Recensione – Operation Flashpoint: Dragon Rising (Xbox 360)

di • 19 ottobre 2009 • RecensioneCommenti (0)939


Titolo: Operation Flashpoint: Dragon Rising
Genere: Tactical Shooter
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Codemasters
Publisher: Codemasters
Data di uscita: 09 Ottobre 2009

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Quando nel corso degli umani eventi una software house si prende quattro anni per produrre il seguito di un titolo indiscutibilmente valido, laddove altre case sfornano la stessa ciofeca ogni anno, cambiando solo la pettinatura dei protagonisti, arriva il momento di opporsi all’oppressione di un mercato dominato dall’opportunismo finanziario e combattere per la nostra stessa dignità di videogiocatori! Ehm… ok, ci siamo lasciati un po’ trasportare, ma il concetto di fondo resta valido.

Ci chiediamo davvero perché Codemasters abbia aspettato così a lungo per riproporre OF su console, dopo l’episodio per Xbox e a sette anni dal capostipite PC. Ma aldilà delle ormai endemiche disfunzioni del settore, forse la risposta ci è molto più vicina di quanto vorremmo sentire: la risposta siamo noi. Siamo noi videogiocatori che decretiamo vendite milionarie per custodie colorate contenenti data-disk piuttosto che per vere imprese di programmazione. Non dovrebbe pertanto stupire se una software house ci pensi bene prima di imbarcarsi in imprese costose che potrebbero non avere il ritorno sperato.

[img alt='Le ambientazioni ricordano molto quelle del primo Battlefield: Bad Company.']/immagini/Giochi/category1598/picture82790.aspx[/img]

Perché di sicuro: programmare 220 km quadri di mappa che funga da teatro bellico; implementare un’ottima, seppur imperfetta IA; riprodurre fedelmente un arsenale di vere armi contemporanee da far invidia al Pentagono… non sono impegni da prendere alla leggera. Tutto questo non si traduce però in un invito a correre in negozio e comprare OFDR. Poiché questo gioco è tanto, ma non è tutto… Operation Flashpoint: Dragon Rising vi ammalierà a prima vista con il suo gameplay pacato, meno nevrotico dei moderni FPS, sarà tentatore con le sue numerose opzioni strategiche, perfino malevolo con un ambientazione simil-sandbox che lascerà ampio respiro alla vostra libertà di scelta sul come portare a termine le missioni; sarà terreno di caccia per gli amanti del co-op, ma… Tanta carne al fuoco ha purtroppo il suo fumo ed odor di bruciato.

Non stiamo parlando fortunatamente del comparto tecnico, che è di prim’ordine, pur non raggiungendo vette eccelse di fotorealismo: non possiamo segnalare che sparuti problemi minori, come qualche texture di basso profilo e magari una palette di colori piatta, monotona. Anche la sezione audio è di qualità nelle realistiche esplosioni, un pò meno nel parlato, troppo spesso privo di alcun spessore nel suo pur benvenuto italiano. Là dove il gioco fa storcere il naso è nella sua stessa natura ed in alcune sue sfortunate implicazioni.

Cerchiamo di essere più precisi: un gameplay molto tattico si traduce in missioni lunghe e faticose, su una mappa ambiziosa; la carenza (od assenza a livello estremo) di checkpoint rende l’esperienza angosciante, poiché un errore significa dover ripercorrere minuti, se non ore, di gioco: un’ipotesi davvero probabile e frequente, considerato che Dragon Rising non perdona gli errori. Questo titolo, infatti, è il maggior nemico di sé stesso, con la sua dichiarata e ossessiva ricerca del realismo simulativo invoglia a giocare a livelli estremi, ma al contempo frustra con la loro brutalità. Di certo in tal senso non aiuta la scarna documentazione di guida, sia cartacea che a video; che diamine, i corpi scelti fanno mesi di esercitazioni e a noi tocca affrontare il massacro con qualche paginetta e misere istruzioni su schermo. I menù sono abbastanza funzionali, ma non si può certo dire che amerete utilizzarli nel bel mezzo di azioni concitate; tutt’altra storia quando si tratterà di programmare accuratamente le operazioni.

[img alt='Il reparto grafico non lascia spazio ai fronzoli ma è generalmente godibile.']/immagini/Giochi/category1598/picture82777.aspx[/img]

Altri colpi bassi al titolo sono portati dal comportamento non sempre irreprensibile di commilitoni e avversari. L’intelligenza artificiale c’è tutta ma siamo ben lungi dalla perfezione: riscontrerete momenti di blackout dei personaggi, sia amici che nemici. Ad esempio, a noi è successo di aver chiesto al pilota della jeep di raggiungere una certa località e lui è partito a razzo incuneandosi in un bosco, cercando di farsi largo abbattendo i tronchi… no comment. Va da sé che trattasi di episodi isolati, ma che presentandosi al momento sbagliato possono far gravi danni. Segnaliamo infine come la stessa mappa sandbox si ritorca in parte contro OFDR: la sua vastità infatti deve essere spesso attraversata senza mezzi di locomozione, il che allunga ulteriormente le missioni, in modo vacuo, per quanto realistico.

D’altra parte il lato forte del gioco è sicuramente nel possibile co-op fino a quattro umani, ideale per sostituire la CPU nel controllo del team ed evitare episodi come quello pocanzi menzionato. Questo scenario garantisce tensione e soddisfazione, sicuramente più di un comparto multiplayer non troppo esaltante, con le sue due sole modalità: deathmatch e attacco e difesa, che puntano su un numero di giocatori (otto) troppo esiguo per l’ampiezza delle mappe.

Vogliamo farci piacere l’ultima fatica Codemasters a tutti i costi, ma non ci riusciamo appieno. Il progetto è ambizioso, ben realizzato, ma forse sfora un tantino dai canoni usuali di videogioco: il risultato è un gioco per pochi eletti, pazienti strateghi in grado di sopportare i peggiori colpi bassi. Giocarlo a difficoltà ridotta è una piccola sconfitta per l’ego del giocatore, ma sfidare la sorte a livello estremo richiede una rara abnegazione e qualità tattiche; indubbiamente però, la soddisfazione riconducibile al raggiungimento degli obiettivi, potrebbe giustificare certi sacrifici… per tutto il resto, c’è Mastercard.

Valutazione Generale

Presentazione 8.1
Menu molto sobri, con un taglio alquanto cupo, quasi a ricordare l’incombente minaccia. Gradevole il tocco delle statistiche a video nei caricamenti, già visto in Grid, per citarne uno.

Grafica: 7.9
Tutto di ottima fattura, ma l’eccesso di verde e marrone nella vegetazione rende il quadro pericolosamente uniforme.

Sonoro: 7.8
Il menu è adeguatamente accompagnato con rara atmosfera, gli effetti sono notevoli, il parlato un po’ monocorde, ma su tutto vince l’emblematico silenzio della mappa. Una scelta azzeccata, pur non trattandosi di sonoro propriamente detto.

Gameplay: 8.3
Difficile non restarne affascinati, ma ancora più difficile padroneggiarlo e trarne soddisfazioni. La cooperativa porta il tutto ad un livello superiore, mentre i difetti non lo minano abbastanza da determinarne uno scadimento qualitativo.

Longevità: 8
Missioni infinite, punteggiate da fallimenti infiniti. A livello estremo occorrerà una buona fetta della vostra esistenza ludica. Anche qui vale quanto detto per il co-op.

Multiplayer: 6.9
La modalità online è forse la meno riuscita, e temiamo solo dei veri fanatici potranno riuscire ad apprezzarla appieno, pur non essendo disprezzabile in sé.

Voto complessivo 7.8

Operation Flashpoint: Dragon Rising è sicuramente un gran gioco, ma non per tutti. Forse non è neanche un gioco nel senso vero del termine, a causa della sua esasperazione.

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