Essere o non essere, questo è il problema. Essere un semplice gioco di corse, magari perfetto, con tante belle auto e tracciati? O, invece, presentarsi come il vero paradiso per gli appassionati delle quattro ruote (ed effettivamente essere ciò che si dice di essere)? I ragazzi di Turn 10, manco glie l’avesse chiesto Marzullo, si sono risposti da soli. E potete immaginare come.
Tutto è subito molto chiaro: ho usato troppe volte il verbo essere e Forza Motorsport 4 va oltre il concetto di gioco di corse. Lo hanno fatto, gradualmente, anche i suoi predecessori, è vero. Ma oggi, credetemi, abbiamo raggiunto i massimi livelli di idolatria nei confronti di quello che per molti è solo uno sport, ma per altri (vedi: Dan Greenwalt & co.) è una ragione di vita. Altrimenti che senso avrebbe, spiegatemelo voi, aprire un racing game con un excursus quasi filosofico sulla razza umana. Ok, rientra nel ruolo e nelle corde di quel mattacchione di Jeremy Clarkson, ma è proprio questo il punto: è per questo che è stato scelto proprio lui, insieme al marchio Top Gear di cui si è fatto portabandiera, per accompagnare il giocatore durante la sua esperienza con Forza Motorsport 4. Per rendere tangibile la passione di Turn 10, per materializzarla. Per farci arrivare il loro verbo, il loro messaggio. E per qualche accordo pubblicitario.
Ok, ora andiamo al sodo. Lo so cosa volete sapere. Volete sapere se Forza Motorsport 4 è una figata. Ebbene, ve lo dico subito: lo è, che vi aspettavate. Ma andiamo per gradi. Non volete sapere se il supporto a Kinect vale il prezzo del biglietto? Io vorrei saperlo, ma non saprei rispondervi in modo preciso. Il punto è: la modalità Kinect – togliamocela subito dai piedi, col doveroso rispetto – mi è sembrata messa lì più per dovere che per necessità. Invece di premere un tasto – come si usa fare all’inizio di ogni gioco e come farete nel 99% dei casi anche in Forza Motorsport 4 – saluti con la mano la schermata iniziale ed entri in un mondo controller-free. Che ha tutta una serie di regole sue: è un mondo, per dire, dove le macchine accelerano e frenano da sole. È una modalità entry-level, sì, a cui potrebbe giocare anche mio zio e, chissà, magari mio nonno. Se questo era l’obiettivo, è stato centrato in pieno. Volante invisibile alla mano (funziona tutto molto bene anche da seduti), l’unica cosa di cui bisogna preoccuparsi – oltre alla possibile produzione di acido lattico nei muscoli delle spalle: è una faticaccia! – è l’ingresso in curva, riuscire a restare attaccati al cosiddetto punto di corda, per non finire sul guardrail. Tutto il resto, sebbene il livello di simulazione fisica resti quello (precisissimo) di un Forza Motorsport e non certo quello di Joy Ride, è automatico. Vale, da sola, il prezzo del biglietto? Decidetelo voi.
Per fortuna, il supporto a Kinect non si esaurisce qui. La periferica è sfruttata in altri due modi: nella modalità Autovista e durante il gioco con pad, grazie all’head-tracking. Autovista – che per la cronaca è giocabile anche con pad e levette analogiche – è un garage virtuale dove ogni auto è stata ricreata con un livello incredibilmente elevato di dettagli (non che altrove le auto siano brutte a vedersi, ma qui siamo nell’assoluto fotorealismo) e con Kinect basterà piazzarsi davanti alla TV, purché si resti nell’area di gioco indicata, per muoversi liberamente attorno al veicolo di turno (non tutti sono visionabili in questa modalità), violentandolo in ogni sua parte: resisterete alla tentazione di aprire lo sportello e salire subito a bordo di quella Ferrari? Io non ce l’ho fatta. L’ho anche accesa premendo il pulsante “Engine Start” sul volante e via, sono partito per un giro di prova. Goduria.
L’head-tracking. Argomento molto interessante: per la prima volta vediamo in azione un utilizzo ibrido di pad e Kinect. Soprassedendo sull’assurdità del fatto che la testa non viene rilevata nella vera modalità Kinect, quella senza controller (limiti tecnici o ridicola dimenticanza?), l’head-tracking aggiunge quel tocco tecnologico che non ti aspetti. L’ho attivato e mi sono ritrovato proiettato dentro la macchina: di fatto, il lavoro della levetta destra, con la quale usualmente si gestisce la visuale, è stato demandato ai miei movimenti e, girando il capo, controllavo di conseguenza l’angolazione dell’inquadratura (sia all’interno che all’esterno dell’abitacolo, a seconda della telecamera selezionata). Una caratteristica molto carina, peraltro dotata di una serie di regolazioni di sensibilità. Ho smesso di usarla dopo pochi minuti perché mi ero rotto le scatole (e la mia cervicale chiedeva pietà), ma è carina, fidatevi.
Bene. Adesso che con Kinect abbiamo davvero finito, direi che è il caso di dirvi perché Forza Motorsport 4 è una figata. Non si può certo dare liberamente della “figata” a destra e a manca, e allora mi crederete se vi dico che la modalità Carriera, adesso, ruota tutta intorno a noi? Già. Adesso si chiama World Tour e attraverso varie divisioni (si parte da quella amatore) gareggerete in diversi eventi sparsi per il mondo. La particolarità sta nel fatto che è possibile scegliere un’auto qualsiasi dal proprio garage, e le gare (una a scelta fra le tre proposte per ogni evento) si adattano di conseguenza. E non solo: alla fine di queste, se si ha avuto successo, si sceglie anche la ricompensa. Mica ti propinano il catorcio di turno e te lo devi tenere: scegli tu il premio sulla base delle proposte che il gioco ti fa a fine gara. Chiaramente, come nel predecessore, gli eventi sono affrontabili anche in modo sparso, scegliendone uno dalla listona: basta avere l’auto adatta per parteciparvi e il gioco è fatto.
Vogliamo parlare del multiplayer? Parliamone, perché è la Community il fiore all’occhiello della produzione. Non la grafica, che è favolosa, fotorealistica e tutto il resto; non gli effetti audio, che sono bellissimi (e con un impianto regolato a dovere ti portano il grido di una Mustang in salotto, per la gioia dei vicini); no. La community. E credeteci se ve lo dice uno che con il gioco online ha un rapporto complicato: Forza Motorsport 4 online è quanto di più bello possa desiderare un appassionato di racing games. C’è tutto: le gare classiche, le sfide a tempo, le lobby pubbliche personalizzabili e persino i clan. Solo che qui li chiamano club.
I Club, insieme alla modalità Rivali, sono la vera rivoluzione di Forza Motorsport 4. I primi sono dei gruppi che ognuno può fondare e il cui fondatore diventa automaticamente il leader. I membri di un club (si arriva fino a 100) condividono l’etichetta che precede la gamertag (la decide il leader al momento della creazione) e le proprie auto: così, ognuno può scegliere qualsiasi auto disponibile all’interno del garage dei propri compagni. Poi si iniziano a scalare le classifiche, sia quelle singole che quelle appositamente basate sui Club. Il risultato è un vero e proprio mondo a sé, una vera comunità virtuale ricca di possibilità e sfide da affrontare. Ho particolarmente apprezzato, poi, la già citata modalità Rivali, che scimmiotta un po’ l’autolog di Need for Speed ma restando – per quanto riguarda l’interfaccia – su toni molto più sobri. Si tratta di una serie di sfide prestabilite (alcune anche periodiche, organizzate dagli sviluppatori) dove vi troverete a gareggiare contro i ghosts (le auto fantasma) di avversari in carne ed ossa. Una modalità multiplayer asincrona, quindi, giocabile con libertà e senza vincoli, dove l’unico obiettivo sarà fare meglio di chi, in quell’evento che sceglierete di affrontare, sta un gradino sopra di voi nella classifica generale. La ricompensa (in crediti e automobili) è assicurata in caso di successo, ma la soddisfazione, si sa, non ha prezzo.
Kinect, World Tour, Community. Questi i tre punti cruciali del quarto racing di casa Turn 10. Una triade che costituisce uno dei videogiochi di corse più completi di sempre. Ci sarebbe molto (altro) da dire: potrei parlarvi dell’editor e delle personalizzazioni (ma se siete fan della serie conoscete bene come funzionano), potrei elencarvi tutta una serie di bolidi che vi ritroverete a guidare e di circuiti ricostruiti con precisione millimetrica (a proposito, le novità: Hockenheimring, Indianapolis Motor Speedway, Infineon Raceway; e poi quel gioiello di bellezza visiva che risponde al nome di Alpi Bernesi), potrei parlarvi del ritrovato senso di velocità che si prova guidando le vetture più potenti. E della grafica, che è riuscita a fare un salto avanti interessante dopo quello – più che significativo – che aveva già fatto Forza 3 (sul sistema di illuminazione c’è addirittura lo zampino di alcuni ex-Pixar).
La semplice verità, la mia verità, è che Forza Motorsport 4 è il più bel gioco di corse che abbia mai giocato: versatile (a partire dalla semplicità di Kinect fino ad arrivare ai settaggi super-simulativi del classico pad), bello da vedere, incredibile da guidare. E, passatemi l’espressione insensata, gioiosamente passionale.
Forza Motorsport 4 sarà disponibile a partire dal 14 ottobre in esclusiva Xbox 360. La prova è stata effettuata su una versione completa del gioco fornita in anteprima da Microsoft.
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