Nel neolitico, quando le console erano appena entrate nell’età del CD-ROM, si pensava che un gioco fosse tanto bello quanti erano i dischi contenuti all’interno della sua confezione. Aprivi la custodia e… uno, due, tre, quattro: pazzesco, questo gioco dev’essere paz-zes-co. Poi magari non lo era. Ma la sola idea di dover inserire quattro dischi diversi prima di arrivare alla fine ti gasava, quadruplicava il divertimento e il senso di sfida. “Sei già arrivato al secondo disco?“, chiedevamo, curiosi, all’amico di turno. Insomma, avere tanti dischi era sinonimo di robustezza, di peso. Di qualità, più che di quantità.
Con l’avanzare degli anni, la situazione è cambiata. L’avvento dell’età dei DVD, specie quelli da 9 gigabyte, ha fatto presto dimenticare quella (appena superata) dei CD-ROM: Xbox e PlayStation 2 correvano felici, tenendosi per mano, sul prato dei giochi mono-disco. Persino i Final Fantasy (correggetemi se sbaglio) giravano su un singolo DVD. E solo un gioco – l’unico che mi viene in mente -, azzardò, su Xbox, l’inclusione del “disco 2″: quel Rallisport Challenge 2 che all’epoca si presentava come il Forza Motorsport 4 di oggi.
Visto? C’è voluto poco per arrivare a oggi. Diciotto anni di storia videoludica liquidati in due miseri paragrafi. Oggi: l’età dei terabyte, dell’alta definizione. L’età dove, nella nuova guerra tra formati, ha avuto la meglio il Blu-Ray di PlayStation 3, e dove Microsoft si aggrappa con tutte le sue forze al fascino old-style (ma quando mai) dei classici DVD, dopo il fallimento dei fratelloni HD e del relativo lettore esterno per Xbox 360 (peraltro mai utilizzato per i videogiochi).
Arrivati a questo punto avrei una domanda: perché, oggi, ci lamentiamo di alzare il sedere dalla poltrona per inserire il secondo disco, che ne so, di L.A. Noire?
Beh, proprio perché dobbiamo alzare il sedere dalla poltrona, direte voi. Come darvi torto. Ma ragioniamo col cervello, per un attimo. Si fa un gran parlare del fatto che molti giochi Xbox 360, di recente ma non solo (basta ricordare Lost Odyssey), hanno la necessità di affidarsi a più DVD. E la cosa, specie all’ombra del mastodontico Blu-Ray, viene da molti percepita come un difetto – quando solo dieci anni fa, come abbiamo visto, era esattamente il contrario. Cosa è cambiato?
Di sicuro, l’introduzione del Blu-Ray da parte di Sony ha cambiato le carte in tavola. E la spinta sul marketing, per quella che dalla casa nipponica veniva (e viene), più che giustamente, reclamizzata come una delle caratteristiche più importanti della sua console, ha rincarato la dose, invertendo i poli di un mondo abituato da anni a confrontarsi con i titoli multi-disco, e che d’un tratto si ritrova decine e decine di gigabyte su cui sguazzare liberamente.
Fino ad ora, chi ha scelto di lanciare un gioco multi-disco su Xbox 360 lo ha fatto per far fronte a problemi di spazio legati, ad esempio, alla massiccia presenza di scene di intermezzo pre-renderizzate (vedi il caso di Final Fantasy XIII; il sequel risolverà affidando al motore grafico il compito di generare le cut-scenes) o per allegare al gioco una vasta mole di dati e contenuti di altra natura (come hanno fatto Forza Motorsport 3 e 4). In questi casi, la questione dei dischi multipli non ha mai creato problemi pratici al giocatore: finché parliamo di giochi lineari – o che, come il racing di Turn 10, liquidano il discorso con un semplice install del secondo DVD – l’unico problema resta, al massimo, quello di alzarsi dalla poltrona.
Addirittura un altro gioco di ruolo, Blue Dragon (lo ricordate?) aveva più dischi (tre, ad esser precisi) e, nonostante tutto, era possibile giocarlo senza troppo stress. Come al solito, il problema erano i filmati: il gioco in sè stava comodo in un solo disco e, anche da uno dei DVD successivi, era possibile tornare in una location del disco precedente senza effettuare di nuovo lo switch. Insomma, negli anni, gli sviluppatori si sono sforzati molto al fine di minimizzare i fastidi per i giocatori.
Negli ultimi tempi, invece, grazie a giochi come Rage e Battlefield 3 - precursori della generazione che verrà - si è iniziato a parlare di nuovi modi di percorrere questa strada. Un ulteriore DVD non (sol)tanto per problemi di spazio, quanto addirittura per migliorare le performance grafiche del prodotto. È proprio il caso di Battlefield 3, il cui secondo disco conterrà sia una parte del software (single-player, multiplayer e co-op saranno divisi in qualche modo tra i due dischi, non ci è ancora dato sapere come e in che misura), sia delle texture più dettagliate e a una risoluzione maggiore, da installare sull’hard-disk e da sparare in streaming all’interno del gioco (che intanto viene letto ed eseguito dal DVD).
Anche in questo caso, un plus. Un sistema che permetterà, forse, di allungare oltremodo la vita di un formato evidentemente (e inevitabilmente) destinato all’estinzione, ma che, grazie a diversi escamotage, sarà comunque riuscito a garantire esperienze di gioco avanzate limitando, allo stesso tempo, il disturbo: mal che vada, ci alzeremo ancora una volta dalla poltrona.
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