Titolo: Afro Samurai
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Namco Bandai
Publisher: Atari
Data di uscita: 27 Marzo 2009
Samuel L. Jackson produce un anime sulle vicende di un samurai di colore. Porta in dote colonne sonore rap dal retrogusto gangster (ormai è segnato a vita, dopo le sue apparizioni in moltissimi film del genere) e tanta, tanta violenza.
[img alt='Afro in copertina.']/immagini/Giochi/category1826/picture94326.aspx[/img]
Nasce Afro Samurai, una miniserie a cartoni che raccoglie consensi e suscita critiche. Insomma, un lavoro all’americana che attira le attenzioni di Namco Bandai. Anime, videogiochi, il salto è veramente breve e le differenze, minime, si accorciano con facilità. Ne è la prova l’action sottoposto alla nostra attenzione: un titolo à la Ninja Gaiden che si lascia giocare e vedere sui canoni della sufficienza.
Il mondo di Afro vive in funzione della caccia a due fasce, quella del Numero 1 e del Numero 2 (lo so, il vostro falegname per 30000 lire sarebbe stato più fantasioso), che determinano la graduatoria dei combattenti più forti. Soltanto il possessore della Numero 2 potrà sfidare il primo tra tutti, mentre egli stesso sarà alla mercè di chiunque voglia batterlo. Poco più che bambino, il protagonista assiste alla morte del padre (l’allora Numero 1) e, venuto a trovarsi in un dojo per novelli samurai, si allena per cercare vendetta e per conquistare la seconda fascia.
E’ questo l’incipit di un gioco che, al pari del cartone cui è ispirato, sottostà a una mole di sangue e insulti degna di un b-movie vecchio stampo eppure mai fuori luogo. Nessuna censura per le scene più cruente del gioco, anzi: avremo modo di giocare, addirittura, a una sorta di poker nel quale risultare vincitori tramite lo smembramento di talune parti del corpo degli avversari – "godremo" di ogni singola goccia di sangue sui nostri monitor, neppure un "taglio". Un ulteriore momento di simpatia che alleggerisce una giocabilità, lo vedremo sotto, piuttosto ripetitiva.
[img alt='I corpi dei nostri nemici saranno martoriati dalle prime scene del gioco.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1826/picture83764.aspx[/img]
Veniamo al gameplay, dunque. Ci ha meravigliato, non lo nascondiamo, la trovata del passaggio di visuale, dal classico 3D a un "finto" 2D, che spezza il monotono fai-a-brandelli del titolo. Ma questo particolare non ha distolto la nostra attenzione da un aspetto drammatico di Afro Samurai: la telecamera ballerina e malposta alle spalle del protagonista causa non pochi grattacapi, specie nella realizzazione delle diverse abilità speciali (movimenti sui muri, colpi via concentrazione) che vengono assai rallentate mentre dovrebbero essere svolte, invece, con rapidità. Lo stesso discorso vale per le sporadiche sezioni platform (salti qua e là per le rocce disposte negli ambienti) che soffrono fortemente il problema di cui sopra. Altrettanto per l’uso della spada, reso "scattoso", supponiamo, a causa di una scelta di stile volta a evidenziare la potenza di Afro: avremmo gradito, in senso generale, una maggiore fluidità dell’azione, il cui ritmo viene già spezzato non solo dalle immancabili cut-scenes ma anche da dialoghi difficili da seguire e, alla lunga, noiosi.
La mancanza di modalità secondarie, e soprattutto di un supporto al gioco in multiplayer, abbassa notevolmente la longevità di un prodotto che comunque si attesta sugli standard del genere. Il nostro è un eroe solitario, non pensate quindi che si lascerà vedere su Xbox Live: avevamo pensato a diverse soluzioni per (almeno) una modalità cooperativa ma, evidentemente, Namco non ha fatto altrettanto.
[img alt='Afro Samurai è non un titolo per deboli di cuore.']/immagini/Giochi/category1826/picture83765.aspx[/img]
Il reparto grafico, sebbene risulti grezzo nella realizzazione di taluni ambienti e personaggi, resta molto fedele all’anime. Monocorde la realizzazione dei nemici secondari (quelli spediti contro Afro in attesa dei boss finali) che vestono pressochè tutti allo stesso modo pur non mancando di una certa caratterizzazione da imputare alla spettacolare regia. Singolare l’assenza di interfaccia (la classica barra della salute è stata rimpiazzata dal sangue sulla tenuta dei pg) che lascia al protagonista scena libera sui monitor dell’utenza.
Tirando le somme, Afro Samurai non è esente da difetti e, anzi, si fa deprimente in alcuni punti sia per la lacunosità della narrazione via flashback che per l’applicazione di controlli poco user-friendly. Il titolo Namco Bandai, ancora una volta, va consigliato ai fan della serie e a quanti ricercano un action senza eccessive pretese.
Valutazione generale
Presentazione: 7
Tutta l’atmosfera dell’anime in poche righe di codice.
Grafica: 6.5
Afro Samurai segue senza fronzoli lo stile del cartone. Le ambientazioni e i personaggi principali mostrano una cura maggiore rispetto agli elementi secondari.
Gameplay: 5.5
I problemi della telecamera e la monotonia di alcune azioni vengono in parte ripagate da trovate, come quella del "finto" 2D, che arricchiscono il gioco.
Sonoro: 8
Colonna sonora (a cura di RZA di Wu Tang Clan) e doppiaggio originali. What else?
Longevità: 6
Nella media del genere. Siamo stati delusi dall’assenza di modalità per il multiplayer, almeno offline.
Multiplayer: S.V
Voto complessivo: 6.5
Il confronto tra anime e videogioco, anche in questa occasione, finisce per avere un chiaro vincitore. Ma la controparte videoludica ha, comunque, una discreta voce in capitolo.
Articolo a cura di
Paolo Sirio |