Recensione – GTA IV: The Ballad of Gay Tony (Xbox 360)

di • 2 novembre 2009 • RecensioneCommenti (0)985


Titolo: Grand Theft Auto IV: The Ballad of Gay Tony
Genere: Contenuto scaricabile
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Rockstar Games
Publisher: Take-Two Interactive
Data di uscita: 29 Ottobre 2009

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Nove mesi ci distanziano dal lancio di The Lost and Damned, la prima espansione del pluripremiato GTA IV. Eppure, mettendo mano al nuovo The Ballad of Gay Tony, pare d’essere tornati indietro nel tempo, ai "fasti" di San Andreas; non solo, fortunatamente, per il ritorno dell’amato paracadute.

L’ultimo lavoro di casa Rockstar evidenzia, fin dalle prime battute, una grossa diversità rispetto ai due predecessori: seppur con le solite meccaniche malavitose che distinguono la serie, le vicende della trama prendono piede nella zona bene di Liberty City, quell’area che era rimasta un miraggio per Niko Bellic e Johnny Klebitz (i due compariranno in diverse scene del gioco). Stavolta, grazie agli agganci del nostro protagonista, Luis Fernando Lopez, potremo entrarvi e uscirne a nostro piacimento.

[img alt='Pronti a saltare, con un occhio sul panorama mozzafiato.']/immagini/Giochi/category1593/picture108119.aspx[/img]

Il solo inizio di The Ballad of Gay Tony ci permette di conoscere a fondo l’antieroe di turno. Luis si trova in banca per conto del suo boss, Tony Prince (detto Gay Tony, per motivi fin troppo ovvi), mentre un gruppo di rapinatori fa irruzione uccidendo diversi ostaggi. L’ispanico non riporta danni, fornisce alla polizia una versione molto sintetizzata dei fatti e lascia il luogo dell’incidente; contatta, sulla strada di casa, il suo socio-capo e pianifica con nonchalance la sua giornata. Lopez è dunque un uomo di mondo (riformatorio per aver picchiato un insegnante reo di molestare sua sorella, carcere per spaccio di droga) che difficilmente si stupisce o mette i bastoni tra le ruote di persone che guadagnano da vivere con "sacrificio"; ne consegue una tavola di valori, come abitudine degli sviluppatori americani, tutta rovesciata e indigesta per quanti non apprezzano il free-roaming più discusso di sempre. Nessuna sorpresa, invece, sul fronte personaggi: come già successo in The Lost and Damned e GTA IV, il gioco ci propone diverse coppie, cominciando da Gay Tony – Luis, ma anche "relazioni" con Mori (per le corse a più mezzi) e lo stralunato Yusuf Amir (predilezione per l’uso dell’elicottero), che dovranno muoversi per la città a caccia di commissioni più o meno lecite.

Non viene offerto un vero e proprio punto di riferimento sulla mappa. E’ certo che, per forza di cose, ci ritroveremo spesso ad agire nell’ambito del Maisonette 9 e dell’Hercules, i club messi su da Luis e Gay Tony, per garantire la "tranquillità" dei clienti e incontrarci con svariati partner. Qui potremo misurarci con tre nuovi minigiochi: quello della sorveglianza, implicito nel nostro ruolo di bodyguard; quello del ballo, con cui conquistare il cuore (e non solo) delle tante ragazze disponibili a ritmo di musica; quello del bere, che non comporterà grandi conseguenze oltre alla classica sbronza. Altre aree di interesse sono l’appartamento del protagonista, in cui potremo cambiarci d’abito, riposare per sei ore (salvare il gioco) e guardare la televisione arricchita di nuovi canali; le abitazioni dei già citati Mori, Yusuf Amir, il russo Bulgarin e altri folli co-protagonisti, dove raccoglieremo i loro ordini per missioni sempre sul filo del rasoio; la casa di mamma Lopez che, con una punta di malinconia, ci farà tornare al passato e incontrare gli amici di un tempo, Henrique e Armando, purtroppo ancora legati alla delinquenza stradale. A questi ultimi, con un meccanismo sperimentato in The Lost and Damned, potremo chiedere veicoli e armi in caso di bisogno: il loro aiuto sarà necessario, particolarmente, nelle fasi iniziali del gioco, quando non avremo molte munizioni a disposizione e non ci resterà che rubare per non percorrere a piedi la sterminata Liberty City.

Esordio nel franchise, invece, per la schermata riassuntiva di fine livello, grazie alla quale osservare la percentuale di completamento e le proprie statistiche in merito. Un aspetto che, se da un lato – stimolando gli utenti alla rigiocabilità delle quest (mai possibile finora) – allunga la longevità, dall’altro pare mettere il prodotto su binari che non gli appartengono e, cioè, quelli di un ruolistico in cui è possibile cercare sempre e comunque il 100%. Viene meno, insomma, il profilo prettamente realistico che assumono le azioni una tantum, eseguibili quindi una sola volta come nella vita di tutti i giorni: l’osservazione è comunque relativa, visto che si parla di un’ulteriore opzione e non di scelta obbligata. The Ballad of Gay Tony, generalmente, si concentra sull’ampliamento di quanto già visto nella precedente espansione, più che sull’implementazione di altre funzionalità. Una prova di quest’affermazione, senza dubbio, è il numero esponenziale di veicoli e armi inseriti a confronto con il primo DLC: avremo la possibilità di guidare, tra gli 11 innesti, due nuovi elicotteri (il Buzzard, da assalto, e lo Swift), svariate auto sportive, lo scooter Faggio e il bentornato mezzo corazzato della N.O.O.S.E.; sono 8, d’altro canto, le armi che fanno la loro prima comparsa in GTA IV, compresi un SMG dorato, una carabina con proiettili esplosivi, le bombe "appiccicose" (complete di detonatore) e un’Advanced MG – il classico mitra da torretta. Decine di canzoni inedite (alcune dai milanesi Crookers) e una manciata di programmi televisivi, infine, completano il quadro dell’esperienza audiovisiva che sarà, come sempre, fornita dalla vivace colonna sonora del gioco.

[img alt='Due nuovi mezzi a confronto. Vista la loro resistenza, il risultato della sfida non è poi così scontato.']/immagini/Giochi/category1593/picture108117.aspx[/img]

Dal punto di vista tecnico, segnaliamo l’instabilità del frame-rate che aveva già accompagnato le avventure dei cugini Bellic, forte nelle fasi più concitate, e il sistema di puntamento che, sebbene sia stato, a detta degli sviluppatori, leggermente rivisto, continua a fare confusione tra i target. Stesso discorso per la scelta delle coperture, spesso difficoltosa, in caso di sparatoria interna ed esterna: difetti emersi in quest’ultimo episodio anziché nei precedenti soprattutto perché bisognerà ricorrere alle armi con insolita frequenza. Il comparto grafico, rimasto immutato rispetto al capitolo originale, stupisce ancora sotto determinati aspetti (quegli effetti di illuminazione e fumo che portano al crollo dei fotogrammi al secondo, per esempio), mentre per altri, come i movimenti grezzi dell’intelligenza artificiale, delude e ci riporta coi piedi per terra: d’altronde, è già passato un anno dall’uscita di GTA IV.

Ultima citazione per il comparto multiplayer. Non sono state fatte ulteriori aggiunte rispetto a quelle di The Lost and Damned ma è interessante sottolineare che, nell’ambito della Modalità Libera, avremo la possibilità di saltare con il paracadute da nove punti strategici della città: i migliori salti saranno registrati dal gioco che invierà i dati al Rockstar Games Social Club.

In conclusione, The Ballad of Gay Tony testimonia, attraverso un numero incredibile di personaggi (fortemente caratterizzati) e di storie emerse, che Liberty City avrebbe ancora tantissimo da raccontare. Peccato che il motore grafico e talune meccaniche di gioco comincino a mostrare i segni dell’età; altrimenti, non ci avrebbe sorpreso l’annuncio di una nuova coppia di espansioni scaricabili. Solo, ovviamente, per Xbox 360.

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