Alan Wake

Alan Wake, il thriller-psicologico di Remedy

di • 12 maggio 2010 • RecensioneCommenti (1)2081

Un foglio bianco. Di un bianco accecante, quello che mi ritrovo ad osservare. Lo stesso che Alan, lo scrittore protagonista del nuovo titolo firmato Remedy, ha guardato per ore, giorni, forse settimane, prima di partire per il suo lungo e interminabile viaggio in compagnia della moglie Alice. Il mio foglio è ormai cosparso d’inchiostro, anche se virtuale. Quello di Alan, purtroppo, è rimasto candido. Almeno fino al suo arrivo a Bright Falls.

Alan Wake è un action-adventure o presunto tale, dalle tinte horror e dal sapore tipico di un thriller di Stephen King, cui peraltro si lascia andare a evidenti citazioni. È il titolo di punta della line-up Microsoft per il 2010. È il titolo che tutti, ammettiamolo, abbiamo atteso per ben sei anni e che il 14 maggio sarà finalmente disponibile nei negozi. Io l’ho giocato in anteprima per XboxWay.

Alan Wake, forse, non è esattamente il ritratto delle vostre né delle mie aspettative, è qualcosa di diverso. Di migliorabile, senza dubbio, ma ciò non mette in discussione la qualità complessiva della produzione Remedy, di sicuro una spanna sopra gli ultimi titoli approdati su Xbox 360, che può andarsi a collocare, senza timore alcuno, tra i migliori prodotti ad oggi disponibili sulla console di Redmond.

È interessante sotto il profilo della narrazione, perché ripropone, con le giuste accortezze, quella che è la struttura dei serial televisivi di successo. E lo fa in modo innovativo, attraverso sei episodi dal ritmo incalzante, mozzafiato, collegati tra loro dai famosi, e a questo punto immancabili, riepiloghi delle puntate precedenti. Ma è una storia che spicca anche per la sua atmosfera. Originale quanto basta, raccontata con attenzione e maestria, e conclusa da un finale soddisfacente, sebbene palesemente aperto verso un possibile seguito.

Sono molto contento del finale“, ha dichiarato Sam Lake, autore della storia di Alan Wake, ai microfoni del Guardian. “Ci sono molte soluzioni in questi casi, ma in un gioco come questo è molto importante raggiungere una conclusione soddisfacente. Allo stesso tempo, però, c’è bisogno di una piega thriller, di un’apertura verso ulteriori storie, e credo che ci siamo riusciti.

La piega thriller c’è, eccome. Tanto che il gioco, nonostante la spettacolarità di alcune fasi (molte, specie nel finale), diventa quasi un survival horror à la Resident Evil, seppur con le dovute differenze, sia in termini di gameplay, sia in termini di nemici, diversi, e non solo “esteticamente”. Alan deve contrastare le creature nate dalla sua stessa immaginazione, i “Posseduti”, controllate da un’entità oscura il cui unico punto debole, è facile intuirlo, è la luce. Largo dunque a torce, bengala, fari e granate accecanti, che vanno ad affiancarsi ad armi più classiche: fucili e pistola, la lista è breve. L’uso combinato della torcia con quest’ultime sarà fondamentale dall’inizio alla fine del gioco, attraverso quelle foreste buie e tempestose che ne costituiscono l’ambientazione principale.

Il gameplay è dunque rinfrescato dall’aggiunta di questo diversivo “luminoso”, che contribuisce, e non poco, alla creazione di un’atmosfera da brividi, complice una realizzazione tecnica maniacale e un motore grafico in grado di gestire luci e ombre con assoluta agilità e realismo. Mai come in questo caso, il fattore grafica diventa parte integrante del gameplay e ve ne renderete conto nel momento in cui salterete sulla sedia in preda al panico, ingannati dalla vostra stessa ombra. Capiterà in più di un’occasione, garantito.

Il gioco dura poco più di dodici ore alla difficoltà “Normale”, la più semplice fra le due disponibili fin da subito. La modalità “Incubo”, la più ostica, si sbloccherà alla conclusione del gioco: piccolo espediente per incentivare un ritorno in quel di Bright Falls, altrimenti poco motivato. Ma Alan Wake va assaporato a piccole dosi, ogni episodio sembra essere studiato appositamente per una sessione di gioco, anche se sarà difficile resistere alla tentazione di iniziare subito con il seguente, “colpa” dei cliffhanger con cui ogni puntata viene bruscamente conclusa.

Sono comunque dodici ore molto intense, guidate da una storia che non si limita al ruolo di linea guida per lo sviluppo delle azioni del giocatore, ma che è invece parte integrante dell’intera esperienza. È una storia che prenderà vita, nel vero senso della parola, sotto i vostri occhi, sotto i vostri polpastrelli: il ritrovamento di pagine manoscritte lungo il percorso vi anticiperà alcuni degli eventi che succederanno, sempre che siate disposti a farveli leggere dalla voce narrante di Alan. Una voce che vi terrà compagnia anche durante le fasi giocate.

La storia è il mezzo che guida il giocatore attraverso il gioco e il suo mondo“, continua Sam Lake. “Detto questo, il percorso in cui si trova il giocatore è piuttosto vasto a volte, e durante l’intera avventura ci sarà molto da esplorare, ma non si tratta di un’esperienza free-roaming.

Non siamo di fronte a un GTA dell’orrore, per essere ancora più chiari. Alan Wake è un’esperienza completamente story-driven, cinematografica ed emozionante. L’assenza di una modalità multi-giocatore testimonia l’impegno di Remedy nel focalizzare tutti gli sforzi sull’aspetto narrativo del gioco. Una scelta che va forse a discapito del gameplay, sacrificato nella sua profondità e per questo leggermente ripetitivo: l’obiettivo di Alan sarà costantemente quello di sopravvivere nel suo cammino attraverso foreste infestate da nemici, di notte, con l’affannoso intento di raggiungere il prossimo check-point. La luce verrà in suo soccorso, specie quando i nemici saranno troppi e l’unica soluzione sarà quella di scappare con un accecante bengala tra le mani.

In soccorso del giocatore arriveranno invece le (poche) fasi diurne, calme e rilassanti, che scandiscono l’evoluzione dell’avventura con una cadenza quasi ritmica: il giocatore potrà parlare con i personaggi, indagare su alcuni avvenimenti e, perché no, godersi i fantastici panorami di Bright Falls sotto una luce, ed è il caso di dirlo, diversa.

Alan Wake è l’esclusiva di cui Microsoft aveva bisogno. Un gioco che ridotto all’essenza del suo gameplay (e vi invito a non farlo) non brilla per profondità e che rischia addirittura di risultare monotono in più di un’occasione, ma che si fa giocare con scioltezza. Ti coinvolge, ti emoziona, e per questo ti diverte, ti inghiotte nel suo mondo e ti rende partecipe di un’esperienza paranormale e allo stesso tempo incredibilmente realistica. La sua storia si mescola alla perfezione con le meccaniche di gioco, tanto da riuscire a colmarne quasi in toto le lacune. Se il videogioco vuole diventare vero intrattenimento da salotto, questa è la strada da seguire. Svegliatevi.

Valutazione generale

Presentazione: 9
Stile tipico di un romanzo thriller. Struttura da serial televisivo. Personaggi carismatici. What else?

Gameplay: 8
Non ci aspettavamo tanto, ma non ci sarebbe dispiaciuta una maggiore profondità e varietà di soluzioni per contrastare i nemici. Ciononostante, diverte: è incredibile come la storia riesca a innestarsi nelle viscere del gameplay, arricchendolo con la sua atmosfera.

Grafica: 9.5
Nonostante i sei anni di sviluppo lasciassero spazio a più di una preoccupazione, Alan Wake ha l’impatto grafico che ci aspettavamo. Regge il confronto con la concorrenza e ha tutta la personalità di un titolo del 2010. Da segnalare solo qualche problemino con il v-sync e sporadici cali di frame-rate. Il resto è spettacolo puro.

Sonoro: 9
Una delle più azzeccate colonne sonore in assoluto va a fare da contorno a un primo piatto di effetti sonori coinvolgenti, di sicura atmosfera. Il doppiaggio in italiano è sopra la media delle produzioni odierne e non fa rimpiangere in modo eccessivo il parlato in lingua originale, che resta comunque superiore.

Longevità: 8
Circa dodici ore per portare a termine l’avventura. Consigliamo di giocarlo in pillole, la stessa struttura episodica del gioco vi aiuterà a questo scopo. Una volta finito, sarete portati a rigiocarlo semplicemente per provare la difficoltà “Incubo” e farvi inghiottire ancora una volta da Bright Falls.

Multiplayer: ND
Assente.

Voto complessivo: 9

Thriller psicologico, action, survival horror. Alan Wake.

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