Recensione – Dead Space (Xbox 360)

di • 26 novembre 2008 • RecensioneCommenti (0)1131

Titolo: Dead Space
Genere: Survival Horror
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Redwood Shores
Publisher: EA
Data di uscita: 24 Ottobre 2008

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A volte ritornano; troppe volte in realtà, quando si parla di Electronic Arts. A volte invece sono delle piacevoli sorprese, visite inattese che inondano i nostri mondi videoludici di nuovi colori, esperienze ed emozioni. Ed è questo che i Redwood Shores ci hanno regalato, sotto l’ala protettrice di EA: un gioco nuovo di zecca che, pur non potendo ambire a nessun oscar per l’originalità assoluta, sfrutta ottimamente molti concetti e li fonde in un complesso che, probabilmente, ridefinisce l’eccellenza nel suo genere. Resident Evil 5 si ritenga avvisato.

Resident Isaac

Fin troppo ovvio che Resident Evil 4 sia il paragone immediato per Dead Space, ed in subordine un’altra pietra miliare quale Doom 3. L’inattesa quanto gioiosa scoperta è che quanto testato in Dead Space vada oltre i succitati capolavori, proprio perché trae da essi gli spunti migliori, vi aggiunge quanto attinto da altri titoli gloriosi quali Half-life 2, e arricchisce il tutto con quel tocco di originalità costituito dalle sequenze a gravità zero; l’inappuntabile realizzazione di questo matrimonio, dà vita a un’esperienza impagabile.

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Dite che abbiamo sparato troppo in alto? Consentiteci di puntualizzarvi il perché di questa nostra umile convinzione. RE4 ha sicuramente segnato una svolta nel genere, ed è pertanto a lui che dobbiamo innanzitutto paragonarci: tale confronto è equilibrato, ma Dead Space si fa a nostro avviso preferire per la migliore implementazione del protagonista nel gameplay. Isaac si muove con fluidità e realismo, ed è sovente meno impacciato di Leon, pur avendo una minor scelta di gesta atletiche a disposizione. E altrettanto possiamo dire della gestione dei controlli; l’associazione dei tasti del pad si padroneggia in brevissimo tempo e lascia pienamente soddisfatti.

Dal punto di vista della trama il confronto, lo diciamo a malincuore, è impietoso. Pur essendo da sempre appassionati del Male Residente, non possiamo negare che RE4 sia un gioco meraviglioso, ma che del survival horror abbia ben poco. A meno che il vostro concetto di terrore sia essere inseguiti da contadini ispanici che vi insultano nel loro idioma natìo! No, nulla ci farà recedere dal preferire la claustrofobica atmosfera delle viscere della Ishimura, sapientemente arricchita da una colonna sonora a base di violini (strumento prediletto del filone horror) e angoscianti effetti sonori. Questa ambientazione è superiore a nostro avviso persino a quella da cui ha preso verosimilmente spunto, cioè Doom 3; non solo per le evidenti migliorie portate dalla next-gen, quanto per la minor monotonia delle aree, grazie all’introduzione delle zone a gravità zero e ad altre ambientazioni davvero azzeccate. Dobbiamo peraltro riconoscere in questo senso la maggior varietà dell’offerta di locazioni di RE4, ma abbiamo personalmente ritenuto vincente il baratto tra il numero e lo sfarzo dei luoghi a favore delle emozioni cupe ed intense che la Ishimura ci ha saputo regalare. Ma basta raffronti, questo gioco merita una disamina per ciò che è ed offre a noi appassionati, in quanto Dead Space.

Benvenuti nello "Spazio Profondo"

Si fa per dire. Ad accogliervi ci saranno luoghi da incubo di prima qualità, realizzati con una grafica senza sbavature e difetti di sorta, pur con una peculiare, e riteniamo ricercata, granulosità di fondo. Le texture sono all’altezza, così come la scelta della palette dei colori: la Spaceship Ishimura è un meraviglioso universo pulsante di morte e pericolo incombente.

Le animazioni sono altrettanto soddisfacenti, e raggiungono l’eccellenza per quanto concerne il succoso comparto smembramenti. Come avevamo accennato in sede di preview, parte fondamentale del gameplay è costituita dalle mutilazioni: per aver ragione dei mostri, sarà opportuno minare la loro mobilità per poi finirli; non nascondiamolo, Dead Space è una vera festa dell’amputazione traumatica. Ma non crediate di esserne esenti, solo che nel nostro caso perdere membra coincide con una prematura dipartita. In questa sede, Dead Space ci regala un numero inconsulto di morti, tutte altamente spettacolari, alcune persino hollywoodiane; me ne sovvengono almeno una dozzina, e non vi stancherete facilmente di vederle, pur essendo testimonianza del vostro fallimento.

[img alt='Ma buongiorno!' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1685/picture67302.aspx[/img]

Amputa che ti passa

In un consesso tanto particolare, grande importanza rivestiva l’arsenale fornitoci. Ebbene, quanto segnalato nella preview è stato confermato: Redwood Shores ha messo a nostra disposizione un parco armamenti di grande impatto. Ciascuna arma restituisce una soddisfacente sensazione di potenza, unica delusione il lanciafiamme, per la sua scarsa efficacia; ma i restanti pezzi, con le loro rispettive modalità di fuoco alternativo, sono uno spettacolo per gli occhi e, come la tuta che indosserete e relativi tools, sono completamente upgradabili nel corso dell’avventura, con risultati devastanti… per i mostri. A tale arsenale vanno coniugati i due onnipresenti tools: lo Stasis pack e il Kinesis pack. Il primo è figlio illegittimo di Timeshift e consiste nella manipolazione temporale del bersaglio, sia esso nemico che oggetto; un solo aggettivo: fondamentale. Il secondo tool è chiaramente un omaggio alla gravity gun, e ne segue con onore la scia.

Nota a parte merita l’unica vera innovazione apportata al genere dai Redwood Shores: la gravità zero. Si tratta di locazioni speciali con puzzle e nemici in cui non vi ritroverete mai veramente a fluttuare in assenza di peso, grazie alla vostra speciale tuta, ma potrete spostarvi per le pareti superando il concetto atavico di pavimento e soffitto. Ambientazioni davvero gradevoli che spezzano il ritmo del vagabondaggio lungo i corridoi della Ishimura, e che magari attendiamo ulteriormente approfonditi in un titolo venturo.

Il gioco è bello quando dura…

Poco? Non so chi l’ha detto ma doveva aver fumato pessima roba. Indubbiamente non avremmo gradito una durata in stile RPG, ma quello della longevità è forse l’unico tasto dolente di Dead Space. Intendiamoci, finirlo una volta impegnerà, a seconda della difficoltà settata, tra le 10 e le 15 ore effettive. Per sbloccare tutti gli obiettivi dovrete terminarlo circa tre volte, ma se non siete amanti del Gamerscore, l’assenza del multiplayer, comunque endemica in questo genere di titoli, si farà sentire.
E in quest’ottica non giovano i DLC subito sfornati da EA, che non fa in tempo a ricevere un complimento e deve immediatamente ricordarci chi è, rilasciando contenuti a pagamento di assoluta frivolezza: tute e armi speciali che nulla aggiungono al gameplay. Si vocifera nell’ambiente di qualcosa di più sugoso in preparazione, ma lo riteniamo poco probabile, purtroppo.

[img alt='Questo mostro ha decisamente troppe braccia. Troppe.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1685/picture60762.aspx[/img]

Ultimi riflettori su Dead Space, in questo fiume di parole su un gioco che le merita tutte: in primis segnaliamo il classico backtracking (tristemente comune ai giochi della categoria), sebbene, va detto, l’angoscia e la concitazione degli eventi, come anche la sagace realizzazione della mappa, strutturata in modo da non farci percorrere chilometri a vuoto, e una gestione intelligente della trama, non lo facciano notare più di tanto. A proposito di mappa, dobbiamo segnalarla quale unica, vera delusione dello stiloso sistema di gestione dell’inventario, realizzato in guisa di ologramma a schermo. Tale soluzione rende la mappa in 3D di difficile consultazione, a causa dello spazio limitato in cui muoverla. Ringrazierete pertanto il sistema di tracciamento del percorso a video che, tramite semplice pressione del tasto, indicherà la direzione dell’obiettivo scelto; sembrerà un filino di barare, ma è davvero utile. Infine, per una migliore comprensione della trama, vi invito a procurarvi una copia di Dead Space: Downfall, medio-metraggio animato che funge da prequel al gioco, davvero apprezzabile.

Commento finale

Dubito abbiate bisogno di un ulteriore commento per capire che Dead Space merita l’acquisto, anche in un periodo ricco di uscite di qualità come questo; a meno che non siate allergici al genere.

Valutazione generale

Presentazione: 8,5
Intro molto evocativa. "Twinkle twinkle little star…" popolerà a lungo i vostri incubi; magari vi scoprirete, come me, a canticchiarla sommessamente.

Grafica: 9
Senza sbavature, si attesta su livelli di eccellenza per la next-gen.

Sonoro: 8.9
Colonna sonora che accompagna ed esalta l’avventura; doppiaggio ad alti livelli. Segnaliamo però che abbiamo testato la versione in lingua originale, ci giungono segnalazione di una localizzazione italiana meno entusiasmante, nonostante la presenza di nomi altisonanti (Dario Argento).

Gameplay: 9.1
Tecnicamente ineccepibile, un meccanismo oleato per gli amanti del genere e per i neofiti in cerca di emozioni forti.

Longevità: 7.5
Un solo finale e obiettivi raggiungibili a media scadenza vi porteranno a giocarlo tre volte almeno, dopodichè…

Multiplayer: N.P.
Magari!

Voto complessivo: 9

Compratelo senza esitazione e rimorsi, scoprirete un’inattesa verità: essere smembrati è dannatamente divertente.

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