Titolo: Just Cause 2
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Avalanche Studios
Publisher: Eidos
Data di rilascio: 2010
Los Angeles, ore 10:30 am – Viva la revolucion, era questo il motto del primo Just Cause. Un motto che, velatamente, si riflette sul sequel, Just Cause 2, presentato a Los Angeles in occasione dell’E3 09. Quello che abbiamo visto a porte chiuse allo stand Eidos, una versione già piuttosto avanzata per un titolo previsto in uscita nel 2010, mostra infatti, se non una vera e propria rivoluzione nel gameplay, sicuramente un cambiamento, un passo in avanti radicale rispetto a quelle che nel prequel erano delle idee appena abbozzate.
Peter Johnson, lead designer per lo sviluppo del prodotto, è molto chiaro fin dall’inizio. Prima di passare alla dimostrazione vera e propria, inizia ad anticiparci alcuni dati davvero impressionanti sulla struttura del mondo di gioco. Un’area enorme, tutta da esplorare e disponibile per intero fin dall’inizio, con un orizzonte visivo che supera i 1000 chilometri quadrati, e più di 100 veicoli (moto, elicotteri, barche e auto) tra cui scegliere per spostarsi al suo interno. Circa 60 missioni principali compongono la storia, che riprende le avventure di Rico Rodriguez, già protagonista del prequel, stavolta impegnato nella ricerca del suo acerrimo nemico Tom Sheldon.
[img alt='La caduta libera, realistica come mai prima, provoca più di un brivido.']/immagini/Giochi/category1735/picture71793.aspx[/img]
Inizia la demo. Ci troviamo a 2000 metri d’altezza, su una roccia. Il panorama è mozzafiato: sullo sfondo una vista incredibile di rocce e montagne, in basso una vasta distesa d’acqua cristallina. Senza esitazioni, il protagonista si lancia a caduta libera e inizia la sua discesa puntando un ponte. Quando diamine lo aprirà il paracadute? Mi chiedo. Un brivido lungo la schiena ed ecco che finalmente, a poche decine di metri dall’impatto con l’acqua, si apre. Il paracadute sarà completamente controllabile e non solo: sarà possibile, contemporaneamente, usare le armi.
Rodriguez atterra dolcemente su un motoscafo. Ne prende il controllo e si dirige verso il prossimo obiettivo: una base nemica da distruggere. A tutta velocità, quindi, si lancia col motoscafo verso il molo di quell’isoletta poco distante, poco prima dell’impatto salta con decisione e sfodera il rampino aggrappandosi ad un palo e mettendosi in salvo, per poi prendere copertura e proseguire la sua avanzata.
È qui che Johnson ci spiega, e poi ci dimostra, che le ambientazioni sono totalmente distruttibili. Davvero notevoli le esplosioni, con nuvole di fumo che si liberano nell’aria e offuscano la visuale. Non potevano fare altrimenti, d’altronde, i ragazzi di Eidos per rendere giustizia all’obiettivo primario su cui ruota l’intera esperienza di gioco: la distruzione. Il caos. Creare caos sarà, infatti, la missione di Rodriguez. Distruggendo una base nemica, prendendo di mira tutti i suoi obiettivi sensibili (centrali radio, silos, ecc), si attiveranno le missioni dell’area circostante, affrontabili liberamente, con ordine sparso. Ci saranno ovviamente delle missioni chiave per la storia ma, almeno sulla carta, pare si sia voluto eliminare il concetto di "sub-quest", mettendo tutto nelle mani del giocatore.
[img alt='Un modo poco ortodosso di prendere un elicottero. A meno che non ti chiami Rico Rodriguez.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1735/picture71792.aspx[/img]
Ma continuiamo. Distrutta la base, una nuova missione si attiva: l’obiettivo, stavolta, è salvare Blaine, un prezioso informatore che, a quanto pare, può esserci molto utile. Unico problema: si trova su un’altissima torre di controllo sotto assedio nemico, pronta a crollare da un momento all’altro per via delle continue esplosioni. L’unica soluzione è prendere un elicottero, salire fin là su, fronteggiare i velivoli nemici, lanciarsi sulla torre, recuperare Blaine e lanciarsi nel vuoto per mettere in salvo la pelle. Un gioco da ragazzi!
Una volta in salvo, o quasi, via sull’automobile! Eh sì, perché adesso inizia l’inseguimento! Qui scopriamo l’abilità, già presente nel prequel ma qui di gran lunga perfezionata, di saltare in corsa da un’auto all’altra, usando il solito rampino. Rampino che, tra l’altro, sarà anche possibile utilizzare contro i nemici per agganciarli e lanciarli a destra e a manca: uno, addirittura, è stato appeso a un palo!
Perché ho deciso di utilizzare una forma narrativa per quest’anteprima? In realtà non lo so, è nata così spontaneamente. Forse perché è davvero l’unico modo per descrivere degnamente quello che è Just Cause 2. Un gioco dinamico, frenetico, veloce. Spettacolare. Tanta azione, sparatorie a go-go, un’incredibile varietà. Niente male, eh? Ma abbiamo ancora diversi mesi, il gioco uscirà in un periodo non meglio precisato del 2010: un altro titolo da tenere d’occhio, ragazzi!
Articolo a cura di
Sergio Giannone |
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