Recensione – Splinter Cell: Conviction (Xbox 360)

di • 28 aprile 2010 • RecensioneCommenti (0)869


Titolo: Splinter Cell: Conviction
Genere: Stealth action
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Publisher: Ubisoft
Data di uscita: 15 Aprile 2010

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Sam Fisher è tornato. E questa è già una notizia perché, dopo anni di tormentato sviluppo presso gli studi canadesi di Ubisoft, Splinter Cell: Conviction è finalmente nelle case di tutti gli appassionati. Si tratta di un ritorno particolare, incazzato e con tanta voglia di vendetta dopo i fattacci di Double Agent che segnano soltanto un prologo alla "rivoluzione" in termini di gameplay e trama che l’ultima fatica del team di Montreal vuole evidenziare. Col senno di poi, infatti, la deriva action dello stealth per eccellenza sembra la naturale evoluzione di una serie sull’orlo dell’implosione su meccaniche e intrecci fin troppo collaudati.

[img alt='Non potete immaginare quante volte vi salverà la vita...']/immagini/Giochi/category1961/picture111847.aspx[/img]

Ma procediamo con ordine. Conviction è la storia di un uomo, di un padre – altra novità da non sottovalutare – che, privato dell’amore di una figlia poco più che adolescente, è alla ricerca di una verità custodita con gelosia dai servizi segreti manco fosse la mappa per il Santo Graal. Col procedere della storia, ci accorgiamo che tanto mistero nasconde problematiche di ben più ampio respiro e che, dopotutto, il vecchio Sam non è stato vittima di un… cosa, non ha senso spoilerare il finale proprio ora che Splinter Cell ne ha uno "decente"? Giusta osservazione, sarà meglio spostarsi sulla valutazione di altri elementi.

Abbiamo parlato di deriva action e, in effetti, non mancano i motivi buoni per utilizzare un’espressione del genere. Innanzitutto, come ogni prodotto action-oriented di questa generazione, il titolo Ubisoft fa largo uso di un sistema di copertura abbastanza intuitivo e ben calato nel contesto spionistico: Sam avrà l’opportunità di "attaccarsi" a mò di ventosa alle superfici che man mano gli verranno proposte e, nel caso venisse scoperto, di lasciare un’ombra indicante l’ultima posizione nota al nemico. L’espediente, oltre a risultare piuttosto suggestivo visivamente parlando, da anche l’impressione di essere più preparati, più svegli dell’intelligenza artificiale (che di per sè non è molto reattiva); spesso potremo prendere i malcapitati alle spalle e, grazie all’effetto sorpresa, scegliere se lanciarci à la Rambo contro di loro o metterli al tappeto in silenzio, uno per volta. Soluzione, quest’ultima, che ci permetterà di approfittare del cosiddetto marca e colpisci: attraverso una o più uccisioni nell’ombra, il buon Fisher potrà sfruttare un puntamento automatico con cui stendere fino a quattro nemici – l’abilità va "coltivata" in base all’arma scelta – alla sola pressione del tasto. Una tale semplificazione del gameplay, comunque opzionale, corrisponde a momenti di autentica gratificazione che spingono l’utente a dosare la propria furia omicida in favore del freddo calcolamento tipico della serie; per questa scelta, Ubisoft porta a casa sia la botte piena che la moglie ubriaca. Manca il classico trascinamento dei corpi, ma l’assenza è ben giustificata dalle meccaniche del gioco; che senso ha nascondere qualche cadavere se, in fin dei conti, ne faremo altre decine a suon di rumorose pallottole?

Due ulteriori novità, sul versante della giocabilità, concorrono ad allungare l’esperienza solitaria del nostro feroce protagonista. Si tratta degli interrogatori di "fine livello", se di livelli si può parlare, e delle armerie che troverete dislocate per le mappe del gioco. Grande protagonista nei video rilasciati dagli sviluppatori, la possibilità di estorcere informazioni ai cattivi di turno in tempo reale e con l’utilizzo attivo degli scenari è senza dubbio tra gli aspetti più accattivanti di Conviction: sebbene il tutto si racchiuda a un rettangolo di dimensioni non troppo elevate e l’interazione al suo interno si limiti a un numero di quattro – cinque oggetti, la resa visiva del Q&A forzato coinvolge il giocatore in un’atmosfera di disperazione e violenza che raramente abbiamo apprezzato nel mondo dei videogiochi. Avrete notato che la trama affonda le radici proprio nell’ira di Sam, e tecniche come la sopraccitata non fanno altro che portare un forte contributo alla sua credibilità. Punto a favore della longevità, invece, le "cassette" di armi consentono di personalizzare, nei paletti di tre aggiornamenti massimi imposti dal developer, l’arsenale del buon Fisher (che resterà lo stesso nella co-op degli altri due agenti segreti); mirini ottici o laser, questo sarà il dilemma – specie se amate l’equipaggiamento ad alta tecnologia.

[img alt='Il visore notturno tarderà a farsi vedere ma sarà protagonista di alcune scene interessanti.']/immagini/Giochi/category1961/picture111848.aspx[/img]

… Altri due agenti segreti? Non ce ne voglia Sam ma, in effetti, l’uomo-ombra ex NSA non è l’unico protagonista dell’ultimo Splinter Cell: grazie alla storia cooperativa articolata in sei location diverse nonché giocabili nei panni di Archer e Kestrel, i giocatori potranno avere le idee molto più chiare su quanto ha realmente scatenato le vicende di Conviction – e prolungare il divertimento, senza considerare le Operazioni Segrete à la Spec Ops di Modern Warfare 2 – per almeno tre ore in compagnia. A proposito di longevità: non possiamo dirci del tutto soddisfatti delle sue performance sia nella campagna principale, variabile tra le dieci e le dodici ore, che nel (leggermente affetto da lag) multiplayer per un massimo di due giocatori; finché non sarà sfatato il tabù della coppia, per quante modalità possano essere create, qui tre non troppo dissimili tra loro, il titolo Ubisoft non potrà mai godere di reali ambizioni in questo campo.

Se c’è un reparto in cui il franchise ha sempre primeggiato, d’altro canto, è quello grafico. Considerando la sua travagliata nascita e l’utilizzo del middleware Unreal Engine 3, l’ultimo episodio della serie non si è fatto attendere per questa o quella particolarità visiva; bisogna riconoscere, tuttavia, che l’attento lavorio stilistico della softco. nordamericana è riuscito a coprire, anche con l’intervento di un originale (ma già visto) bianco e nero negli assalti silenziosi, le magagne derivanti dalla pochezza poligonale dei nemici e da sporadiche apparizioni di tearing. Il frame-rate è stabile, non segnaliamo casi di texture proposte in bassa definizione, mentre è ottima l’idea di sfruttare le ambientazioni come "menù degli obiettivi" per ridurre all’osso i momenti di pausa all’interno dell’azione e, soprattutto, stupire quanti sono sempre alla ricerca della più recente novità visiva.

In conclusione, Splinter Cell: Conviction rappresenta una decisa virata negli intenti degli sviluppatori per la serie: ne amplia gli aspetti narrativi, che non avevano sinora brillato, e pone l’accento sull’uso personalizzato delle armi. La possibilità di esporsi alla luce del sole e lanciarsi nella mischia contro l’avversario, con i pro e i contro delle animazioni, piacerà sicuramente a chi non è portato per gli stealth, poiché propone di sottrarsi alle consuete fasi di stallo che precedevano l’attacco dei nemici inermi; momenti di studio che, a nostro modo di vedere, offrono ancora le migliori soddisfazioni agli amanti del genere. A quando il multiplayer per più di due giocatori?

Valutazione generale

Presentazione: 8
Il pre-order pack inviatoci da Ubisoft costituisce un bel background per l’avventura principale; nulla da eccepire sulla realizzazione dei menù.

Gameplay: 8.5
Il gioco resta uno stealth, grazie soprattutto alla necessità di ricorrere a coperture pure in caso di assalto nemico; scomodo, infatti, gestire il buon Sam nei rari faccia a faccia, se non tramite il tasto B e la relativa uccisione rapida.

Grafica: 8.5
Il comparto grafico di Conviction è molto gradevole, grazie a novità come gli obiettivi stampati sugli scenari e l’uso tutt’altro che marginale del bianco e nero; i vari rinvii sono stati senz’altro d’aiuto agli sviluppatori che hanno potuto levigare ogni aspetto del gioco, nonostante la sua definizione generale non spicchi particolarmente.

Sonoro: 8
Ottimo lavoro per le voci dei protagonisti, un po’ meno per i nemici a spasso per il gioco che sembrano aver goduto di un unico doppiatore. Poco spazio per la colonna sonora di cui, comunque, non è possibile lamentarsi.

Longevità: 7
La campagna principale è piuttosto breve, ma la presenza di co-op e multiplayer online rimette il gioco in carreggiata.

Multiplayer: 7.5
Splinter Cell non è una serie online-oriented e si vede: il tetto dei due giocatori è ancora un problema cui, si spera, verrà posta prima o poi una soluzione.

Voto complessivo: 8.5

Ubisoft strizza l’occhio al casual gaming senza sacrificare l’anima di una serie che, perfezionata in alcuni tratti e priva di veri stravolgimenti, continuerà comunque a fare stragi tra gli amanti dell’azione silenziosa.

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