Recensione – Lost Planet 2 (Xbox 360)

di • 9 luglio 2010 • RecensioneCommenti (0)1089


Titolo: Lost Planet 2
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Capcom
Publisher: Capcom
Data di uscita: 11 Maggio 2010

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Lunghi anni sono ormai trascorsi e il pianeta EDN III, un tempo inospitale landa ghiacciata, è ora coperto da una imponente, rigogliosa e lussureggiante vegetazione. Lo stesso Wayne sembra essere sparito nel nulla, impossibile trovarne traccia nonostante si tenti ancora invano di trovare segni della sua presenza… Tutto ciò è frutto di un oculato percorso di sviluppo? Scopriamolo insieme.

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A distanza di circa tre anni, Capcom ci propone il sequel di uno dei più apprezzati shooter in terza persona dei passati cataloghi videoludici, seguito di quel Lost Planet: Extreme Condition che brutalmente materializzò nei salotti di tutte le abitazioni ambienti gelidi ed inospitali nei quali la unica possibilità di sopravvivenza fu la continua ricerca di una minima riserva di calore. Sempre che gli Akrid, le solite aberranti mostruosità venute da un siderale universo, usassero la buona creanza di risparmiare al giocatore infinite sofferenze.

Lost Planet 2, al contrario del suo predecessore, catapulta il giocatore in un mondo che pullula di calda vita, di ghiacci nemmeno l’ombra: una bella sterzata al concetto di ambientazione! La stessa rivoluzione applicata alle location, in quel di Osaka, hanno ben pensato di applicarla anche al gameplay trasformando LP2 in un titolo prettamente improntato al multiplayer: fondamentale sarà, quindi, cooperare per risolvere le situazioni più concitate e arrivare al checkpoint. E gli Akrid? Vi domanderete, si saranno estinti? E con un evidente sorriso di sbeffeggio in volto comunichiamo che essi sono ora ancora più incazzati! Ma non erano allergici al caldo? Evidentemente no! Si direbbe quasi che le miti temperature abbiano giovato a questi "agnellini", facendoli crescere a dismisura nella stazza e nella pericolosità… Che dire, Darwin ha proprio ragione!

Catapultati di fazione in fazione, con uno sparuto manipolo di compagni, attraversemo i sei capitoli che compongono la pretestuosa trama (già, ancor più di quella del primo episodio) alla ricerca di Data Post che prontamente saranno attivati per garantire un sicuro punto di respawn in caso di prematura morte, eventualità tutt’altro che remota, e che garantiranno un incremento della comune riserva di energia. Non mancheranno scontri con avversari umani né tantomento megalitici Akrid dalle dimensioni impressionanti che costringeranno il party a lavorare di "fino" per poter averne la meglio. Come supporto alla propria attività di distruzione di massa, gli sviluppatori di Capcom non hanno lesinato in quanto a risorse messe a disposizione del giocatore; una impressionante armeria è disseminata nei livelli di gioco, dando agli utenti accesso a potenti armature meccaniche chiamate Vital Suite, micidiali armi da fuoco, tecnologici laser e perfino una sorta di scudo anti-sommossa capace di estendersi per proteggere più personaggi da tutti attacchi.

[img alt='No, non sta sparando alle piante.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1985/picture112623.aspx[/img]

Vista in tale ottica, Lost Planet 2 sembra la "terra promessa" del videogamer, ma questa impronta marcatamente indirizzata verso il gioco cooperativo è uno dei difetti, il maggiore forse, della produzione nipponica. Giocare in solitario, senza amici, è frustrante se non impossibile in alcuni frangenti per via dell’intelligenza (?) artificiale dei compagni virtuali: fantocci in preda a spasmi apoplettici incapaci di compiere autonomamente la benché minima azione. Sovente sarà necessaria una spiccata cooperazione per uscire indenni da concitate situazioni ma, laddove una mano umana saprebbe dare un valido contributo, l’IA reagisce in modo ridicolo causando puntualmente il fallimento dell’operazione. Evidente questa mancanza, ad esempio, durante lo scontro ambientato su un treno che corre lungo il deserto: mentre un colossale Akrid farà spuntini con le carrozze e dopo essere giunti al locomotore dotato di una potente mitragliatrice, si dovrà dar vita a una corsa contro il tempo per la sopravvivenza. Se la giusta tattica da applicare è sparare al mostrone, raffreddare il mitragliatore, caricare il mitragliatore di nuove munizioni disseminate sul treno, e sembra facilmente attuabile con un gruppo di amici, risulta impossibile da realizzare con l’ausilio di commilitoni artificiali che in tale situazione rimarrano immobili in attesa della loro inevitabile morte. Questo è solamente uno dei comportamenti "scriptati" che faranno letteralmente saltare le staffe anche al più pacato videogiocatore esistente sulla terra.

Durante l’evoluzione da pacato a miscredente ed imbufalito player, giocherà un importante ruolo anche un’errata collisione dei poligoni che costituiscono lo scheletro dello scenario di battaglia. Imprevedibilmente, con casualità impressionante, si verrà sbalzati via da postazioni sopraelevate, si cadrà da sporgenze prima di allora solidissime e si precipiterà all’interno delle texture stesse:  era proprio necessario risparmiare sui tester dei QA? A tale quesito Capcom non vorrà certo  rispondere. Da non sottovalutare il sistema di controllo, identico a quello del primo episodio, dalla inusuale caratteristica di rallentare il ritmo di gioco con scelte di design che, invece di snellire l’azione, la complicano esponenzialmente. Senza logica assegnare allo stick destro del gamepad esclusivamente i movimenti sul piano orizzontale delegando ai bumper LB ed RB la funzione di rotazione dell’inquadratura. Ulteriore cruccio nelle fasi più caotiche!

Un peccato per queste gravi lacune che minano il gameplay e la fruibilità del titolo, perché MT Framework 2.0 (il middleware utilizzato) riesce a generare paesaggi dalla grafica mozzafiato, texture dettagliate e a riprodurre effetti sonori apprezzabilissimi. A nulla valgono eccellenti modelli poligonali, tremendi boss di fine livello e battaglie imponenti se i gravi errori realizzativi sono gli unici protagonisti di uno spettacolo che avrebbe potuto sbancare i botteghini.

Valutazione finale

Presentazione: 7
Menù funzionali e di rapida interpretazione. Introduzione breve ed in alcun modo "rivelatrice" dei fatti.

Gameplay: 6
L’impronta tutta multiplayer voluta da Capcom miete le prime vittime. Obbligatoria, per gustare il titolo, è la presenza di compagni reali: IA inadeguata. Sistema di controllo inadeguato alla freneticità dell’azione.

Grafica: 8.5
Ottime le texture ed eccellente la caratterizzazione dei personaggi. Curati ed colossali i boss nei quali ci si imbatterà. In alcuni frangenti l’errata collisione dei poligoni pregiudica eccessivamente la fruizione del titolo.

Sonoro: 7
Evocative quanto basta le musiche di sottofondo, nella norma gli effetti sonori. Anche Lost Planet 2 non è stato dotato di un doppiaggio in lingua italiana: quanti titoli saremo ancora costretti a giocare soltanto con i sottotitoli? Necessaria una netta inversione di tendenza.

Longevità: 7
Nel caso di vogliano acquisire tutti i 1000 punti sbloccabili messi a disposizione dal titolo, sarà imprescindibile affrontare la campagna per un totale di 4 volte (una per ogni livello di difficoltà di gioco). Giocare in modalità "Estrema" è praticamente da suicidio coronarico.

Multiplayer: 9
Croce e delizia di Lost Planet 2. L’intero impianto di gioco è basato su di esso. Divertimento assicurato per chi gioca in compagnia, ma… per gli altri? Solo frustrazione.

Voto complessivo: 7

Le potenzialità di Lost Planet 2 sono di fronte agli occhi del grande pubblico sin dalle prime apparizioni. Ambienti evocativi e sanguinose battaglie non fanno, purtroppo, che mettere in evidenza quanto visto fino ad ora: come per le demo rilasciate da tempo sui servizi di digital delivery, il tutto ruota esclusivamente intorno alla fruizione in multiplayer. Le mancanze tecniche realizzative per la sezione gioco solitario penalizzano un titolo dall’innegabile appeal. Attendiamo opportune correzioni e necessari bilanciamenti di gameplay per un possibile prossimo episodio.

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