Titolo: Left 4 Dead 2
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Valve
Publisher: Electronic Arts
Data di uscita: 17 Novembre 2009
"Signore, dacci oggi il nostro shotgun, non ci indurre in imboscate e liberaci dai non-morti." (dal Vangelo secondo John Romero). E fu così che i ragazzi di Valve, notoriamente fervidi credenti, si adoperarono per la moltiplicazione degli zombie e delle mappe, aggiungendo nuove parabole e missioni per tutti i peccatori là fuori, tra cui il sottoscritto. Ed il Verbo si fece demo, e tutti o quasi poterono goderne; perché di godimento si tratta, ma non privo di una punta di rammarico.
[img alt='Salve amici, ci si rivede!']/immagini/Giochi/category1942/picture107952.aspx[/img]
Left 4 Dead 2 ti prende subito alla gola, con la rocambolesca intro che presenta i nuovi survivor, figli di stereotipi abbastanza noti a chiunque bazzichi la cinematografia made in Usa, che sembrano un filino piatti a primo impatto, ma comunque capaci di farsi amare in poco tempo; poi però ti frustra con la pochezza di opzioni della demo stessa limitata alla campagna in singolo e coop, lasciando nel mistero le nuove, attese modalità multiplayer. Ma ce la facciamo bastare, questa avventura nella parrocchia più infestata della storia dell’umanità, per scoprire che in fondo ci ritroviamo a casa; girovagando per i due capitoli tratti dalla storia, abbiamo subito la netta sensazione che ci siano delle sostanziali differenze, perfezionamenti, ma che il gioco sia attraente e vincente come il predecessore. La smorfia sul viso tradisce però l’impressione globale che tutte le differenze non facciano un gioco abbastanza diverso, per quanto sufficientemente migliore.
Il gioco ci regala un nuovo slot per un’arma secondaria, sempre e soltanto da combattimento ravvicinato (melee) grazie al quale potrete raccogliere gli oggetti più stravaganti per picchiare gli zombie, perfino una chitarra – il danno arrecato è tuttavia relativo. Da sottolineare la presenza di nuovi infetti "speciali": il Charger, che come dice il nome vi caricherà a testa bassa (evitabile tranne che nei casi di sapienti imboscate); lo Spitter, decisamente il meno riusciti di questi nemici, si limita a sputare chiazze di bile acida ed è molto fragile; per concludere il Jockey, un fastidioso bastardo che ti monta come un fantino (da cui il nome, appunto) e ti trascina spesso lontano dai compagni, dove non può essere abbattuto con facilità. Sono presenti, ovviamente, i vecchi "amici" infected in tutto il loro splendore, mentre una menzione particolare la merita lo zombie in tenuta antisommossa, una vera piaga quando si presenta poiché non può essere abbattuto con colpi frontali, ma solo dalle spalle; da qui la necessità di non affrontarlo in solitaria.
[img alt='Sopravviveremo?']/immagini/Giochi/category1942/picture107954.aspx[/img]
Anche l’inventario è stato rinnovato, con l’introduzione di una Boomer Bomb, una sorta di pipe bomb contenente l’odiato vomito del temibile nemico; in pratica, un oggetto un po’ ridondante. Nel kit medico fa la sua comparsa l’adrenalina, la quale comporta un aumento dei punti salute e prestazioni fisiche fuori della norma, se iniettata. Elemento molto raro è il defibrillatore, che (quasi) resuscita i compagni caduti; non siamo ancora riusciti a studiarlo come Dio (Romero?) comanda, appunto per la sua rarità. Aggiunte anche all’arsenale, con armi che sono nell’immaginario collettivo dei videogiocatori, come l’AK-47 e lo Spas.
Per quanto riguarda la difficoltà, a livello estremo L4D 2 appare addirittura più ostico del predecessore. Gli zombie non danno tregua e sono perfino meno soggetti al danno; per esempio, se li colpite a un braccio, godrete della gradevole amputazione e zampillamento di sangue, ma il nostro amico non morto se ne infischierà continuando a caricare. Di contro, anche l’IA dei nostri bot, se giocate in single player, è stata decisamente affinata ma, come per lo scorso anno, scordatevi di poter concludere campagne al massimo grado di difficoltà accompagnati dalla CPU.
In conclusione, non è il caso di tirare in ballo il mio ormai famigerato marchio di infamità della "mungitura"; per il poco che è ci dato vedere da questa demo, tuttavia, non siamo di fronte a nulla di clamorosamente innovativo rispetto al primo Left 4 Dead. Se questo non rappresenta un male per i fan del gioco, ci fa comunque riflettere sul fatto che queste nuove campagne avrebbero tranquillamente potuto essere rilasciate come contenuto scaricabile anzichè a prezzo pieno. Ci lascia piuttosto perplessi, inoltre, il reiterarsi di un’esperienza solitaria davvero sotto tono: si tratta di un gioco mirato al multiplayer, come e più del primo capitolo… Restiamo, infine, in attesa di scoprire le nuove modalità cooperative e versus per valutare se queste siano un’aggiunta davvero significativa che possa giustificare ulteriormente l’esborso di denaro in tempi di relativa abbondanza videoludica.