Recensione – Crackdown 2 (Xbox 360)

di • 28 luglio 2010 • RecensioneCommenti (0)1002


Titolo: Crackdown 2
Genere: Azione/Free-roaming
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Ruffian Games
Publisher: Microsoft Game Stusios
Data di uscita: 9 Luglio 2010

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Non lo nascondiamo dietro un dito: Crackdown 2 è prepotentemente ispirato al primo episodio della serie, da cui eredita un gameplay discutibile, innalzandone peraltro la discutibilità stessa, e spinge al limite le componenti che hanno fatto la fortuna – sempre discutibile, sia chiaro – di un franchise che ha probabilmente stupito anche il suo publisher. Per quanto invariata e insensata in molti aspetti, la formula sviluppata da Ruffian Games continua a sfoggiare una capacità da non sottovalutare: divertire, senza se e senza ma, un po’ come ha cercato di insegnarci Valve con il primo Left 4 Dead.

[img alt='Dannate sfere!']/immagini/Giochi/category1933/picture105780.aspx[/img]

Senza se e senza ma, dicevamo, e questo significa non pretendere assolutamente niente da una trama scriteriata, sconclusionata e talvolta ridicola, nel senso buono del termine: Pacific City si ritrova ancora nella morsa di Cell, un’organizzazione terroristica formata da gangster che, in preda all’odio per l’Agenzia di cui fate parte, sprigiona sulla città un virus denominato Freak. Gran parte dei cittadini, a questo punto, si trasforma in infime sottospecie di zombie, qualcosa sullo stile disgustoso dei Boomer, che popoleranno le vostre strade soltanto di notte; quando il sole splende, infatti, nulla vieta ai sani di girovagare on the road. Credeteci, questa è soltanto una responsabilità in più: sarà davvero impossibile non investire decine e decine di pedoni alla sola pressione dell’acceleratore, a meno che non siate fautori dei limiti di velocità e non abbiate notato quanto siano rivoltanti i controlli dei mezzi targati Crackdown. E siamo già giunti al capolinea, perché chi troppo vuole nulla stringe: differentemente dal primo episodio, in cui l’utente poteva lasciarsi alle spalle la frenesia del suo compito – proteggere la specie umana – per coltivare l’addictive hobby della raccolta sfere, la produzione ruffiana fa realmente fatica a lasciare un attimo di respiro; rimane bellissimo scalare grattacieli in cerca di globi colorati, ma sarà dura ritagliarsi uno spazio per farlo in santa pace.

E’ comunque un pregio della "saga" far passare il potenziamento di un personaggio come un (poco) pericoloso passatempo: Crackdown 2 si è limitato a rendere più effettivi i cambiamenti sul protagonista, sebbene figlio di un editor limitato a quattro pg e altrettante abilità, a fornirgli più qualità anche attraverso quelle sfere "ribelli" da seguire a tutta velocità, più armi, più mezzi, più tutto… insomma, troviamo parecchie affinità con quelli che, in genere, vengono chiamati more of the same. C’era realmente bisogno di un non-sequel che spingesse la barca lungo lo stesso ruscello? Non ce ne voglia Orietta Berti, ma dobbiamo concordare con buona parte della stampa internazionale: NO! A tre anni di distanza dal primo, e solo modesto, Crackdown, si poteva e si doveva fare molto di meglio.

"Devo dire che sto iniziando a preoccuparmi del fatto che stiamo iniziando a creare giochi che sono potenzialmente troppo facili da completare. Vogliamo comunque che Crackdown 2 diventi una sfida per ogni giocatore."

Così Billy Thomson, direttore creativo di Ruffian Games, sulla complessità dei prodotti di nuova generazione. La prima fatica della software house scozzese, in effetti, sfida apertamente l’utenza: lo fa sia quando vi propone ben cinque livelli di difficoltà, sia nell’invitarvi a spremere le meningi per capire come scalare una roccaforte, o una qualunque costruzione, fino ai limiti estremi del platform senza fisica. Al giocatore il compito di parlarne come pregio o difetto: noi ci limiteremo ad osservare che, talvolta, sarà davvero dura trovare il perché del vostro peregrinare; colpa di una mappa poco precisa?

[img alt='Sono tantissimi i barili esplosivi sparsi per la città.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1933/picture105777.aspx[/img]

Crackdown 2 poggia le proprie basi su un comparto grafico di discreto livello: il suo cel-shading non presta il fianco a particolari dimostrazioni di forza, ma fa il suo dovere nonostante la blandissima caratterizzazione dei protagonisti; le strutture poligonali, dagli uomini ai freak passando per veicoli ed edifici, sono piuttosto tozze, richiamano decisamente allo stile fumettistico cui siamo ormai abituati e trovano un corrispettivo persino nelle esplosioni da cartone animato. Nella media anche il comparto sonoro, basato sulla solitarissima voce dell’Agenzia, doppiata in italiano, e sui brani che potrete man mano ascoltare tramite le radio di tutti i veicoli (alcuni pezzi rap potrebbero farvi rabbrividire).

In conclusione, e come già affermato precedentemente, Microsoft avrebbe dovuto giocarsi meglio la carta del seguito per questo franchise: è naturale che la voglia di monetizzare, e di poter dire "nel 2010 abbiamo rilasciato questa esclusiva", sia prevalsa; naturale, ma non giusto. Se vi è piaciuto il primo episodio, dovreste decisamente farvi un giro anche su questo (col rischio di non apprezzarne la svolta simil-zombie). Altrimenti, girate alla larga dalla confusa massa amorfa che Ruffian Games vuole proporvi tra una miglioria e l’altra.

Valutazione generale

Presentazione: 7.5
Bella la copertina, bisogna dirlo, e l’introduzione cinematografica che aspetta il giocatore alla prima uscita sulla città. Anche il filmato iniziale non è male.

Grafica: 6.5
Gradevole, niente di più. D’altronde, se il cel shading è la soluzione migliore per un prodotto a basso budget, non resta che accontentarsi.

Sonoro: 6
Vicinissimo al primo Crackdown, una sola voce in-game e scelte opinabili in materia di colonna sonora. Buono il rombo dei motori.

Gameplay: 7
Praticamente invariato rispetto al primo episodio. L’aggiunta dei freak di notte e di più civili per la mattina mescola le carte in tavola ma non mostra la giusta personalità, se non quando contribuisce alla caciara ormai tipica della serie.

Longevità: 7
Gli strumenti per una lunga avventura a Pacific City vi vengono forniti, e non sono pochi: se resisterete ai molti bassi di Crackdown 2, potrete persino godere di una discreta rigiocabilità.

Multiplayer: 7
Esistono sfere che potrete "catturare" soltanto in cooperativa (fino a quattro). Vi pare un motivo sufficiente per cercare almeno un partner?

Voto complessivo: 7

E’ giunta l’ora di riflettere sull’utilità – su quello che il publisher vuole farne, almeno – del franchise Crackdown. Se le vendite soddisferanno, e forse lo faranno contro una concorrenza inesistente, dovremo abituarci a vedere un first-party poco più che discreto; in caso contrario, un’altra serie Microsoft cannata. Carta canta, e non ci dispiacerebbe vedere impegnata Ruffian Games su qualcosa di più "serio".

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