altezza: senza dimenticare la bella CG d’introduzione, ho avuto nei primi dieci minuti una certa difficoltà ad approcciarmi ai 60 frame per secondo, che donano alle immagini una fluidità semplicemente pazzesca,  e agli strani movimenti dell’intelligenza artificiale, dedita,  e ci mancherebbe altro, a non farsi ammazzare con troppa facilità. Ai gradevolissimi effetti di luce sulle esplosioni, infine, non corrisponde un’adeguata interazione con l’ambiente, pressoché inesistente per tutta la durata della mia prova on the road.

Se dovessi trovare il lato oscuro di Rage, questo potrebbe essere rappresentato dall’accoppiata di trama e narrazione: pur essendomi spinto molto avanti con la campagna single-player, infatti, non ho ancora capito dove il gioco voglia andare a parare. Sintomo anche questo, evidentemente, dell’enormità della storia. Vi ho già detto che sareste degli stolti a perdervelo?

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  • Filippo Tozzi

    Beh se mi insulti così allora dovrò prenderlo prima o poi. XD effettivamente non sembra che venda moltissimo, secondo me nel giro di qualche mese scende di qualche deca e allora si, rimedierò alla mia stoltezza.

    Quello che mi attira è l’aspetto puramente estetico: lo stile grafico, il design delle città e ambientazioni.. Come mi successe con Fallout 3, ero completamente magnetizzato.

  • Simone Ferraro

    Sono molto attirato da questo titolo, e questo articolo (complimenti scritto molto bene) mi ha fatto venire ancora più voglia di prenderlo, purtroppo manca il cash :( 
    ragazzi state facendo veramente un bel lavoro da quando avete rinnovato il portale!!!! continuate così!

    • Anonimo

      Grazie per i complimenti, Simone. :)

      Il discorso su Rage è fin troppo semplice: risparmia qualcosina qua e là, mangia di meno il sabato sera e manda al diavolo qualche bolletta. Tutto, pur di giocare a Rage. È davvero divertimento a portata di joypad!