Recensione – Red Dead Redemption: Undead Nightmare (Xbox 360)

di • 2 novembre 2010 • RecensioneCommenti (0)950

Da non amante della prima avventura di John Marston e da grande fan degli zombie, ho accolto con discreto entusiasmo e rinnovata speranza l’annuncio di Undead Nightmare; tanto da riprendere in mano le redini del mio cavallo e ritornare a cavalcare all’interno di un mondo che seppur meraviglioso, a causa della sua ripetitività, tanto avevo odiato nell’avventura originale.

Ciò che mi aspettavo da questa espansione era un volto nuovo di quel mondo così vivo e allo stesso tempo così finto, una varietà capace di stravolgere il lento ritmo della progressione e, infine, un’avventura senza tempi morti e dal ritmo sempre incalzante. Erano tante e alte le mie aspettative; e vi assicuro che è stato grande lo stupore quando mi sono reso conto che nessuna di queste era stata disattesa.

La nuova avventura si apre con il ritorno a casa di John Marston. Ad aspettarlo, ci sono la moglie e il figlio, e l’atmosfera è quella di una famiglia felice: Abigal è impegnata a preparare la cena mentre Jack a leggere un libro. “Che libro stai leggendo?” chiede il protagonista al figlio. “Un libro di zombie“, Jack inizia a raccontare quella storia tanto surreale quando, all’improvviso, una musica malinconica soffoca la sua voce donando alla scena una drammaticità quasi palpabile. È un inizio magistrale quello scelto da Rockstar per aprire questa nuova vicenda. Quello che più stupisce? Il team americano è riuscito a rendere così reale un contesto tanto surreale; la nostra curiosità è tuttavia accompagnata da una certezza: la storia che ci apprestiamo a vivere è di quelle che si farà ricordare a lungo.

Un’epidemia e un’invasione di non-morti, ancor prima di cambiare la vita di John, hanno cambiato il West che conoscete. Non aspettatevi il mondo che avevate lasciato qualche mese fa. Si capisce già ad una prima occhiata che tutto è diverso: una pioggia battente bagna città divenute spettrali, mentre scritte come “Dio ci salvi” ricordano il lato umano degli zombie che infestano le strade ormai deserte. Questa diversità, tuttavia, si riflette anche nel gameplay, che da questa epidemia è l’unico ad aver tratto enormi benefici: l’infezione e la conseguente trasformazione hanno reso i nemici più forti, scordatevi i classici nemici che aspetteranno di essere sterminati senza troppa resistenza; i non-morti vi seguiranno in ogni dove e per spedirli, o meglio rispedirli, da dove sono venuti, potrete affidarvi soltanto a una pallottola ben piazzata in testa o al fuoco, che purificherà le loro anime dannate.

Il Dead-Eye, che in passato si limitava a un’opzione più coreografica che funzionale, in questo caso si rivelerà il vostro più prezioso alleato, specialmente quando incontrerete “i ragni”, dei non-morti particolarmente veloci e coriacei che, specie se in gruppo, potrebbero rappresentare l’ultima cosa che vedrete prima del canonico game over. Il notevole aumento dei nemici purtroppo non ha spinto gli sviluppatori a ottimizzare il sistema di controllo, che qui finisce inevitabilmente per mostrare tutti i limiti di un puntamento poco reattivo e impreciso e che, nei casi di maggior affollamento e in mancanza del Dead-Eye, vi porterà a sprecare parecchie munizioni. Al problema si può ovviare cercando di indietreggiare per guadagnare una posizione migliore o sopraelevata, dopotutto gli spazi non mancano di certo.

Anche il sistema di salvataggio è stato rivisto: eliminato, in particolare, “l’accampamento libero” che nel gioco originale permetteva di salvare in qualsiasi punto della mappa. Adesso, per salvare i propri progressi bisognerà svolgere delle missioni secondarie che consisteranno nel recarsi nelle città purificate. Quest’elemento, che all’apparenza potrebbe risultare inspiegabile, si sposa con una precisa scelta degli sviluppatori: quella di spingere il giocatore a svolgere le missioni secondarie. E la durata dell’avventura dipenderà molto da quante di queste missioni completerete; nel mio caso, ho superato di poco le 8 ore. Un ultimo appunto va fatto a proposito del comparto tecnico: non ci crederete, ma Rockstar è riuscita a migliorare persino questo aspetto, cosa che in un DLC avviene raramente. Adesso è infatti possibile ammirare i raggi del sole che filtrano attraverso le fronde degli alberi; una “piccolezza” che contribuisce a rendere ancor più vivo il mondo di gioco, e in particolare tramonto e alba.

E il multiplayer? Rockstar ha aggiunto una coppia di modalità cooperative del tutto inedite. In Land Grab si avrà una rivisitazione in salsa zombie della modalità Free Roam già apprezzata in Red Dead Redemption. Bisogna prendere il controllo di sette città che, adesso, saranno in mano a zombie non certo ben disposti a cederle. Undead Overrun, invece, si rifà senza nasconderlo troppo alla modalità Orda di Gears of War 2. Da una parte, ondate di zombie sempre crescenti per numero e cattiveria, dall’altra due o quattro giocatori impegnati a sopravvivere fino alla fine del countdown. La partita, come da tradizione, termina allo scadere del tempo o in caso di morte dell’intero gruppo dei giocatori.

Undead Nightmare, insomma, si avvicina più a un gioco completo che a un “semplice” DLC e lo fa sia per qualità che per quantità di contenuti e ore di gioco; tutto ciò all’incredibile prezzo di 800 Microsoft Points (meno di 10 euro). Ritroverete buona parte dei personaggi del gioco principale e scoprirete come questi, anche di fronte a una situazione così assurda, non siano cambiati più di tanto. A cambiare però è il gioco, che, grazie a una serie di idee geniali, ha guadagnato in ritmo e varietà riuscendo a convincere persino il sottoscritto, che non aveva gradito l’eccessiva lunghezza e piattezza della prima avventura di John Marston.

Compratelo, fatevi questo favore.


Undead Nightmare è un DLC di Red Dead Redemption acquistabile per 800 Microsoft Points. Per poter essere giocato richiede una copia del gioco originale. Una raccolta con tutti i DLC (Undead Nightmare incluso) uscirà su disco il 26 novembre e non richiederà l’avventura precedente per essere giocata.

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