Recensione – MotoGP 10/11 (Xbox 360)

di • 12 aprile 2011 • RecensioneCommenti (0)1131

Dunque. Sei Capcom, nel 2011. Decidi di immettere nel mercato un videogioco di corse motociclistiche per Xbox 360 e PlayStation 3. Hai la licenza ufficiale dei tre campionati del mondo più seguiti (125, Moto 2 e MotoGP). Nel team di sviluppo, Monumental Games, hai gente che ha lavorato in Climax (ricordate gli ormai storici MotoGP per la prima Xbox? Eh, ricordateli…). Con queste premesse, hai confezionato un prodotto perfetto sotto (quasi) ogni punto di vista, hai messo a disposizione del giocatore una miriade di opzioni, una modalità Carriera complessa, tutti i piloti e le moto ufficiali e la possibilità di ripercorrere il motomondiale della scorsa stagione attraverso l’apposita modalità. Hai finito lo sviluppo, sembra tutto perfetto, sembra, per cui inizi la distribuzione. E il tuo gioco arriva nelle mani del sottoscritto, ma sai già quali saranno le conseguenze. Lo sai, diamine.

[img alt='Le moto e i piloti sono relativi alla passata stagione, ma come di consueto arriverà il DLC gratuito, prima o poi.']/immagini/Articoli/category1505/picture114350.aspx[/img]

Io non vedevo l’ora di provarlo, viste le suddette premesse. Volevo scrivere un bell’articolo, giuro. Lo sapete, non è che provi gusto nel criticare duramente i prodotti (dai, forse un po’ sì), ma dopo aver notato la mancanza del secolo (epocale, oserei dire), in un certo senso sono stato costretto a farlo. Ho pure dovuto inventarmi l’introduzione più brutta della storia. Perché, dopo tutti questi preamboli, alla fine l’obiettivo era quello di dirvi semplicemente una cosa: che MotoGP 10/11 non è un gioco di corse motociclistiche, ma una simulazione di marionette. Ecco, l’ho detto.

Qual è la mancanza? Dai, ci sarete arrivati. Capcom ha fatto tutto, ma ha dimenticato di dedicarsi alla cosa più importante: il gameplay. Diciamo subito come stanno le cose e togliamoci il dente avvelenato: le moto sono dei giocattolini attaccati a dei fili invisibili, fluttuano sulla pista e scivolano come su litri e litri di sapone liquido. Credetemi, sono molto dispiaciuto, perché avevo davvero voglia di divertirmi, l’atmosfera da motomondiale – nonostante l’inizio di stagione non proprio brillante in casa Ducati, e mi riferisco a quella attuale – mi ha ormai completamente avvolto, per cui non vedevo l’ora di scendere in pista. Ebbene, scendo in pista e invece di divertirmi mi innervosisco, penso che sia colpa dell’impostazione scelta ("simulazione"), per cui, dopo qualche gara, ripiego su un settaggio apparentemente più accessibile, ma il risultato non cambia. La moto, nonostante gli aiutini sulla trazione, è incontrollabile. Finisco sempre fuori pista, non riesco a prendere la giusta traiettoria per l’ingresso in curva, la moto non si ferma. Ah, ma non è che dimentico di usare il freno posteriore? Vediamo, si attiva con il tasticino blu. Adesso farò delle staccate incredibili e registrerò il tempone dell’anno in qualifica! Detto, fatto. Il tempone, sì, bello alto, perché ancora una volta non è cambiato nulla. E poi, non solo esco di pista, ma mi danno pure i secondi di penalità. Bah.

A quel punto non riesco neanche a prendermela più di tanto per la grafica da PlayStation 2, per l’intelligenza artificiale degli avversari a dir poco ridicola e per il filmatino pre-gara sempre uguale (e pure brutto). Però c’è l’effetto motion-blur nei rettilinei, quando vai veloce! Basta, riprendo SBK.

 

                                                                                

4

/10

 

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