Abbiamo provato in anteprima la nuova applicazione Kinect che permette di dar vita al volto del nostro avatar. Ecco le nostre espressioni. Pardon, impressioni.
Quando ero ragazzino avevo la passione per il disegno. Inventavo e disegnavo personaggi. Poi, con il computer, e con l’aiuto di un software per le animazioni, davo loro un po’ di vita. Infine, registravo la mia voce e sincronizzavo il labiale del personaggio con le mie parole, fotogramma per fotogramma. Se avessi saputo che, 15 anni dopo, Microsoft avrebbe rilasciato Avatar Kinect, forse avrei risparmiato in fatica. Ok, il personaggio che oggi vedo sullo schermo non l’ho (del tutto) inventato io. E il labiale frame-by-frame era molto più fedele di quanto non lo sia adesso, ma quante applicazioni riesco già a immaginare con questa tecnologia! D’altra parte, anche se Microsoft non vuole ammetterlo, questo è un semplice prototipo: non è un caso che abbia trovato dimora nell’hub Kinect Fun Labs, lo stesso dove andranno a finire gli esperimenti di molti sviluppatori indipendenti.
Avatar Kinect è stato annunciato qualche mese fa a Las Vegas, in occasione del Consumer Electronic Show, dal “capo dei capi” Steve Ballmer. Disponibile da oggi, è un’applicazione gratuita (per scaricarla basta visitare l’apposita sezione del Marketplace Xbox Live o avviare Kinect Fun Labs) che sfrutta il sensore nato a Redmond per dare agli utenti la possibilità di prendere il pieno controllo del proprio Avatar Xbox. Questo include anche, e soprattutto, le espressioni del viso. Le sopracciglia adesso fanno su e giù, la bocca si lancia in sorrisoni degni del miglior Joker e la testa si muove a destra e a sinistra. Tutto ciò che dovete fare è mettervi davanti al sensore ed essere voi stessi. Più o meno.
I limiti sono subito evidenti. Se il volto non è abbastanza illuminato, Kinect ha qualche difficoltà nel captare le espressioni, e se portate gli occhiali vi converrà toglierli se non vorrete avere un’aria perennemente… arrabbiata. E poi, sguardo fisso in avanti: altrimenti, Kinect non potrà vedere bene il vostro viso e di conseguenza non riuscirà a rilevarne i movimenti. In condizioni ottimali, però, tutto funziona molto bene, anche se – nel caso in cui teniate in modo particolare alla fedeltà delle animazioni labiali dell’Avatar – sarete costretti a marcare più del solito i movimenti della bocca. L’effetto, comunque, è piacevole, un po’ come controllare una marionetta.
Ma a cosa serve Avatar Kinect? Non solo a fare gli scemi davanti al televisore (stile ginnastica facciale di fronte allo specchio, prima di un appuntamento galante). Le chat di gruppo, ad esempio, vanno ad aumentare l’esperienza già offerta da anni dai Party Xbox Live (i gruppi di chat vocale). Con Avatar Kinect, infatti, è possibile scegliere un’ambientazione (uno studio televisivo o una spiaggia, per dirne un paio), invitare fino a 7 amici e lanciarsi in una discussione in cui tutti parteciperanno tramite il proprio alter-ego digitale, con tanto di espressioni facciali e movimenti delle braccia – sì, perché le gambe, qui, non sono contemplate (quindi si può stare comodamente seduti in poltrona). È possibile registrare le conversazioni e caricarle su KinectShare.com, per poi condividerle tramite Facebook. Ma se non riuscirete a trovare dei compagni per fare due chiacchiere, potrete sempre lanciarvi in un monologo. Il procedimento è lo stesso: scegli l’ambientazione e il gioco è fatto.
Alcuni piccoli trucchi permettono poi di rendere il tutto più divertente. Si può scegliere di entrare o uscire dalla scena in qualsiasi momento e, se avvierete la registrazione “dietro le quinte”, potrete immortalare anche il vostro ingresso. Oppure, se qualcuno dei partecipanti alla discussione deciderà di uscire temporaneamente, potrà intervenire attraverso alcuni effetti speciali attivabili a comando e diversi a seconda dell’ambientazione (occhio al lancio dei pomodori).
Probabilmente, molti sceglieranno di utilizzare Avatar Kinect come una sorta di studio di registrazione virtuale, magari per produrre dei talk show, così YouTube si riempirà presto di piccoli omini Xbox parlanti. O, almeno, questa è la speranza che covano in Microsoft. Ma, con tutta probabilità, sarà solo una delle tante applicazioni all’interno del promettente calderone di Kinect Fun Labs, e la sua tecnologia servirà da base per applicazioni future.