Recensione – Velvet Assassin (Xbox 360)

di • 1 agosto 2009 • RecensioneCommenti (0)1171

Titolo: Velvet Assassin
Genere: Stealth
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Replay Studios
Publisher: SouthPeak Games
Data d’uscita: 08 Maggio 2009

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Dopo il rilascio di Metal Gear Solid e Splinter Cell il mondo degli stealth non è stato più lo stesso e, senza indugiare, si può affermare che la lungimiranza di Hideo Kojima e di Ubisoft abbia cambiato per sempre il mondo di questo genere di videogiochi.

Negli ultimi anni davvero poche software house hanno tentato di intaccare lo strapotere di Konami e Ubisoft; Replay Studios, invece, ha da poco rilasciato uno stealth ambientato nella Seconda Guerra Mondiale: Velvet Assassin.

In questo titolo, pubblicato da SouthPeak Games, ci troveremo a seguire le vicende dell’agente segreto Violette Summers, personaggio direttamente ispirato a Violette Szabo che durante la guerra fu di importanza cruciale per la riuscita della campagna alleata.
All’inizio del gioco la nostra eroina si ritroverà semi-incosciente in un letto d’ospedale. Durante la sua forzata degenza avrà modo di ricordare tutte le azioni che l’hanno portata a quel momento e spetterà a noi far sì che le sue memorie ci conducano sino alla fine dell’avventura.

Nonostante il background narrativo del titolo sia forte e ben ponderato, ci duole ammettere che la trama non va oltre le premesse iniziali proponendo una narrazione sempre più misteriosa e poco comprensibile, al punto che in alcune sezioni del gioco ci si chiederà per quale motivo si stia facendo una determinata azione.
Il racconto delle vicende sarà affidato a flashback e brevi cutscenes che interverranno alla conclusione delle missioni e in particolari punti dello svolgimento di esse.

La mancanza di una trama forte e avvincente, paradossalmente, finisce con il favorire il gameplay che, invece, fa da catalizzatore per tutti gli elementi che vanno a formare il titolo di Replay Studios.
Teniamo ben presente sin dall’inizio che Velvet Assassin è un titolo vecchio stampo che non porta innovazione alcuna e che fa di grafica e meccaniche "conservative" la sua vera forza. Una volta venuti a patti con queste premesse riuscirete a godervi senza troppe lamentele le circa dieci ore di gioco che il prodotto ha da offrire.

Sul piano del gameplay, il gioco SouthPeak Games utilizza la classica divisione fra zone di luce e zone d’ombra con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso. Durante le varie missioni dovremo sempre stare bene attenti a non camminare troppo in vista poiché ciò faciliterebbe di molto il "lavoro" dei nemici data la natura decisamente ristretta degli ambienti e le abilità sensoriali quasi innaturali dei Tedeschi. La scelta di utilizzare un potente impianto di illuminazione dinamica, per meglio delineare le aree a intensità di luce diversa, ben si sposa con l’esplorazione degli ambienti e la ricerca di materiali utili al procedimento delle missioni.

[img alt='Ascoltare i nemici sarà divertente ma non di fondamentale importanza.']/immagini/Giochi/category1920/picture101984.aspx[/img]

Nonostante Violette Summers avrà numerosi assi nella manica per eliminare i nemici silenziosamente, tutti i trucchi utili a passare inosservati sono stati posizionati a monte dai developer e raramente si avrà più di una scelta all’interno di una singola sezione. Questo tipo di decisione porta il giocatore ad agire sempre secondo parametri rigidi che rendono l’intera partita estremamente lineare lasciandoci ben poche decisioni, tutte di minore importanza rispetto alla riuscita generale della campagna.

Se la mancanza di libertà d’azione mina consistentemente il divertimento del titolo, la scarsa varietà di situazioni proposte e una non trascurabile quantità di bug danno il colpo finale ad un titolo con un potenziale interessante, basato tra l’altro su elementi piuttosto "nuovi" per il genere di appartenenza. Basti pensare che ci è capitato molto spesso, durante una missione, di venire scoperti senza motivo (eravamo perfettamente nascosti!) per via di alcune routine dell’ IA nemica che sembrano sfoderare abilità innate nei soldati, capaci di puntare dritti nella nostra posizione al minimo rumore o fastidio, eliminando del tutto il realismo delle loro azioni. Come se non bastasse, l’ulteriore scelta di limitare i ferri a nostra disposizione non aiuterà il giocatore che, in queste situazioni, si vedrà costretto a caricare dall’ultimo checkpoint perchè le meccaniche legate all’utilizzo di armi da fuoco risultano così legnose da impedire delle sessioni che sfocino nell’action e che ci permettano di superare incolumi un’area.

Unica innovazione apportata al genere, con questo Velvet Assassin, è sicuramente il sistema di crescita delle abilità della nostra agente. Nascosti nei livelli troveremo dei particolari oggetti che, una volta raccolti, garantiranno un certo numero di punti esperienza alla nostra eroina. Raggiunti i mille, avremo diritto ad una stella da utilizzare per aumentare le tre statistiche più importanti per un agente segreto, ovvero: Silenzio, Forza e abilità speciali.
Dobbiamo ammettere che aggiungere elementi RPG a uno stealth game è una mossa interessante ma, purtroppo come per il resto del gioco, viene sfruttata male: l’aumento di esse non comporta miglioramenti vistosi nemmeno sul lungo termine, risultando, di fatto, un semplice pretesto per spingerci a trovare tutti gli elementi secondari.

Passando a parlare dell’aspetto tecnico del prodotto, dobbiamo ammettere sin da subito che Replay Studios ha lavorato davvero bene e le ambientazioni sono risultate essere il lato meglio curato del titolo. Grazie ai giochi di luce ed ombre e a uno stile che utilizza palette di colori dai toni aggressivi, è stato colto in pieno il senso di "ambiente malsano" che la Seconda Guerra Mondiale trasmette. Il motore muove un buon numero di poligoni e le texture utilizzate rientrano nella media svolgendo perfettamente il loro lavoro, con qualche punta di eccellenza per la protagonista e alcuni elementi dello scenario. Negativo invece è il lavoro svolto sugli effetti particellari che poco convincono la vista e troppo ricordano alcuni titoli giocati nella passata generazione di console.

[img alt='Il motore grafico vanta giochi di luce ed ombre realistici.']/immagini/Giochi/category1920/picture101982.aspx[/img]

Il comparto audio rientra nella norma delle produzioni di questo genere e svolge il suo lavoro a dovere anche se non colpisce particolarmente in nessun aspetto, tranne che per il doppiaggio rigorosamente in lingue originali (Tedesco, Inglese e Francese). Le musiche riescono a tenere alta la tensione nel giocatore mentre i suoni ambientali sono spesso ripetitivi e poco convincenti.

In via definitiva si può dire che Velvet Assassin è un titolo pensato appositamente per gli appassionati dei giochi dalle meccaniche puramente stealth. Se riuscite a ignorare alcuni bug particolarmente fastidiosi allora potrete godere di un’avventura il cui unico scopo è quello di proporre una situazione, senza apportare modifica alcuna ai canoni classici del genere. Nel caso in cui cerchiate un prodotto fresco, con una storia avvincente e delle meccaniche innovative allora farete meglio a rivolgervi a giochi del passato, o ad aspettare l’ondata di uscite invernali.

Valutazione Generale

Presentazione: 5
La storia si poggia su elementi piuttosto freschi per il genere ma, purtroppo, non va oltre. La narrazione sarà sempre più confusa e misteriosa minacciando, sin da subito, l’interesse del giocatore per le vicende della protagonista.

Grafica: 7
Il comparto grafico si attesta su buoni livelli ed è capace di rendere ambientazioni realistiche ed appassionanti. Peccato per gli effetti particellari datati e di poco effetto.

Gameplay: 6
Le basi del gameplay poggiano su fondamenta consolidate e il prodotto fa di meccaniche lineari il suo punto di forza. Sufficiente per tutti gli appassionati del genere.

Sonoro: 6.5
Il doppiaggio originale per le tre lingue dei vari schieramenti di personaggi fanno si che Velvet Assassin guadagni qualche punto. Il resto, a parte le musiche, è nella norma e non stupisce per qualità.

Longevità: 7.5
Giocando le missioni a fondo e con prudenza si potranno sfiorare le dieci ore di gioco. Buona longevità per un prodotto simile, specialmente se si considera la mancanza di multiplayer e una scarsa rigiocabilità.

Multiplayer: Assente.

Voto Complessivo: 6

Il nuovo stealth dei Replay Studios si tiene su una meritata sufficienza soprattutto grazie ad un gameplay classico e alle ambientazioni di buona fattura. Se cercate un prodotto innovativo allora statene lontani, altrimenti può essere acquistato nei periedi morti per tenersi occupati.

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