Recensione – Enslaved: Odyssey to the West (Xbox 360)

di • 24 ottobre 2010 • RecensioneCommenti (0)1842

Titolo: Enslaved: Odyssey to the West
Genere: Avventura, Azione
Piattaforma: Xbox 360, PS3
Sviluppatore: Ninja Theory
Publisher: Namco
Data di uscita: 7 Ottobre 2010

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Dalla letteratura cinese al videogioco occidentale il passo è breve. Basta prendere un monaco buddista e trasformarlo in un’hacker dai lunghi capelli rossi. Bellissima, ovviamente. E il resto viene da sé. C’è l’equivalente di Goku che si chiama Monkey e una simpatica palla di lardo che, manco a dirlo, risponde al nome di Pigsy.

[img alt='Goku e Bulma. Ehm, pardon, Monkey e Trip.']/immagini/Giochi/category1934/picture106193.aspx[/img]

Enslaved: Odyssey to the West è l’ennesima interpretazione del classico Viaggio in Occidente, romanzo che (tra gli altri) ha ispirato il manga Dragon Ball e che in quest’opera targata Ninja Theory, la prima a varcare le soglie di casa Sony e ad approdare su Xbox 360, viene presentato in un’ambientazione post-apocalittica dai toni insolitamente verdeggianti.

Tutto troppo bello per essere vero. E infatti, è accaduto proprio quello che temevamo. Enslaved ha portato con sé alcuni dei difetti già riscontrati nel criticato Heavenly Sword. Difetti che, ci duole dirlo, sottolineano il potenziale inespresso dell’ultima fatica Ninja Theory, rendendo vano (o quasi) quanto di buono riesce a proporre. E c’è comunque tanta roba. Perché la trama si rivelerà subito meno banale di quanto inizialmente non sembri; i personaggi hanno una carica emotiva da Oscar; la realizzazione tecnica (specie nelle scene d’intermezzo) è una delle più avanzate che abbiamo visto in questa generazione (sebbene i difetti non manchino, primi tra tutti i fastidiosi scatti che interessano le fasi d’azione). Ma alcuni bug sono meno perdonabili, come quando un enorme e pericoloso cane-robot (uno dei tanti boss giganti che incontrerete durante le circa dieci ore di avventura) si è reso inoffensivo da solo incastrandosi tra le rocce senza possibilità di rimedio – caricamento dell’ultimo check-point a parte.

[img alt='Le vite dei due protagonisti sono legate a doppio filo: "Se io muoio, tu muori".' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1934/picture106192.aspx[/img]

Il gioco prova, ma senza riuscirci appieno, a variare quanto più possibile l’esperienza, alternando fasi platform à la Prince of Persia a sequenze stealth cooperative (i due protagonisti sono legati da un patto estremo, quasi sadomaso oseremmo dire: lei controlla lui, ma se uno dei due muore è finita per entrambi), con l’aggiunta di scontri stile sparatutto in terza persona o addirittura di fasi a bordo di un veloce disco elettromagnetico, che Monkey chiama "nuvola". Un impegno notevole, se a renderlo vano non ci pensassero l’approssimativo sistema di controllo (poco preciso e a tratti snervante) e l’incredibile linearità dei livelli. Ed è un peccato, perché il ritmo c’è, aiutato anche da una trama, come dicevamo, molto interessante. È solo grazie a essa che proseguirete con curiosità il vostro viaggio, sorretti dai colpi di scena e cullati dalle frizzanti personalità che animano i protagonisti. Passione, amore, amicizia e speranza, questi i temi scelti dallo scrittore Alex Garland, conditi da quel pizzico di umorismo che non guasta mai.

Enslaved va dunque ad aggiungersi a quella che ormai sta diventando una lista sempre più lunga, quella dei "racconti digitali", con un forte accento sulla narrazione (ben venga) e una fastidiosa superficialità nel gameplay. Il nuovo prodotto Ninja Theory riuscirà a raccontarvi una bella storia, ma lascerà davvero poco al vostro cuore da assidui e appassionati videogiocatori. Se siete pronti a questo sacrificio, fatevi pure avanti.

Valutazione generale

Presentazione: 8
Praticamente un film d’animazione. Curiosa e insolitamente piacevole la scelta di tingere di verde l’ambientazione post-apocalittica, tra robot e macchine giganti.

Gameplay: 7
Vario, ma poco profondo. Il sistema di controllo non soddisferà i giocatori più smaliziati, ma faciliterà la vita ai meno esperti. Qualche bug di troppo.

Grafica: 8
Ennesima prova superata per l’Unreal Engine 3. Colori sgargianti, belle animazioni, stupende espressioni facciali in motion-capture, ma le fasi d’azione sono afflitte da fastidiosi scatti e sinceramente non ne abbiamo capito il perché.

Sonoro: 8
Il gioco è completamente doppiato in italiano. Un doppiaggio d’ottimo livello, peraltro, accompagnato dalle piacevoli musiche di Nitin Sawhney.

Longevità: 7
Circa dieci ore, ma potreste stancarvi prima se non vi farete incuriosire abbastanza dalle vicende narrate. O se il livello di sfida non sarà così elevato come speravate.

Multiplayer: N.D.
Nessuna modalità multiplayer. Non ci sarebbe dispiaciuta una cooperativa online.

Voto complessivo: 7.5

Esame superato da questo primo tentativo multipiattaforma targato Ninja Theory. Se solo si fosse impegnato di più…

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