Recensione – Shank (Live Arcade)

di • 29 agosto 2010 • RecensioneCommenti (0)907

Titolo: Shank
Genere: Beat ‘em up
Piattaforma: Xbox 360, Live Arcade
Sviluppatore: Klei Entertainment
Publisher: Electronic Arts
Data di uscita: 25 Agosto 2010
Costo: 1200 Microsoft Points

Mettiamola così: non sarà il gioco preferito dai genitori. Né dagli animalisti. Perchè 1) c’è tanto sangue e 2) si uccidono i cani. Sì, in Shank si uccidono i cani. Cagnacci rognosi, precisiamo, ma pur sempre cani. Più in generale si uccide. Ecco, non si fa altro che uccidere, dall’inizio alla fine.

[img alt='Shank e Falcone si rimettono in sesto rifocillandosi di una bevanda indefinita.']/immagini/Articoli/category1505/picture113140.aspx[/img]

Questo è Shank: prendere o lasciare. È il nuovo beat ‘em up di Klei Entertainment, pubblicato da Electronic Arts come un Live Arcade di fine estate che, a dirla tutta, è più Arcade che… Live. Nessuna modalità online. La cooperativa? Relegata a un semplice livello da giocare rigorosamente in locale, in cui si uccide, certo, ma in compagnia. Uno stage che fa da prequel all’avventura single-player e in cui il protagonista, Shank, combatterà fianco a fianco con il suo vecchio compagno d’armi, tale Falcone.

Il delizioso look da graphic novel che pervade l’intera produzione rende meno crude le azioni a schermo, o almeno ci prova, ma l’atmosfera di vendetta, quella resta. È il filo rosso, molto rosso, che lega le quattro ore scarse di gameplay e che prova in qualche modo a giustificare la furia e la violenza di Shank, una sorta di samurai del vecchio west, mezzo orientale, mezzo americano (almeno a giudicare dal suo aspetto), che tanto ricorda quella serie animata trasmessa da Cartoon Network. Sì, proprio quel Samurai Jack a cui state pensando.

La storia ideata da Marianne Krawcyzk, scrittrice che tra le altre cose ha curato le vicende di Kratos nella celebre serie God of War, gira tutta intorno al famoso "piatto che va servito freddo". Vedendo i risultati, Klei Entratainment avrebbe forse potuto risparmiare sulla scrittrice (non ci voleva molto a inventarsi una storia così), ma questi sono dettagli. Come quelli che lasceremo scoprire a voi, qualora doveste decidere di acquistare il titolo spendendo i vostri 1200 Microsoft Points.

[img alt='Premendo il tasto RB è possibile saltare addosso ai nemici con un balzo incredibile, per poi bloccarli a terra e finirli come meglio (o peggio) si crede.' align='center' width='400']/immagini/Articoli/category1505/picture113141.aspx[/img]

Quello che va sottolineato, invece, è la stessa cosa su cui ha sicuramente posto l’accento Klei Entertainment in fase di sviluppo, nonostante gli sforzi profusi anche nell’arricchire il continuo maciullamento con una trama di fondo: il gameplay. Classico 2D a scorrimento laterale, e tanti, tanti nemici armati di tutto punto, anche di bombe a mano. Il che fa molto Metal Slug, e non ci dispiace. Il nostro Shank, però, non è da meno e allora potrà sfoggiare tutta la sua destrezza con le armi bianche (pugnali, katane, ecc.) condendo il tutto con qualche pizzico di pura follia di piombo (fucili a pompa, mitragliatrici, granate, pistole). Senza contare la motosega, che fa categoria a sè.

Fatta eccezione per qualche problemino causato dalla scelta di assegnare allo stesso tasto l’uso delle lame e la funzione per raccogliere gli oggetti, ogni livello è una danza continua di combo letali e spettacolari, legate tra loro con una fluidità tale da far quasi passare in secondo piano il dolore al pollice destro, che intanto chiede pietà per il continuo (e inevitabile) button mashing. Il povero pollice dolorante non avrà scampo neanche a fine livello, dove lo aspetterà l’immancabile boss da sconfiggere utilizzando, stavolta, un po’ di tattica (tempismo, più che altro). E poi si ricomincia, altro giro, altra corsa. Fino al prossimo boss. Fino al combattimento finale.

Ve lo avevamo detto. In Shank si uccide, dall’inizio alla fine. Ma in fondo va bene così.

Voto: 7.5

 

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