Recensione – GTA IV: The Lost and Damned (Xbox 360)

di • 22 febbraio 2009 • RecensioneCommenti (0)894

Titolo: Grand Theft Auto IV: The Lost and Damned
Genere: Contenuto scaricabile
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Rockstar Games
Publisher: Take-Two Interactive
Data di uscita: 17 Febbraio 2009

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Non sarà l’evento dell’anno, ma di certo è una bella novità per il mondo dei videogiochi. E, in particolare, per la console Microsoft che ancora una volta fa da apripista nel settore del gioco online.

Soggetto dell’intero periodo è GTA IV: The Lost and Damned, prima espansione scaricabile esclusivamente per la versione Xbox 360 del free-roaming Rockstar di cui vi abbiamo parlato nella nostra ampia preview da Londra. In questa sede, invece, sviscereremo il solo reparto single-player, i suoi pregi e i suoi difetti.

Partiamo dall’inaspettato plus del contenuto scaricabile, la storia. Quest’ultima sorprende e si mostra matura persino per un prodotto stand-alone. Non ci asteniamo dal paragone con The Warriors, pellicola che aveva già ispirato la software house americana e che si fondava proprio sulla lotta di quartiere. Inscenata qui dai Lost e dagli Angels of Death, le due fazioni di bikers che da tempo si contendono Liberty City. Billy Grey, capo dei Lost, è appena uscito da una lunga riabilitazione e ha ripreso il controllo della banda di motociclisti scalmanati fino ad allora guidata, a causa della sua assenza, da Johnny Klebitz – il protagonista di The Lost and Damned. Dalle prime battute emergono vistose differenze tra i due, nonostante la vecchia amicizia che li lega: Johnny è un personaggio cauto, riflessivo, proteso verso la pace tra le due gang rivali; Billy rispecchia lo stereotipo del motociclista donnaiolo e guerrafondaio, esperto ma intenzionato a controllare tutte le attività illecite della città. Sensazione di deja-vù? Tranquilli, non siete gli unici ai quali il rapporto Billy-Johnny ricorda quello tra Niko Bellic e suo cugino Roman. Un fattore che, se da un lato potrebbe professare la scarsa originalità del booking, dall’altro ripercorre una strada indubbiamente di successo.

[img alt='Da sinistra verso destra, il vicepresidente e il boss dei Lost, Johnny Klebitz e Billy Grey' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1593/picture94588.aspx[/img]

La base operativa dei Lost è la clubhouse, il luogo in cui nascono tutte le loro "malefatte", ma nella quale potremo anche giocare a braccio di ferro, a carte od omaggiare i compagni defunti sulla strada; qui dormiremo per un massimo di sei ore, salvando in automatico la partita. Tutti i veicoli parcheggiati nei pressi dello stabile saranno immagazzinati e disponibili ogni qual volta lo desidereremo. E, a proposito di veicoli, sottolineiamo una innovazione mutuata dalla serie Mercenaries: tramite il nostro cellulare, potremo chiamare Terry e Clay per ricevere, rispettivamente, armi e moto in qualsiasi posto ci troveremo. Stesso discorso varrà per eventuali rinforzi da richiedere negli scontri armati; una piacevole introduzione nella serie, che rende perfettamente l’idea di una "associazione" unita nella conquista del potere.

Capitolo atmosfera: non si tratta di un semplice appesantimento dei filtri grafici, è l’intera trama a mostrarsi più forte e cruda a fronte del "buonismo" di GTA IV. Due esempi lo testimoniano: uno degli episodi iniziali che vedrà Billy artefice di una vera e propria tortura con tanto di sangue, e il linguaggio correntemente utilizzato dai personaggi: parolacce a go-go, sfottò da strada e sentimenti impetuosi domineranno la scena, volgarizzando il contesto ma avvicinandolo terribilmente al mondo reale.
Un punto a favore del clima da motociclisti sfegatati che si respira in The Lost and Damned è rappresentato dagli spostamenti di gruppo, nei quali sarà evidenziata una intelligenza artificiale discreta ma poco utile nel corso delle sparatorie – almeno nei primi tempi, quando i membri della banda non avranno una buona esperienza sul campo. Questa crescerà con l’aumentare degli scontri a fuoco collezionati con successo e, in caso di morte di un compagno, l’ei fu della situazione sarà sostituito da un baldo sbarbatello. Mentre le motociclette si muoveranno compatte, comparirà uno stemma al centro della strada, attraversando il quale si otterranno bonus in salute e riduzione dei danni al veicolo. Da sottolineare l’inserimento di checkpoints all’interno delle missioni, che ci permetteranno finalmente di non perdere tutti i progressi fatti fino alla morte del personaggio.

[img alt='Restare nel gruppo non è mai stato così utile' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1593/picture94587.aspx[/img]

Solo rose e fiori per The Lost and Damned? Non proprio. Sebbene piacevoli passi in avanti siano stati eseguiti da Rockstar sulla stessa base di GTA IV, restano ancora da sciogliere dei nodi sul puro gameplay. Bisognava rendere più intelligente il sistema di controllo negli interni e durante le sparatorie, per evitare i frequenti pasticci delle telecamere durante i movimenti stretti. Era inoltre necessario – promessa mantenuta a metà, come abbiamo avuto già modo di ricordare – migliorare la gestione delle motociclette, alcune troppo facili da utilizzare, altre pressoché inguidabili e inverosimilmente leggere.

Il primo contenuto scaricabile per GTA IV, in conclusione, vale il (costoso) prezzo del biglietto. Un nuovo mondo – sebbene ambientato nella "solita" città – si aprirà davanti ai vostri occhi; una nuova storia, se possibile più coinvolgente dell’originale, si lascerà leggere dagli utenti più curiosi. E, male che vada, si tornerà tutti a correre in moto per le strade di Liberty City.

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