Recensione – Splatterhouse (Xbox 360)

di • 27 dicembre 2010 • RecensioneCommenti (0)1634


Titolo: Splatterhouse
Genere: Action
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Namco Bandai
Publisher: Namco Bandai
Data di uscita: 09 novembre 2010

I più grandicelli tra di voi ricorderanno sicuramente il primo Splatterhouse, picchiaduro a scorrimento prodotto da Namco nell’ormai lontanissimo 1988. Il gioco, come il nome lasciava intendere, era caratterizzato da una forte dose di sangue e violenza, grazie ad una moltitudine di citazioni tratte da alcune delle più truculente pellicole splatter dell’epoca (come ad esempio ‘La Casa 2′ o ‘Poltergeist’). Basti pensare che il protagonista Rick indossava una maschera maledetta molto simile a quella da hockey su ghiaccio di Jason Voorhees, personaggio principale del celebre ‘Venerdì 13′. Oggi, anno del Signore 2010, Namco Bandai ha deciso di rispolverare la serie, offrendo ai possessori di console next-gen (tra cui ovviamente la nostra cara Xbox 360) un remake spirituale dello storico capostipite.

Splatterhouse racconta le vicende di una giovane coppia di amanti, Rick e Jennifer, separati loro malgrado dal temibile dottor Henry West, uno scienziato pazzo il cui unico scopo è quello di resuscitare la defunta consorte Leonora, morta a causa di un’epidemia di colera. Rick, ridotto in fin di vita da una creatura partorita dagli oscuri esperimenti di West, si vede costretto ad indossare una misteriosa maschera cerimoniale dotata di parola e capace di conferire una forza ed un aspetto sovraumano a chi oserà indossarla. E questo sarà solo l’inizio dell’incubo.

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Il gameplay di Splatterhouse, ispirato al classico Devil May Cry di turno, farà sentire subito a suo agio l’amante dei titoli action. Il giocatore è chiamato a combattere e quindi sconfiggere (preferibilmente nei modi più violenti possibili) le decine di non morti, vampiri e mostruosità di ogni genere che gli sbarreranno la strada. Potremo menar le mani come in un qualsiasi picchiaduro a scorrimento, tirare fuori le interiora ad un malcapitato per poi infierire su di lui con le medesime, oppure usare armi da taglio davvero dolorose sui corpi delle nostre vittime inermi. Capiterà inoltre di incappare in simpatici QTE in cui saremo chiamati a premere con il giusto tempismo la consueta serie di tasti che apparirà sullo schermo. Chiude il quadro una serie di poteri donataci dalla maschera che Rick indossa sul volto, la quale gli permetterà di ricomporre le parti del nostro corpo amputate in precedenza dagli avversari. Raccapricciante.

Ed anche dal punto di vista meramente estetico, Splatterhouse non si allontana dalle tinte horror-trash tipiche di alcuni B-Movies degli anni ’80 e ’90, offrendo una quantità tale di sangue, carne e budella da far inquietare anche chi con questo genere ci è praticamente cresciuto (i deboli di stomaco restino pertanto alla larga dal titolo in questione).

Concludendo, l’ultima fatica Namco Bandai è un remake che non infanga in alcun modo la serie originale, bensì la prospetta verso nuove ed insperate vette di divertimento. Difatti, pur non essendo un capolavoro memorabile, il titolo risulta essere un picchiaduro a scorrimento di quelli ‘duri e puri’, con in più una sana dose di sangue ed interiora che non guasta mai (contornata oltremodo da una deliziosa colonna sonora heavy metal). Ragion per cui, ci sentiamo di consigliare Splatterhouse sia agli amanti del capitolo originale, sia a coloro che hanno solo una gran voglia di squartare qualche centinaio di demoni.

                                                                               

7.5

/10

 

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