Nonostante il loro governo adotti politiche restrittive (antidemocratiche, sarebbe meglio dire) in materia di videogiochi, vietando la vendita di ogni tipo di console da gioco, i cinesi hanno sempre dimostrato di non voler rinunciare ad un tipo di intrattenimento che, in più occasioni, hanno dato a vedere di apprezzare.
L’ultimo gingillo ad avere ispirato le poco fantasiose menti dei orientali è addirittura Kinect, che ha già trovato il suo sostituto pronto a farne le veci nella Repubblica Popolare.
eBox, questo il nome della periferica, verrà venduto insieme alla corrispondente storpiatura della console che, in questa "nuova veste", vanterà al suo interno ben 30 giochi precaricati.
Aspettando di vedere la periferica all’opera, rimaniamo quantomai increduli di fronte alle scelte dell’esecutivo cinese che vieta la vendita delle console ma, allo stesso tempo, non fa nulla per bloccare la nascita di questi "accrocchi-tarocchi" tecnologici: oltre a rappresentare prodotti di dubbia qualità, non contribuiscono certo a migliorare la fama che da ormai molti anni contraddistingue la popolazione.
A proposito di Sergio Giannone
