Recensione – Gears of War 2 (Xbox 360)

di • 13 novembre 2008 • RecensioneCommenti (0)980

Titolo: Gears of War 2
Genere: TPS – Sparatutto in terza persona
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Epic Games
Publisher: Microsoft Game Studios
Data di uscita: 7 novembre 2008

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Era il 17 novembre 2006 quando Gears of War fece la sua comparsa, sbigottendo e allibendo i giocatori di tutto il mondo e decretando, senza timore di smentite, l’indiscusso ingresso nella next-gen.
Ora, a due anni di distanza, i ragazzi Epic, capitanati dal simpatico Cliff Bleszinski, tornano con un secondo episodio ancora più travolgente e brutale.

Sono passati solo sei mesi, da quando i COG hanno creduto di poter friggere tutte le Locuste in una volta sola con l’ausilio della bomba solare, senza ovviamente riuscirci. L’orda è sopravvissuta e ora è più furiosa che mai. Gli attacchi si fanno più frequenti e su più larga scala, non più manipoli di esseri bestiali, ma veri e propri eserciti in marcia per eliminare gli esseri umani dalla faccia del pianeta Sera. Inoltre, pare che ora possiedano una nuova arma, qualcosa in grado di distruggere in un attimo intere città. Solo Jacinto, l’ultimo baluardo dell’umanità, è ancora in grado di resistere, ma i suoi giorni sono ormai contati se la Coalizione non sferra immediatamente una massiccia controffensiva. Una sola è l’opzione disponibile: andare direttamente al cuore del problema, attaccare le Locuste sul loro stesso suolo, inoltrarsi nel Vuoto (il sottosuolo del pianeta) e sconfiggere la minaccia alla radice. Più facile a dirsi che a farsi…

[img alt='Jacinto' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1744/picture81331.aspx[/img]

Questo è, in sostanza, l’incipit della trama del secondo capitolo del gioco più acclamato del panorama Xbox 360. Finalmente non si avrà una narrazione solo abbozzata ma, seppur attingendo a piene mani ai cliché del genere e non brillando a volte per originalità, si potrà godere di una sceneggiatura di tutto rispetto che fa dei molti, a volte toccanti, colpi di scena un punto di forza.
Marcus Fenix e i compagni della squadra Delta non sono più semplici gusci vuoti, ma vengono arricchiti di sfumature e, per quanto possibile in un gioco che fa dell’azione pura la sua bandiera, vi è un certo livello di approfondimento dei personaggi, che divengono figure quasi a tutto tondo pur nel loro essere stereotipati.

[Img alt='Il simpatico Dizzy']/immagini/Giochi/category1744/picture81311.aspx[/img]

L’introduzione di nuovi compagni, che rimangono comunque marginali rispetto alla squadra Delta, quali Tai e Dizzy, inoltre, aiuta sia a delineare maggiormente il mondo di gioco che a proporre ulteriori risvolti narrativi, a volte persino crudi, esplicativi del conflitto in corso.
A ciò contribuiscono non poco gli ottimi dialoghi, scritti con la giusta dose di ironia e scurrilità.
Peccato per il finale un po’ sottotono rispetto a tutto il resto.

La ricetta di Gears of War 2, è dunque estremamente "semplice": si prenda il primo capitolo e lo si elevi all’ennesima potenza. "Più grosso, migliore, più cattivo," queste le parole usate da Cliffy B. per descrivere il suo ultimo lavoro.
Ogni aspetto del gioco, infatti, risente di questa particolare alchimia. Nel primo GOW, si aveva a che fare con scaramucce, piccole battaglie, e il conflitto rimaneva solo accennato sullo sfondo; ora, invece, sarà subito chiaro a tutti, fin dai due filmati introduttivi, che i ragazzi della Delta non sono altro che membri di un più vasto esercito e la guerra sarà, in più di un’occasione, campale. Di conseguenza anche la quantità e la mole degli avversari che si dovranno affrontare ha subìto l’influenza di questa escalation verso l’alto. Se nel capitolo precedente si intravedevano un paio di Corpser (i "ragnoni" per intenderci) e un Brumak dal quale dovevamo fuggire, ora gli incontri con queste e altre mortali, mastodontiche creature saranno più numerosi e frequenti.

[img alt='Affrontare un Brumak è cosa normale in GOW 2']/immagini/Giochi/category1744/picture86858.aspx[/img]

Anche la giocabilità, pur rimanendo fedele a sé stessa, presenta molte lodevoli rifiniture e qualche pizzico di novità.
Sebbene il sistema di copertura sia sostanzialmente rimasto invariato, ora funziona meglio, senza più quel fastidioso appiccicarsi a ogni superficie che minava parzialmente, soprattutto in multiplyer, la godibilità del predecessore. Inoltre, per spezzare la monotonia che dopo un po’ potrebbe cogliere il giocatore, i ragazzi Epic hanno sapientemente inserito, nei momenti più opportuni, delle sezioni di gioco a bordo di alcuni veicoli (di cui uno davvero particolare) veramente riuscite e adrenaliniche.

Anche l’inserimento di alcuni boss di fine livello, a volte forse un po’ troppo semplici da sconfiggere, aiuta non poco a diversificare le azioni di gioco e sposta sensibilmente l’esperienza di gioco verso l’epicità.
Come se tutto ciò non fosse sufficiente a garantire un sicuro successo, l’implementazione di nuove armi e altre piccole delizie rende infine impossibile non amare questo capolavoro assoluto. Oltre alle solite quattro armi "standard", tra le quali si può annoverare il nuovo lanciafiamme, due tipi diversi di pistole e la granata a inchiostro (che rilascia dei fumi venefici), ora si potranno imbracciare anche uno scudo (che limita però l’uso di altre armi alle sole pistole) utilissimo per muoversi al riparo dai colpi nemici; un mortaio, galvanizzante e distruttivo negli spazi aperti; e un mitragliatore a canne rotanti, in grado di rilasciare una vera e propria pioggia di piombo sugli avversari.

A ciò si aggiungano nuove mosse fatality, differenziate per ogni arma, la possibilità di usare una locusta morente come scudo, un level design di più ampio respiro e meno claustrofobico, e maggiore presenza di bivi in cui scegliere il percorso da seguire (anche se come sempre poco influenti).
Anche l’intelligenza artificiale è stata notevolmente perfezionata, rendendo finalmente utili a tutti gli effetti i compagni di squadra e più ostiche e intelligenti le Locuste.
Dal punto di vista della durata, la campagna in singolo, a modalità "difficile" (l’unica degna di essere giocata prima di sbloccare "folle", troppo facili le alte due, viene meno il senso agonistico) vi terrà impegnati per circa 12-14 ore, un ulteriore passo avanti, ma ne avremmo voluto ancora di più!

[img alt='Impressionante.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1744/picture82354.aspx[/img]

Se l’aspetto più prettamente ludico risulta quindi, come abbiamo visto, estremamente valido e riuscito, il comparto tecnico non è da meno, spostando ancora un po’ più in là – così come aveva fatto il suo predecessore – i limiti raggiungibili con la console di casa Microsoft.
Dal punto di vista visivo, infatti, il titolo è senza precedenti.

Ogni oggetto, elemento di contorno o personaggio è composto da un numero impressionante di poligoni e "scolpito" allo stato dell’arte, con una rara ricchezza di dettagli. Le texture che ricoprono il tutto lasciano senza fiato per bellezza e cura nella realizzazione, i paesaggi sono spesso vasti e immensi, sia in superficie che nel sottosuolo, mai piatti bensì ricchi di costruzioni in rovina e di palazzi in quello stile neogotico che aveva contraddistinto anche il primo capitolo della saga.

Paesaggi e ambientazioni, al pari delle situazioni di gioco, mutano in continuazione, così da spezzare una possibile monotonia visiva e donare al tutto un perfetto connubio di sensazioni.
L’illuminazione è dinamica, senza sbavature e riesce a far risaltare l’eccellente palette cromatica (un po’ meno grigia che in passato) e a dare enfasi ai molti dettagli presenti. Allo stesso modo, esplosioni ed effetti particellari, allo stato dell’arte, completano il quadro, donando all’insieme ulteriore bellezza.
Il frame rate, infine, risulta essere sempre stabile, eccettuato rarissimi e quasi impercettibili rallentamenti nei momenti di affollamento visivo. Unico neo del comparto, qualche compenetrazione di troppo e talvolta qualche lieve ritardo nel caricamento delle texture.

[img alt='Le ambientazioni sono vastissime e offrono panorami mozzafiato' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1744/picture81301.aspx[/img]

Dal punto di vista sonoro siamo ugualmente ad altissimi livelli, con musiche di sottofondo sempre azzeccate e mai invasive, effetti sonori molto ben realizzati (il rumore della pioggia sulle tettoie di lamiera è da brividi) e un doppiaggio italiano di tutto rispetto (i doppiatori sono i medesimi del primo episodio, con l’eccezione di una frase pronunciata da Marcus nel secondo filmato introduttivo) con inflessioni e intonazioni in armonia con le situazioni. Peccato che a volte i livelli non siano perfetti e qualche frase rischia di perdersi nella colonna sonora.

Multiplayer

Giocabilità e tecnica dunque ad altissimi livelli, ma il multiplayer, vero fiore all’occhiello del predecessore?

Beh, anche il comparto multigiocatore, giocabile in locale, in system link o via Xbox LIVE, pur con qualche problema, risulta essere quasi perfetto.
Consci del valore che viene dato al gioco online e delle aspettative che si sono create attorno a questo titolo, abbiamo voluto testarlo approfonditamente prima di buttarci a scrivere questa recensione.
Innanzitutto, ottima la modalità cooperativa che, come in precedenza, consente a due amici di affrontare la campagna: ora non vi è più il pericolo, come in precedenza, di sovrascrivere i progressi salvati.
L’introduzione di una modalità di addestramento in cui allenarsi alle varie tipologie di gioco affrontando dei bot (personaggi gestiti dalla IA) è di sicuro un buon espediente per far prendere dimestichezza ai meno avvezzi del gioco online.
Sette le modalità di gioco presenti (tra quelle di vecchia data e le nuove) che ricoprono praticamente tutti i possibili gusti del giocatore medio; una su tutte, Compagno, una delle novità, in cui fino a cinque squadre composte da due giocatori l’una si affrontano in un deathmatch all’ultimo sangue.

[img alt='Il duello con la motosega: emblema di questo secondo capitolo della saga.' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1744/picture81304.aspx[/img]

Ma è Orda, la vera novità. Una tipologia di gioco totalmente nuova, in cui fino a un massimo di cinque giocatori, su una qualsiasi delle mappe per il multiplayer, dovranno cooperare e aiutarsi l’un l’altro per sopravvivere a una serie di ben cinquanta ondate di difficoltà crescente, di Locuste guidate dalla IA. Queste saranno tantissime, ostiche e cattive come non mai e giungeranno da tutte le parti.
Al superamento di ogni ondata, i giocatori morti nel turno precedente torneranno in vita per combattere nuovamente al fianco dei loro compagni.
Con tutte queste modalità, la longevità schizza dunque alle stelle.
Ciliegina sulla torta, le bellissime e numerose mappe presenti, dal design spettacolare e alcune, come Grandine e Valanga, presenteranno anche pericoli ambientali da cui tenersi alla larga. L’effetto della valanga, con tanto di nebbia a togliere la visuale, è davvero notevole.

Se ciò non fosse abbastanza, nella confezione del gioco è presente un codice con il quale scaricare dal Marketplace alcune delle più belle mappe del primo episodio, tirate a lucido e rivisitate allo stato dell’arte. Una su tutte Canali, ora ricoperta di neve e ghiaccio, con bellissimi giochi di luce azzurrata ed effetti di trasparenza: se si guarda a terra, la superficie ghiacciata del canale, si potrà notare l’acqua scorrervi sotto.

Tutto rose e fiori dunque? Purtroppo no.
A parte il depotenziamento dello shotgun (praticamente l’unica arma usata nel multiplayer del primo capitolo), un maggiore bilanciamento delle armi e l’enfasi data all’utilizzo della motosega del Lancer, arma simbolo del titolo Epic, cosa che ha fatto gridare allo scandalo alcuni accaniti giocatori (immotivatamente, secondo l’opinione di chi scrive, poiché il gioco è perfetto così com’è), è nel sistema di matchmaking che si hanno i maggiori problemi.
Sebbene nelle ultime serate la situazione sembra leggermente migliorata, i tempi di attesa per trovare una partita, soprattutto se il nostro gruppo non è completo di tutti e cinque i giocatori, continuano a essere piuttosto lunghi sfiorando a volte la quindicina di minuti.
Piuttosto deludente anche il fatto di non poter scegliere di cercare esclusivamente partite di un dato tipo di modalità di gioco, oltre il non poter continuare a giocare con la squadra avversaria trovata, ma dovendo di fatto fare una nuova ricerca per ogni partita.
Una leggera ma fortunatamente rara presenza di lag chiude l’analisi degli aspetti negativi.
Sappiamo, comunque, che i ragazzi di Epic sono già al lavoro per eliminare questi problemi, che fanno sì storcere un po’ il naso, ma che in fin dei conti non vanno assolutamente a influire su quella che a tutti gli effetti è una delle più belle e complete esperienze di gioco online mai viste.

Concludendo, Gears of War 2 risulta essere tutto ciò che ci si aspettava e anche di più.
Rimane fedele alle sue radici, migliorando sé stesso, e diventa nuovamente pietra miliare e punto di riferimento per le prossime produzioni.
Cosa riusciranno a fare nel prossimo e già attesissimo episodio? Sarà possibile spingersi oltre? Noi siamo fiduciosi e non vediamo l’ora di scoprirlo.

Valutazione Generale

Presentazione: 9,5
Packaging impeccabile in tutte e tre le sue versioni (retail, limited e "legendary"), manuale esaustivo e di rapida consultazione. Filmato introduttivo e cut scene di notevole pregio e dal sublime taglio cinematografico.

Gameplay: 9,5
La sostanza è rimasta immutata dal precedente capitolo, ma è stata farcita di quei piccoli, ma necessari, ritocchi e di una manciata di piacevoli novità, fondamentali per resistere alle incurie del tempo.

Grafica: 9,8
Superlativa. Dettaglio grafico, modelli poligonali, pulizia delle immagini e illuminazione dinamica come mai visto prima. Inarrivabile?

Sonoro: 9
Colonna sonora evocativa e mai invasiva, effetti sonori e ambientali di rara bellezza. Doppiaggio nel complesso più che buono.

Longevità: 9,5
La campagna giocatore singolo pur essendo un po’ più longeva del precedente capitolo, non riesce ad appagare pienamente il palato, che ne vorrebbe sempre di più. Il comparto multiplayer, comunque, è bello ricco, e alza notevolmente la longevità.

Multiplayer Factor: 8 – 9,8
D’obbligo due votazioni, la prima relativa all’attuale situazione, la seconda sulla fiducia che presto molti dei problemi legati al matchmaking vengano risolti.

Voto complessivo: 9,5

Chiunque fosse in apprensione, temendo che il nuovo GOW 2 potesse in qualche modo snaturare ciò che di buono c’era nel predecessore, può dormire sonni tranquilli. I ragazzi di Epic hanno nuovamente centrato il bersaglio, dando vita a un prodotto completo e ai limiti della perfezione in ogni sua compagine. Da avere assolutamente.

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