Chi l’avrebbe detto, nel lontano 1996, che Resident Evil sarebbe diventato un action, sarebbe sbarcato su un servizio di gioco online e avrebbe abbracciato la causa della co-op? Nessuno, probabilmente nessuno – a meno che non stiate pensando a Bill Gates, un uomo che negli anni ’90 pensava a un PC in ogni casa. Lui forse c’aveva pensato, forse per questo aveva poi lanciato la prima Xbox.
Ma andiamo al punto della questione: la saga zombie-based per eccellenza ha subito nelle ultime ore un cambiamento di rotta epocale – poco meno di quanto non fosse successo con il suo quarto episodio – che l’ha portata a raggiungere Xbox Live con i remake di Code Veronica e Resident Evil 4 nonché ad atterrare nel (poco?) affollato mondo degli TPS cooperativi con Operation Raccoon City.
Capcom ha infatti confermato che, per festeggiare i quindici anni dalla nascita della serie, i due capitoli di cui sopra saranno rimasterizzati in alta definizione e resi disponibili in autunno per il download digitale (in Giappone verrà commercializzata un’apposita collection).
Come in tanti saprete, pur portando avanti la numerazione del franchise, RE4 è il primo spin-off dell’epopea marchiata Umbrella Corporation: il temerario Leon Kennedy viene spedito in Spagna per recuperare la figlia del Presidente degli Stati Uniti, mentre l’intera popolazione è sotto gli effetti di un virus che la rende un tantino… ostile. La riedizione per Xbox 360 includerà anche Separate Ways, l’epilogo creato all’epoca per PS2 (il gioco era in principio un’esclusiva Gamecube) e con protagonista la bella Ada Wong. Il meno noto Code Veronica, invece, mette l’utente nei panni di Claire Redfield, protagonista catturata e spedita a Rockfort Island dopo aver compiuto pericolose indagini sulle industrie Umbrella di Parigi.
Veniamo, finalmente, al nuovo capitolo della serie nipponica: Resident Evil: Operation Raccoon City. Ampiamente rumoreggiato nei mesi scorsi e in sviluppo, come previsto, presso Slant Six (Socom), il titolo arriverà in inverno su Xbox 360 e Playstation 3; i fan potranno dunque tornare nei luoghi in cui tutto ebbe inizio, all’interno di una trama contestualizzata nel 1998 e che li metterà nei panni di chi davvero ha causato il misterioso incidente degli uffici Umbrella, la squadra a quattro Umbrella Security Services. Compito di quest’ultima: distruggere tutte le prove del misfatto ed eliminare i superstiti – sì, ci saranno svariate apparizioni di Leon, Chris e compagnia, ma non li vedremo nella loro attuale veste di eroi; addirittura potremo ucciderli e cambiare il corso degli eventi. Ad ostacolare il team ritroveremo le BOW (bio-organic weapon, ossia quei deliziosi mostri tra cui zombie – che potranno scovarci attraverso l’odore, i rumori e la vista – e tyrant) nonché l’esercito americano, giunto sul posto per salvare il salvabile. Ritorneranno le consuete erbe collezionabili e, infine, i punti esperienza con cui acquisire abilità e armi.
Ci sarebbe abbastanza materiale per sopravvivere, è il caso di dirlo, ai prossimi mesi d’astinenza (magari un trailer con scene in-game all’E3/TGS, ecco), ma voglio aggiungerne altro ed invitarvi, al di là della comprensibile eccitazione, a riflettere sulla deriva del povero Resident Evil.
Basta dare un’occhiata al fondo-pagina del gioco su Wikipedia per comprenderne i motivi: titoli su titoli, esperimenti più o meno riusciti al pari dei farmaci Umbrella, folle carenza di idee. Non siamo ai preoccupantissimi livelli di Silent Hill, non ancora, ma la situazione non è comunque delle migliori: fa male vedere sprecato un simile potenziale narrativo, e dubito che Operation Raccoon City sia la luce in fondo a un tunnel di tristezza – perlomeno legato al filone principale. Dobbiamo affidarci agli ex-sviluppatori di Socom e a uno shooter cooperativo, insomma, per rivivere le emozioni di quindici anni fa? E, soprattutto, vogliamo davvero riviverle, consentendo a Capcom di vivacchiare ancora su queste, o dobbiamo con malinconia metterci il passato alle spalle?
Ai posteri l’ardua sentenza. Con la speranza che vedano, un giorno, qualcosa di degno del nome Resident Evil – o, almeno, qualcosa che non porti più subdolamente il suo nome.