Recensione – Vanquish (Xbox 360)

di • 10 novembre 2010 • RecensioneCommenti (0)746

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Titolo: Vanquish
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: PlatinumGames
Publisher: Sega
Data di rilascio: 22 ottobre 2010

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Uno dei paradossi statunitensi che ancora stentiamo a comprendere è l’ammirazione degli stranieri nei confronti di un modello di vita, proprio quello americano, alquanto banale e pure trasandato. È dei nipponici, in particolare, la convinzione che ogni figlio di Washington sia un figo della matriosca, che parli praticamente sottovoce, che accenda e spenga sigarette per vantarsi del semplice gesticolare della mano. L’abbiamo vista e apprezzata nella velata invidia di Hideo Kojima e del suo Metal Gear Solid, torniamo ad osservarla nell’abitudinariamente esagerato Vanquish di PlatinumGames.

[img alt='Quando la realtà supera la fantasia.']/immagini/Giochi/category2022/picture113687.aspx[/img]

Una convinzione, qui fortissima ma accentata in virtù delle "qualità" della produzione, che ha davvero stancato perché chi la sfrutta resta convinto, appunto, di poter basare una storia completamente su di essa. L’action targato Mikami non ha un background, se ne frega di costruire una trama coerente e, quasi per paradosso, trae giovamento da tale scelta che, accompagnata dalla tattica del briefing/statistiche di fine atto, lo rende un arcade da giocare nei ritagli di tempo, piuttosto che un mattatore (e in effetti secca) sulla lunga durata. Al termine di un breve tutorial, Vanquish parte in quinta e non si ferma mai, ricorda da morire Bayonetta che osiamo tirare in ballo quale ispiratore supremo delle vicende di Sam Gideon – uomo corazzato DARPA à la Master Chief, che viene chiamato a salvare gli States dalla minaccia di un ex-comunista ora dittatore della Russia. Una sceneggiatura banale e allo stesso tempo contorta, un vero capolavoro dell’idiozia umana al servizio della penna, ma non dovremo mai preoccuparcene più di tanto: il gioco lascia pochissimo spazio alla riflessione e, considerati gli svarioni narrativi, non può che essere un bene.

I ritmi altissimi di Vanquish, comunque, si arenano all’arrivo di boss e mini-boss sulla conclusione delle missioni. Passi per i primi, ma era proprio necessario dare anche agli avversari meno minacciosi la possibilità di eliminare Sam con un solo colpo? Qualcuno potrebbe rispondere che, sì, una mossa simile era indispensabile per dilatare i tempi di un gioco che, altrimenti, si sarebbe esaurito nel giro di una giornata. Noi concordiamo, ma esprimiamo anche una nota di delusione perché ricorrere a mezzi del genere non è certo sintomo di varietà ludica. E, infatti, il TPS edito da Sega risulta monotono già nei limiti del primo atto: vi verrà chiesto di salvare alleati, di scortare mezzi blindati, eppure l’azione si fermerà sempre al leitmotiv dello sparare ripetutamente; il che, pur condito dalle chicche tecnologiche proprie dell’armatura di Gideon – tra cui un interessante slow motion, non sempre riesce a tener alto il livello d’attenzione dell’utente. Colpa, lo ripetiamo, di un fondo inesistente, di un’immersione che stenta ad arrivare e di un personaggio, al contrario della già citata femme fatale, poco carismatico.

[img alt='In alcuni punti del gioco, la luce sembra spegnersi e lasciare spazio a momenti più cupi. Magari ce ne fossero di più.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category2022/picture113686.aspx[/img]

Una breve citazione per il comparto tecnico allestito dagli sviluppatori giapponesi. Tecnicamente parlando, il titolo si fa forte di una buona modellazione dei personaggi, sebbene questi siano spediti in ambienti poco variegati e dal level design confusionario, e si prende qualche rischio in materia di illuminazione: quand’è palese che l’avventura appare ben al di sotto della risoluzione dei 720p, Vanquish insiste sulla luce del giorno e offre talvolta texture in bassa definizione che abbassano un coefficiente di bellezza estetica altrimenti molto alto. Il doppiaggio italiano, invece e in conclusione, è la ciliegia sulla torta di un gradevole sonoro.

Valutazione Generale

Presentazione: 5.5
La trama, ne esistesse una, viene a malapena accennata in cut-scene dalla scarsissima rilevanza.

Grafica: 8
Ottima la riproduzione dei personaggi, al pari delle loro animazioni; poco varie le ambientazioni, affette in minima parte da aliasing e da texture in bassa definizione che emergono soprattutto negli spostamenti di visuale.

Gameplay: 7.5
Frenetico, curato ma non troppo soddisfacente. La giocabilità attinge a piene mani da esempi quali Gears of War e Lost Planet, fondendone le qualità migliori in un crogiuolo che manca di mordente.

Sonoro: 8
L’Italia è degnamente rappresentata dal doppiaggio del gioco, mentre le musiche sono di tanto in tanto invasive durante il gioco.

Longevità: 7.5
Gli amanti del punteggio in-game o del gamerscore saranno tentati di rigiocarlo. Ma …

Multiplayer: N.D.
… Niente Xbox Live.

Voto complessivo: 7.5

Non si sono ripetute alla perfezione le alchimie che avevano reso grande Bayonetta. Tuttavia, l’action PlatinumGames mantiene intatta la filosofia dello studio nipponico: frenesia allo stato puro. Se solo si fosse lavorato maggiormente sui dettagli, con ogni probabilità, ci saremmo trovati dinanzi al miglior competitor per Gears of War.

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