Recensione – Test Drive Unlimited 2 (Xbox 360)

di • 10 marzo 2011 • RecensioneCommenti (0)1700


Il mio (personalissimo) impatto con Test Drive Unlimited 2 è stato traumatico: un gioco di auto che ti fa guidare in una maniera scandalosamente approssimativa, nonostante tre livelli di realismo, ho pensato. Un gioco che dunque non ha ragion d’essere, un gioco che propone Eden Games nelle vesti di software house per prodotti da social gaming, per non dire di peggio. Mi ero proposto di bocciarlo con un voto clamoroso, magari un 4.5; eppure qualcosa mi ha spinto ad andare avanti, a giocare ancora e oltrepassare le apparenze: con i sorprendenti risultati che potete osservare nelle righe in basso.

Come per ogni sequel che si rispetti o meno, TDU2 vuole ampliare i propri meccanismi ludici e variegare un’esperienza (a parere di molti) precedentemente monotona. Ci riesce? In parte sì. La novità sta tutta nella maggiore organizzazione degli eventi; ok la libertà d’azione, ma sappiamo tutti quanto, alla lunga, emerga il bisogno di una linea guida per facilitare il proseguimento del gioco. Ecco perché ci ritroveremo a competere in campionati e coppe varie, dalla difficoltà crescente eppur mai proibitiva, su isole (non troppo) diverse: Ibiza e le Hawaii, con i loro cicli giorno/notte e sereno/pioggia, offrono location godibili con stili di vita allucinanti. Che poi sono alla base del concept: spendere oltre misura per specchiarsi in auto di lusso, abitazioni a dir poco costose e abbigliamento stravagante. Un’idea in cui entra prepotentemente il nostro alter-ego virtuale (nessuna corrispondenza con quello di Xbox Live, purtroppo), con cui potremo muoverci – visuale in prima persona – nelle concessionarie e negli altri luoghi che richiedano una presenza "fisica". Quattro le diramazioni in cui potremo poi sviluppare le abilità del protagonista (un ex-fattorino, per la cronaca), tra skill d’esplorazione o sociali, particolarmente legate all’estremizzazione del comparto multiplayer – la mappa è piena di gente e spunti di sfida, ma com’è difficile trovare gli amici! -, che rendono Test Drive un’esperienza più à la The Sims che ispirata ai fasti di Forza Motorsport.

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Cosa che, a conti fatti, non infastidisce più di tanto gli appassionati di automobilismo: ferma restando la possibilità di ignorare gli aspetti meno graditi di qualunque titolo, l’attenzione cadrà comunque sul vasto numero e sull’esotica bellezza delle vetture – non mancano Alfa, Mercedes e Audi, gestibili, naturalmente, in totale libertà su tracciati di grandissime dimensioni. Detto questo, non posso dimenticare quanto mi abbia fatto penare, almeno nelle prime fasi di utilizzo, il sistema di guida: il manubrio non è leggero come nel capostipite, fortunatamente, e si adegua ai canoni di ciascuna auto, ma resta il senso di fastidio per l’imprecisione dei comandi, dovuta all’ipersensibilità – invariabile, checché se ne dica – che affligge la produzione in ogni suo aspetto (anche al livello maggiore di realismo). Qualcosa a cui ho fatto l’abitudine, ma che ha rischiato di compromettere, come dicevo in introduzione, la mia opinione del gioco.

Tra le cose che mi hanno spinto ad approfondire, invece, figura il comparto grafico di TDU2: in una sola parola, altalenante. Si passa dalla riproduzione fedele e coloratissima delle auto (che presentano un numero straordinario di chicche, come gli indicatori di direzione o i finestrini abbassabili), all’approssimazione con cui i fondali e gli effetti sonori – soundtrack a dir poco spicciola – sono stati trattati; un lavoro senz’altro al di sopra della sufficienza, con picchi negativi nelle poche cut-scene, ma che avrebbe potuto/dovuto essere più curato. Sottolineo il frame-rate instabile in situazioni con più di un veicolo su schermo (la cosa è evidente mentre ci si guarda "alle spalle") perché lo stesso problema aveva afflitto il primo episodio della serie, rilasciato ormai nel 2006.

In chiusura, Test Drive Unlimited 2 mantiene intatta la sua natura da racing-MMO sempre connesso, innestando alla formula già collaudata cinque anni fa il seme della linearità propria del mondo console e del gioco sociale. Il risultato è gradevole ma eterogeneo: un ulteriore (dis)incentivo alla longevità.

                                                                               

8

/10

 

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