Recensione – Bionic Commando (Xbox 360)

di • 17 giugno 2009 • RecensioneCommenti (0)766

Titolo: Bionic Commando
Genere: Arcade Adventure
Piattaforma: Xbox360
Sviluppatore: GRIN
Publisher: Capcom
Data di uscita: 22 Maggio 2009

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E’ innegabile che nessuno, a parte la sempre giustificata fame di profitti, abbia costretto Capcom a programmare l’esumazione del commando bionico dal cimitero di gloriosi eroi in cui aveva trovato riposo circa due decenni or sono. Certo, noi che l’abbiamo giocato, non ci sognavamo proprio di chiedere un seguito in 3D, consci delle difficoltà nell’adattare un gameplay così particolare. Eppure ci siamo ritrovati qui, reduci da una contenuta forma di hype, quella parolina di sole quattro lettere dall’imponderabile peso specifico, cercando di capire come e perché i ragazzi di GRIN abbiano potuto far tanto per Bionic Commando senza riuscire a concretizzare quasi nulla.

[img alt='La copertina di BC.']/immagini/Giochi/category1689/picture86934.aspx[/img]

Già, perché fa alquanto discutere la scelta di Capcom di affidare agli svedesi GRIN la rigenerazione di un tale caposaldo della storia del videogioco. Forse la carenza di fondi in questa congiuntura? Un nascosto legame di parentela con qualche dirigente dello staff? Torbide relazioni con la Noemi svedese di turno? Non ci è dato sapere, al momento, pertanto rimane la nostra perplessità dinanzi ad un tale incarico alla software house che nel passato recente si è macchiata di colpe, pardon, ha partorito giochi come Wanted: Weapons of Fate e Terminator: Salvation.

Occorre però sottolineare che GRIN si è data molto da fare nell’impresa, il che forse spiega l’esito meno favorevole degli altri giochi sopraccitati. Eh si, difficile non notare la cura del dettaglio profuso non solo nella ricostruzione di una credibile ambientazione post-atomica; l’altrettanto valida grafica ed animazione benché macchiata da un frame-rate instabile nelle fasi più concitate. C’è tanta dedizione anche nell’implementazione della meccanica del braccio bionico, il gadget che vi consentirà di spostarvi in guisa di arpione portatile, nonché di sferrare attacchi potentissimi. Ovviamente un simile strumento necessita di una buona sessione di allenamento per essere sfruttato proficuamente, ma ne vale la pena, anche perché rappresenta l’unica vera sferzata di novità in un gioco altrimenti debole, insipido.

[img alt='Il livello di distruzione non si avvicina a quello di Fallout 3, ma di certo noteremo non poche macerie nel mondo di Bionic Commando.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1689/picture82691.aspx[/img]

Abbiamo parlato della suggestiva location, ma occorre citare anche il suo lato oscuro, quei campi radioattivi, rappresentati dalla nebbiolina azzurra, che costituiscono la versione moderna dei muri invisibili. Non ci sarebbe nulla di strano, in fondo non stiamo parlando di un open world; peccato che spesso la loro localizzazione sia quantomeno bislacca, e vi ci imbattiate a tradimento con le ovvie conseguenze. È alquanto frustrante ritrovarsi in uno scenario tanto evocativo e non poterlo esplorare appieno, come avrebbe meritato. Pollice verso anche per il sistema dei checkpoint, che non sembrano essere stati posizionati con cura e vi costringeranno a rifare intere sezioni e sfilze di obiettivi per poter affrontare nuovamente la causa del vostro decesso. Ciò ci porta a sottolineare anche il livello di difficoltà disomogeneo e non proprio adatto ad un pubblico con problematiche di nervi: nonostante la non impeccabile IA sciorinata dal nemico, le occasioni per distruggere pad, console e tv si presenteranno presto, credetemi.

Ma la nostra più grande fonte di depressione è il feeling con l’arsenale del nostro commando. La pistola in dotazione restituisce una sensazione deprecabile, sia a livello audio che per impatto sul nemico. E non hanno miglior resa le armi successive, c’è ben poco piacere nell’utilizzarle perchè non danno una sufficiente sensazione di potenza. Se considerate che durante la maggior parte della storia vi ritroverete con la pistola d’ordinanza, la prospettiva non è certo entusiasmante per un titolo del genere.

[img alt='I limiti della cpu vi saranno chiari grazie al reparto multiplayer di BC. Quanto funzionava con i nemici virtuali non sarà sufficiente contro quelli umani.']/immagini/Giochi/category1689/picture82686.aspx[/img]

L’aggiunta della modalità multiplayer è sicuramente apprezzabile, ma decisamente di breve termine: giusto il tempo di esibirvi in una delle tante acrobazie concesse dall’arto bionico e capirete che è ben altra cosa applicarle ad un avversario umano, rispetto all’incerta IA provvista dalla cpu. Ciò non toglie che, in quel pur breve volgere di tempo, le sfide online potranno darvi grandi soddisfazioni.

Bionic Commando potrebbe essere utilizzato come didascalia per la frase "vorrei ma non posso". L’innegabile sforzo produttivo di GRIN ha partorito un gioco dalle grandi promesse raramente mantenute: c’è molto per gli occhi e per l’immaginazione, ma troppo spesso i nostri desideri e bisogni di giocatori vengono tarpati dalle limitazioni, vuoi della mappa, vuoi del gameplay. Nonostante ciò, Bionic Commando resta un buon tentativo, ma troppo incolore per riportare in auge i fasti dell’originale.

Valutazione Generale

Presentazione 7,1
Una lunga introduzione che fa il suo sporco lavoro, menu apprezzabili, nulla che passerà alla storia.

Grafica: 8.5
Uno dei punti di forza, soprattutto nella vivida rappresentazione della metropoli sfregiata dal fungo atomico.

Sonoro: 8
Si tratta di una produzione rimarchevole, con un doppiaggio non privo di spessore interpretativo.

Gameplay: 7.7
Un voto alto per via dell’arto bionico, che da solo copre molte magagne, ma non può fungere da ancora di salvezza in ogni reparto.

Longevità: 8
Completarlo non sarà semplice, sia per la curva di apprendimento che per la difficoltà intrinseca. Certi obiettivi non saranno amati dai fanatici del gamescore.

Multiplayer: 6.5
Anche qui l’arto bionico la fa da padrone, ma non può certo reggere la baracca da solo; in realtà c’è ben poco da segnalare.

Voto complessivo 7.2

Non speravamo di ritrovarci improvvisamente teenager, rapiti nel vortice del tempo da un titolo in grado di cancellare 20 anni; eppure c’erano delle possibilità in questo gioco, che resta un buon action ma troppo limitato per compiere simili miracoli. Forse è proprio questo il rimpianto maggiore: per l’occasione sprecata.

                                                  Articolo a cura di

Pierpaolo Di Natale
Redattore, XboxWay.com
Gamertag: Katarr0

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