Recensione – The Last Remnant (Xbox 360)

di • 23 dicembre 2008 • RecensioneCommenti (0)1068

Titolo: The Last Remnant
Genere: JRPG
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Square Enix
Publisher: Square Enix
Data di uscita: 20 Novembre 2008

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Difficilmente sarà sfuggita all’occhio vigile degli amanti del Sol Levante l’uscita di The Last Remnant, ultima fatica di Square Enix e, per l’esattezza, dello stesso team autore di Final Fantasy; titolo al quale, vedremo, il gioco di ruolo in questione farà spesso riferimento.

In particolare, un forte rimando all’ottava incarnazione della celebre saga nipponica sorge nella caratterizzazione di Rush, personaggio ispirato assai da vicino a quello Squall che, nove anni or sono, ci fece sognare su PlayStation. La storia di cui sarà protagonista il nostro antieroe stenta a decollare, per poi spiegare le sue ali lungo un complotto degno del migliore Metal Gear Solid: Irina, sorella di Rush, viene inspiegabilmente rapita da un gruppo terroristico il cui intento, chiaramente malvagio, è sfruttare i Remnant e farlo illecitamente: ad esso si opporrà Lord David, carismatico marchese di Athlum.

L’articolo continua dopo il video.

Cos’è un Remnant? L’intera trama del gioco ruota attorno a questi preziosi quanto antichi artefatti che, grazie al loro potenziale magico, regolano la serenità e la pace nelle città in cui sono "capitati" (Valeria Heart, una grossa spada conficcata nel suolo, è il Remnant di Athlum). Tale potere è stato per secoli utilizzato per scopi pacifici dalle popolazioni della Terra (Mitras, Yarnas, Qsitis, Sovannis) ma ora qualcuno, misteriose personalità apparentemente "buone", vuole sottometterli al proprio volere.

Il primo pezzo del puzzle sviluppato in due dischi da Square è dunque il plot, drammaticamente lento nello svilupparsi come di rado se ne vedono su console. Un punto senza dubbio a favore del prodotto, sebbene un utente tendenzialmente casual potrebbe sentirsi spaesato dalla carenza di cut-scenes rilevanti nelle prime battute. Ma niente paura: locande e gilde, disseminate per le numerose (e ristrette) ambientazioni, ci permettono di non perdere mai di vista il nostro obiettivo; le informazioni ottenute in questi luoghi, infatti, ci torneranno insolitamente utili.

Secondo crocevia di The Last Remnant, al quale pare nessun JRPG voglia sottrarsi nella ricerca di una innovazione che tarda a concretizzarsi, è il sistema di combattimento, più profondo del classico turn-based e pertanto meno digeribile. Se da un lato il gameplay risulta snellito per l’assenza di incontri casuali (à la Lost Odyssey), esso viene rinvigorito dalle elaborate Formazioni delle Unioni, in cui "formazione" sta per la disposizione dei combattenti sul campo di battaglia, "Unione" per i gruppi di soldati che riuniremo intorno a Rush, controllandoli come fossero un singolo personaggio a schermo (riceveranno un unico ordine; condivideranno una sola barra della salute; ecc.). In alto osserveremo la Barra del Morale, che si limiterà a segnalarci il possibile esito dello scontro in base all’andamento dello stesso; al centro, invece, avranno spazio dei semplici QTE (Quick Time Events), per i quali a una celere pressione del tasto indicato corrisponderà un colpo più potente. Il lavoro di strategia, tuttavia, non è affatto sminuito: tramite i menù di gioco stabiliremo con dovizia lo schieramento e gli uomini da utilizzare. Si, proprio come in una partita di calcio!

[img alt='Non correre, Rush... non è il tuo turno' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1609/picture46544.aspx[/img]

Il reparto grafico del titolo offre i tipici alti e bassi del middleware più sfruttato di sempre, l’Unreal Engine 3, concesso in licenza da Epic Games. Le poche vette che il titolo raggiunge corrispondo alla discreta modellazione dei personaggi, all’illuminazione che talvolta stupisce (non sempre in positivo), alle ambientazioni ben dipinte. "Dipinte" perché, come per i quadri di un museo, varrà la regola del "vedere e non toccare"; saranno pochi i luoghi, infatti, completamente esplorabili. E di certo non faranno gridare al miracolo per la loro realizzazione tecnica. Ma veniamo ai bassi di questa imbarazzante montagna russa. Odioso popup di ambientazioni e personaggi, vistosi cali nel frame-rate (specie durante i combattimenti), disarmante lentezza nel caricamento delle texture, tra l’altro di qualità altalenante: allibiti, ci chiediamo quando gli sviluppatori impareranno a domare l’instabile UE3; certo è che un prodotto in tali condizioni non avrebbe mai dovuto vedere gli scaffali di tutto il mondo, almeno non prima di una pesante rivisitazione grafica.

La situazione pare migliorare leggermente sul versante audio, classico nella colonna sonora (ben realizzata, con sporadici tocchi di originalità), mediocre nella proposizione di suoni in-game che si ripetono senza ritegno, discreto nel doppiaggio solo inglese. Non siamo dinanzi a un capolavoro della tecnologia sonora, ma sicuramente abbiamo "sentito" di peggio.

[img alt='Le luci sono talvolta superbe' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1609/picture87192.aspx[/img]

The Last Remnant non rappresenta per niente la corrente generazione videoludica, somiglia bensì a un pesce fuor d’acqua, diviso com’è tra una creatività che assai raramente tocca le console casalinghe e la fretta di presentarsi, in un modo o nell’altro, all’appuntamento con l’Autunno caldo di Xbox 360. Un pessimo comparto grafico, figlio del neonato connubio Square Enix – Unreal Engine 3, non basta però a coprire una storia interessante e un gameplay tutto da scoprire.

Valutazione Generale

Presentazione: 8
Affascinante e intuitivo il menù, brillante la regia e l’introduzione carismatica di nuovi personaggi. Le mappe del mondo in 2D sono altrettanto belle da vedere.

Grafica: 5.5
Intollerabili le pecche del titolo nel comparto visivo: si salvano esclusivamente l’illuminazione e le ambientazioni ma, vedrete, sarà il classico fumo negli occhi dell’utenza.

Gameplay: 6.5
Il sistema di combattimento, un azzardo, tarderà a entusiasmarvi: soltanto diverse ore di gioco riusciranno a svelarvene il senso, permettendovi di goderne come Square comanda.

Sonoro: 6.5
Colonna sonora orecchiabile, suoni in-game passabili. Buono il doppiaggio in inglese.

Longevità: 7,5
Due dischi, svariate sottoquest; appagante il sistema di modifica delle armi e la compra-vendita degli armamenti.

Multiplayer: N.D.

Voto complessivo: 6.8

Abbiamo assaggiato un discreto antipasto di ciò che potrebbe essere Final Fantasy XIII. Ha lasciato il segno su Xbox 360 e la sua lineup autunnale, ma è indelebilmente macchiato da eccessive pecche tecniche e macchinosità nei reparti chiave. Pertanto consigliamo The Last Remnant prettamente ai fan del genere.

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