Chi non ha mai provato, almeno una volta, Brain Training per Nintendo DS? Ecco, Dr. Kawashima: Esercizi per la mente e il corpo fa proprio parte della famiglia di quei giochini lì, che ci hanno spesso fatto deprimere per la nostra età cerebrale centenaria ma che in fondo, ammettiamolo, ci hanno anche divertito. La versione Kinect, firmata Namco Bandai (che si era già occupata dei porting per iPhone e PC), è il primo gioco di questo genere a sbarcare su Xbox 360 e ovviamente presenta delle caratteristiche specificamente studiate per sfruttare il sensore di casa Microsoft.
[img alt='Bandiera bianca... giù! Bandiera rossa... su!']/immagini/Articoli/category1505/picture114212.aspx[/img]
Via il pennino, dunque. Qui bisogna sbracciarsi a più non posso anche solo per fare 2 + 2, tanto che qualcuno ha etichettato questo nuovo genere come "mathercise". Gli esercizi sono divisi in categorie e vanno dalla matematica alla logica alla memoria, fino ad arrivare a qualcosa di più… fisico. Insomma, stancante. Ma non preoccupatevi, perché a stancarsi, più che altro, sarà il vostro cervello. Lo sforzo fisico richiesto per affrontare i mini giochi, quale che sia la loro natura, sarà minimo. Le vostre braccia potranno diventare ora le lancette di un orologio, ora le pedane di un ponte. E gli esercizi mnemonici sono forse i più intriganti e impegnativi.
[img alt='Le macchine devono essere mandate sulla pedana corrispondente al loro colore.' align='center' width='400']/immagini/Articoli/category1505/picture114211.aspx[/img]
Tutto molto bello, insomma, ma c’è il ma. Un gioco che dovrebbe essere emblema di immediatezza e semplicità d’utilizzo non può farti cadere le braccia sul più bello. E mica per la stanchezza. I problemi di riconoscimento dei movimenti e dei giocatori ci sono, purtroppo. Specie nei giochi di gruppo. Supportati (si fa per dire) da due a quattro giocatori, in contemporanea o alternati a seconda della natura del mini-gioco. Qualche volta (spesso) sarete costretti al riavvio per risolvere le magagne tecniche (movimenti involontari dell’avatar, mancato riconoscimento dei giocatori secondari), perdendo inevitabilmente il ritmo che, comunque, avevate acquisito perché le potenzialità ludiche e d’intrattenimento del prodotto sono notevoli.
Giocando da soli, per fortuna, i problemi si riducono, ma l’amaro in bocca resta perché da soli è bello, ma in compagnia lo è ancora di più. Peccato. Vi consolerete con il test dell’età cerebrale: partirete da un’età piuttosto alta, ma le soddisfazioni, come sempre, arrivano col tempo.
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