Il Performance Stereo Gaming Headset

Mad Catz: Patiti di GOW 3? Abbiamo provato il Throat Communicator e il Performance Stereo Gaming Headset

di • 16 ottobre 2011 • HardwareCommenti (2)1679

Tra di voi c’è qualche fan di Gears of War, in particolare dell’ultimo capitolo. Dico bene? Ecco. So come funziona: finita la campagna in single-player (e spesso anche prima) si inizia a giocare online, ma a volte giocare non basta. Si vuole dimostrare di essere fan del marchio oltre i limiti delle persone comuni, fino al midollo. Anzi, fino alle orecchie. E allora, se dimostrare il vostro affetto per il brand Gears of War è davvero il vostro obiettivo, dovreste dare un’occhiata agli accessori Mad Catz che abbiamo testato.

L’azienda di San Diego, California, specializzata da anni nella produzione di periferiche (ufficiali e non) per console, ha approfittato dell’uscita del terzo episodio della trilogia di Marcus Fenix per immettere nel mercato una gamma di prodotti marchiati Gears of War 3. Ho avuto la possibilità di provare due di questi accessori: il Throat Communicator e il Performance Stereo Gaming Headset (prodotto da Tritton, azienda del gruppo Mad Catz specializzata in periferiche audio).

Il Throat Communicator

Iniziamo dal primo. Il Throat Communicator (prezzo: € 29,99) è, sostanzialmente, un headset per il gioco online. La sua particolarità? Niente archetto sulla testa. Si aggancia intorno al collo (il microfono è posizionato all’estremità sinistra del “collare”), ma si collega al pad in modo classico, tramite un jack da 2.5 mm. L’auricolare, invece, sembra quello degli agenti di Matrix: un filo a molla (colore trasparente) che sale su fino all’orecchio e si inserisce nel padiglione come una normale cuffia in-ear. Cioè, più o meno. Perchè, a dire il vero, l’inserimento non è poprio comodissimo (non ho capito bene per quale motivo, ma la cuffia ha una forma a dir poco strana) e la tenuta all’interno dell’orecchio non è delle migliori. Insomma, si stacca facilmente.

Anche sul collare ci sarebbe da ridire: stretto, duro e poco flessibile, vi farà rimpiangere l’headset originale dopo pochi minuti di utilizzo. La comodità, l’avrete capito, non è il punto forte dell’accessorio. E la qualità audio? Anche su questo fronte, i difetti non mancano: lieve fruscio in sottofondo dall’auricolare, voce metallica per chi ci ascolta dall’altra parte dello schermo. Ma avrete il logo Gears of War 3 sul collo, e alla fine è questo ciò che conta. No?

Bene, allora passiamo a parlare dell’altro accessorio, il Performance Stereo Gaming Headset (prezzo: € 99,99… eh già). Il nome parla chiaro: è anche lui un headset, ma fa molto più di un normale headset. Di fatto, si tratta di un vero e proprio paio di cuffie stereo dotate di microfono (opzionale). È possibile usarle, quindi, anche per il gioco in solitaria, magari alla sera, quando i vicini dormono mentre voi non siete ancora stanchi di smembrare locuste (per la cronaca: sia questo headset sia il Throat Communicator sono utilizzabili con altri giochi; era davvero necessario precisarlo?). Detto ciò, il Performance Stereo Gaming Headset ha tanti pro, ma anche svariati contro.

Il Performance Stereo Gaming Headset

Tra quest’ultimi, ovviamente, il prezzo: ok, il marchio Gears of War; ok, è un’edizione limitata, ma una cuffia Tritton modello AX 180 (identica sotto tutti i punti di vista, tecnicamente parlando) costa 40 euro in meno. Fra gli altri contro, una certa difficoltà nell’installazione, specie se la vostra Xbox è collegata alla TV tramite cavo HDMI. Nella confezione sarà incluso un adattatore audio da utilizzare proprio in questi casi (da inserire nell’uscita component della console), ma non sono riuscito a farlo funzionare (se qualcuno è stato in grado, me lo faccia sapere); così, ho dovuto ripiegare su un collegamento diretto delle cuffie all’apposita uscita del televisore, ricorrendo a una prolunga che, fortunatamente, mi sono ritrovato a casa. Senza prolunga, siete fritti. La cuffia si collega, inoltre, alla console tramite cavo USB (per l’alimentazione elettrica) e, nel caso vogliate usarla anche online, al pad con il solito attacco jack.

Ma andiamo ai pro, che comunque non mancano. L’headset è solido, realizzato con materiali di indubbia qualità. Il che lo rende molto comodo da indossare (gli auricolari sono morbidissimi), anche per chi, come me, non ha mai sopportato il peso di una cuffia di questo tipo sulla testa. Il microfono, poi, è separabile dalle cuffie e completamente flessibile (è come un fil di ferro, prenderà la forma che vorrete).

Anche sul fronte audio non c’è di che lamentarsi: la qualità c’è e, sebbene non si tratti di un headset Dolby Sorround (ne ha fatto uno anche Tritton, con tanto di design GOW3-inspired, ma non ho avuto modo di provarlo), l’esperienza di gioco guadagna in coinvolgimento – forse i toni bassi sono troppo accentuati, ma qui entriamo nel campo dei gusti personali. Da segnalare, infine, i comandi per la regolazione del volume (posizionati sul cavo), grazie ai quali è possibile gestire sia il volume di gioco, sia quello della voce: separatamente. E non solo: la cuffia presenta (per la prima volta in casa Tritton) il sistema SVM (Selective Voice Monitoring), opzionale, con cui è possibile ascoltare la propria voce attraverso le cuffie.

Entrambi gli accessori sono già disponibili. Se ve li consiglio? Questo dipende molto da voi. Tolto il fascino del design ispirato al titolo Epic Games – lo stesso che peraltro fa lievitare i prezzi, specie nel caso delle cuffie stereo – sono due prodotti di cui, chiaramente, si può fare a meno. Ma se siete dei collezionisti (fanatici) fate pure. In ogni caso, se per quanto riguarda il Throat Communicator sarei incline a consigliarvi di evitarne l’acquisto, in merito al Performance Stereo Gaming Headset vi direi di dare un’occhiata alle già citate Tritton AX 180: a quel prezzo, si tratta di un paio di cuffie su cui vale la pena fare un pensierino.

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  • Filippo Tozzi

    Ultimamente ci sto pensando alle cuffie, ma preferirei quelle col 7.1, con 30 euro in più.
    Però non ho mai avuto esperienza in questo campo, non vorrei rischiare poi di non saper/poter gestire la situazione cavi ecc.

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