Titolo: Vancouver 2010
Genere: Sportivo
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Sega
Publisher: Sega
Data di uscita: 15 Gennaio 2010
La storia dell’intrattenimento videoludico è da sempre intrecciata al mondo dello sport. Anzi, a voler essere pignoli, il primo vero videogioco altro non era se non una scheletrica rappresentazione del tennis (Pong, per chi non fosse abbastanza vecchio da conoscerlo). Non stupisce quindi che alcune delle pagine più gloriose del videogioco siano coincise con le versioni digitali di grandi eventi sportivi come le Olimpiadi, basti citare tra tutti Track ‘n Field e Epyx con i suoi Summer Games di commodoriana memoria. Se pensare a certi capolavori fa ancora oggi scendere la classica lacrimuccia di vecchi giocatori come il sottoscritto, non possiamo negare di aver avuto lo stesso impulso provando Vancouver 2010; peccato che i motivi alla base del pianto siano alquanto differenti.
[img alt='La riproduzione dei personaggi e dei loro movimenti non delude.']/immagini/Giochi/category1953/picture111094.aspx[/img]
Dopo un primo assaggio olimpico con Beijing 2008, celebrativo delle Olimpiadi cinesi e commissionato a Eurocom Entertainment, Sega ha pensato bene di sviluppare in casa questo nuovo capitolo olimpico di bianco vestito. Ma ha pensato davvero bene? Se da un canto Pechino 2008 vantava un gameplay davvero esasperato e faticoso che lo rese un titolo più capace di provocare la distruzione dei joypad e l’amputazione traumatica delle falangi che soddisfazioni ludiche, questo Vancouver 2010 sembra essere stato programmato all’insegna del minimalismo. È indubbio che le discipline invernali non godano di grande varietà, ma gli sforzi della software house giapponese per riprodurre fedelmente e godibilmente tali discipline sono stati davvero limitati. Sin dall’avvio abbiamo assistito a una rappresentazione di triste pochezza, sia in termini di contorno dell’esperienza che di gameplay vero e proprio. La componente grafica è discreta, ma non vi è alcun intermezzo, o introduzione, a parte i tutorial interattivi, e vincere non comporta alcuna gratificazione…perfino la già citata Epyx, trenta anni fa, aveva dato maggior merito ai nostri sforzi. Le meccaniche di gioco sono alquanto ripetitive, anche per colpa, come dicevamo, delle discipline stesse, e non sembrano far presa in alcun modo sul casual gamer. Probabilmente, in quanto natio della soleggiata Sicilia e quindi pressoché estraneo al fenomeno neve, non sono riuscito a calarmi molto nell’atmosfera; dubito comunque che un qualunque videogiocatore, forse neppure un esperto sciatore, possa trovare grandi stimoli nel prodotto sotto analisi. Resta anonimo persino il commento audio, in cui trova maggior spazio l’effettistica delle discipline, una scelta peraltro adeguata, riteniamo, per riprodurre l’ovattato senso di isolamento di cui gli sport invernali abbondano, piuttosto che jingle e l’entusiasmo del pubblico ai margini.
Vancouver 2010 non è il peggior gioco della storia dell’umanità, ma di sicuro uno di quelli particolarmente insipidi, insignificanti, privi di presa e tirchi nell’elargire soddisfazioni. Una veloce scorsa a un tabellone delle gare basterà a lasciarvi basiti, se non indifferenti. Forse il multiplayer tra amici in carne ed ossa donerà qualche ora di gradevole intrattenimento, ma questo non è un gioco per cui varrà mai la pena pagare un prezzo pieno.
Valutazione generale
Presentazione: 4
Quale? Se la trovate, fateci un fischio. Filmati ridotti all’osso, come i menù. Non ci siamo davvero, nel 2010, per un gioco olimpico, seppur Olimpiadi dei pochi.
Grafica: 6.5
Nulla che passerà alla storia, un compitino appena sopra la sufficienza a tutti i livelli.
Sonoro: 5.5
Il silenzio è realistico… gli effetti adeguati.
Gameplay: 5
Pur comprendendo le difficoltà nel riprodurre certe discipline, ci chiediamo: perché farlo? Prendiamo piuttosto atto che certi sport in video non funzionano.
Longevità: 5
Se avrete abbastanza fegato da tollerare la pochezza e la noia, le sfide potrebbero persino acchiapparvi, poiché, anche a causa dei fattori di cui sopra, sono abbastanza ostiche.
Multiplayer: 6
Riteniamo che solo una sana cura di sfottò e compagnia possa far bene a questo malato terminale. Ma al massimo si tratta di prolungare un po’ l’agonia.
Voto complessivo: 5
Assolutamente privo di infamia né lode. Il che non è un bel biglietto da visita per “il gioco ufficiale delle Olimpiadi Invernali”…