Recensione – Virtua Tennis 4 (Xbox 360)

di • 24 maggio 2011 • RecensioneCommenti (0)1571

C’è stato un tempo in cui per divertirsi, con i videogiochi, bastava poco. Giusto un paio di stanghette bianche e una pallina, anche lei bianca ma rigorosamente spigolosa. Scusate, forse la macchina del tempo è andata fin troppo indietro. Dicevo, c’è stato un tempo in cui per divertirsi, con i videogiochi di tennis, bastava Virtua Tennis. E ci si divertiva parecchio, anche. Poi è arrivato Top Spin.

Pura e semplice constatazione dei fatti. La serie Virtua Tennis è finita. Già da qualche anno a dire il vero, specie da quel Virtua Tennis 2009 che aveva tutta l’aria di essere una specie di canto del cigno. E invece no. Due anni dopo, eccone un altro, di canto. Meno stonato, forse, ma comunque fuori luogo, quasi inopportuno. In un’era in cui è la simulazione a farla da padrona, Sega si ostina a proporre una serie dall’anima arcade, ma dal sapore insipido come quello di un vino invecchiato male. Perché sia chiaro, il problema, qui, non è l’approccio arcade, ma l’ingenuità con cui è (ri)proposto.

[img alt='Migliorati i volti, ma le animazioni sono macchinose, come sempre.']/immagini/Articoli/category1505/picture114426.aspx[/img]

Sarebbe stato inutile tentare la strada della simulazione, con un avversario tosto come Top Spin 4. Oltretutto, non avrebbe avuto alcun senso continuare a chiamarlo Virtua Tennis, in quel caso. Ma era lecito, questa volta, aspettarsi qualcosa in più sul piano del gameplay, una maggiore profondità, pur restando nell’ambito dell’immediatezza, sacrosanta, e del divertimento spensierato. Nemmeno l’introduzione di novità come Kinect e PlayStation Move è riuscita a dare a Sega quella spinta innovatrice di cui la serie avrebbe tanto bisogno: la modalità "Motion Play" è relegata a triste contentino, lo si intuisce già dalla posizione affidatale nel menù principale, dilaniato dalla ripetitività delle solite, ma immancabili, voci. È un contentino che non lascia neanche contenti: poca precisione, ritardo nella risposta ai comandi. Forse sarebbe stato il caso di puntare di più su queste nuove tecnologie, col tennis hanno già dimostrato di trovarsi a proprio agio. E con Virtua Tennis, che non è Top Spin, sarebbe stato ancora più facile realizzare un prodotto che le sfruttasse con buoni risultati. La visuale in soggettiva era una bella trovata, tra l’altro.

In soccorso al gameplay piatto e noioso (sì, vi annoierete presto, ci metto la mano sul fuoco), Sega ha inserito una modalità Tour Mondiale rivisitata molto nella struttura (si avanza in stile gioco da tavola), poco nella sostanza: è possibile come sempre creare un atleta a propria immagine e somiglianza, e procedere lungo quattro stagioni tra eventi, allenamenti e inevitabili pause per riprendere fiato. Per il resto, la rosa di tennisti famosi da impersonare in modalità Esibizione è completa – Rafa Nadal, Roger Federer e Novak Djokovic all’appello, più le star femminili – ma anche qui, la noia potrebbe prendere il sopravvento, specie quando scoprirete, e lo scoprirete presto, che tra un tennista e l’altro le differenze sono davvero minime (fatta eccezione per il colpo speciale. E per l’aspetto, chiaramente). Devo per forza parlare della grafica? È sempre uguale, da anni.

Girare alla larga. Top Spin is the way.

 

                                                                                

5.5

/10

 

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