Recensione – Halo: Reach Defiant Map Pack (Xbox 360)

di • 18 marzo 2011 • RecensioneCommenti (0)991


Girando per il matchmaking di Halo: Reach, ho capito che si è fatta l’ora di riflettere seriamente sull’esistenza di contenuti scaricabili per questo gioco e in queste modalità. Gli utenti disposti a comprare DLC al prezzo di 800 Microsoft Points e in cambio di tre mappe – due per il multiplayer liscio, una per Sparatoria – sono sempre di meno, e la sensazione che davvero non valga la pena fare un acquisto simile si fa sempre più spazio tra i fan di Master Chief. Che, più o meno giustamente, smettono di scaricare e giocano con le sole mappe disponibili al day-one. I numeri parlano chiaro: a fronte di cifre tuttora confortanti per le modalità confezionate all’uscita originaria di Reach – svariate migliaia di videogiocatori , il pacchetto Defiant non riesce ad andare oltre i 1000-2000 partecipanti (ancor peggio il Noble Map Pack, inflazionato dalla release del nuovo contenuto aggiuntivo); una fetta decisamente elitaria di iscritti a Xbox Live che desiderano rinnovare, in tale modo, la propria esperienza ludica.

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Ne consegue che, prima di usare scorrettamente le parole "ladrocinio" e "ruberia", dobbiamo renderci conto di quanto segue: 1) chi spende 800 Microsoft Points per espandere un gioco costituisce, di fatto, un’élite, una cerchia nella cerchia (quella degli abbonati a Live), se consideriamo l’intero pubblico di possessori della console; 2) chi spende 800 Microsoft Points sa quel che trova nel pacchetto e non è costretto a comprare. Per questi motivi, penso serva non abbassare i costi – chi compra punti online è comunque abbastanza svezzato da potersi permettere una spesa nel complesso ridotta – quanto ripensare alla struttura dei DLC e al modo in cui questi vengono venduti. Perché non renderli più ricchi di contenuti e limitarli alle consuete tre mappe per volta? Perché non consentire ai giocatori di comprare un elemento costituente il pacchetto piuttosto che un altro? Domande che devono toccare i publisher, in particolare Microsoft (la casa di Redmond gode di una posizione "dominante" e per prima ci ha abituati a questo tipo di acquisti), se davvero interessa loro guadagnare oltre il negozio.

Detto questo, e scusate la divagazione, passiamo all’analisi del Defiant Map Pack. Tutti saprete, facendo parte dell’elite di cui sopra (e di cui dovreste anche voi prender coscienza), che si tratta del primo add-on realizzato in collaborazione con Certain Affinity da 343 Industries, lo studio di Frank O’Connor al quale è stata affidata l’eredità di Bungie. La differenza, e questo dovrebbe far piacere a quanti temevano per le sorti del franchise di Halo, non si sente per niente: le location scelte rispettano i canoni tipici della serie e calano l’acquirente alla perfezione in un mondo fatto di folli sparatorie e inseguimenti epici a bordo di mezzi improbabili. In poche parole, è com’essere tornato a casa, e di questi tempi è già tanto.

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Il luogo di maggior rischio per gli sviluppatori porta il nome di Condannato, una mappa in grado di ospitare 6-12 giocatori e introdurre una novità nel multiplayer di Halo: piattaforme e una zona a gravità zero. Non so se quest’ultima implementazione dipenda o meno dal successo di Dead Space, ma so per certo che una simile variante può giovare alle classiche sfide del deathmatch. La rapidità dei movimenti è compromessa, senza contare che tale zona si sviluppa in verticale: superfluo ma certamente più utile della corsa è il jet pack, tramite il quale distanziare gli avversari che troppo pericolosamente si sono avvicinati alle nostre spalle. La location è piuttosto ristretta e, come già visto in passato, si sviluppa simmetricamente intorno all’area in zero G: poco spazio per gli amanti del cecchinaggio, nonostante in linea d’aria non ci siano troppi ostacoli, in favore della rissa ai bordi e al suo interno. Molto più dispersiva, invece, Highlands è l’ideale per gli amanti del cattura la bandiera (non sono tra questi), grazie all’abbondanza di mezzi e alla presenza di due basi per le squadre rivali. La varietà dei suoi ambienti, la cui resa visiva rende graditissimo omaggio al capostipite, mostra poi l’intenzione di renderla una mappa valida su più fronti: scontri ravvicinati nei cunicoli in roccia, possibilità di trasformarsi in cecchini dalle torri dei "quartier generali", battaglia campale a bordo di Warthog e Ghost; la capienza, 8-16 utenti, è invece un invito a nozze per Big Team Battle e un numero confortante di kill.

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Kill che non mancheranno, ovviamente, nemmeno su Disseppellito, l’esordio di Sparatoria nei contenuti aggiuntivi di Reach; una mappa che fonde appieno le caratteristiche di Condannato e Highland, le sintetizza in lunghe scalinate e spazi ristretti ma (ed è fondamentale) anche in stradine di terra selvaggia percorribili con i veicoli tipici della saga. Da citare il Warthog dotato di lanciamissili – può risolvere situazioni imbarazzanti – e le torrette rimovibili alle quali va il mio personale ringraziamento (Hunter, penso basti a farvi capire…). Con ogni probabilità, il pezzo di maggior senso in questo puzzle chiamato Defiant.

Chiudendo, e traendo le somme sotto l’aspetto estetico, il secondo Map Pack per Halo: Reach evidenzia la tendenza di portare su schermo un mondo vivo al di là delle mappe. (Non) sarà una coincidenza, ma tutte le location hanno qualcosa di "secondario", qualcosa che spinge il giocatore a guardare oltre: Reach che va a fuoco in Condannato, i Pelican distrutti in Highland. Insomma, c’è sempre un legame con la campagna in single-player, e questo legame mi è sembrato ancora più forte che in passato; la presenza di personaggi vicini a Combat Evolved – mi riferisco a O’Connor ma non solo – non può che facilitare il passaggio da una trilogia (accompagnata ai suoi stadi finali) a un’altra. Pacchetto promosso a pieni voti, ma attenzione alle riflessioni che mi hanno tenuto il fiato sul collo – e spero facciano lo stesso effetto a chi di dovere – nella parte iniziale di questo articolo.

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