Recensione – Infinite Undiscovery (Xbox 360)

di • 24 settembre 2008 • RecensioneCommenti (0)787

Titolo: Infinite Undiscovery
Genere: JRPG
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Tri-Ace
Publisher: Square Enix
Data di rilascio: 5 Settembre 2008

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La scalata di Microsoft al successo in territorio asiatico ha spinto le software house nipponiche più blasonate a credere nell’enorme potenziale di Xbox 360. Un successo cui sta partecipando proficuamente anche Square Enix, publisher di provata qualità, inanellando una serie di promettenti japanese role-playing game per la sola console di Redmond.

Tra i primi posti di questa lista si piazza Infinite Undiscovery, gioco di ruolo à la Final Fantasy di Tri-Ace che, nell’evidenziare clamorose somiglianze con la leggendaria saga di Square, tenta di allontanarsene improntando il gameplay su una componente action talvolta degna del miglior hack n’ slash. Un sistema di gioco che sa di esperimento e che, per tale motivo, vale la pena di testare con mano.

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La trama di Infinite Undiscovery ricorda, ai più avvezzi alla commedia latina, il classico locus del fraintendimento; una piacevole sorpresa, insomma, nell’attuale monotonia contenutistica dello scenario videoludico. Capell, il personaggio di cui prenderemo il controllo, che insolitamente non corrisponde al protagonista della storia, è rinchiuso da tempo nelle prigioni del re: già nella prima delle ricorrenti cut-scenes, Aya, fedele servitrice di Lord Sigmund, appare magicamente nelle celle credendo di salvare il proprio signore. Eliminate con fatica alcune guardie, i due potranno confrontarsi per capire che una incredibile somiglianza (solo fisica, come vedremo) unisce Capell e Sigmund: un fortuito episodio che inciderà pesantemente sul destino della terra, minacciata da un’oscura presenza.

L’abbiamo anticipato in fase d’apertura: la maggiore novità introdotta da Tri-Ace nel suo ultimo lavoro riguarda il gameplay, contaminato da una buona dose di azione "occidentale". Quella che ci appare la naturale evoluzione dell’ormai insipido sistema di combattimento turn-based, probabilmente, farà storcere un po’ il naso ai puristi del genere: l’utente è finalmente libero di muoversi attraverso scenari in tre dimensioni, senza l’assillo del combattimento casuale dietro ogni angolo della mappa. Una condizione che, se da un lato consegna il titolo tra le fauci del divertimento spesso incalcolato dell’utenza americana, allenta la presa su un tema caro a quella nipponica, ossia la longevità, piuttosto ridotta, del prodotto finale. Starà al singolo videogiocatore accettare o meno questo piccolo compromesso. Altro punto nodale di Infinite Undiscovery, il party è stato messo ripetutamente sotto accusa: considerato troppo grande per le sole (all’incirca) 20 ore di gioco, fatica ad entrare nei cuori degli utenti, mancandogli di fatto il tempo necessario affinchè possa essere ben caratterizzato; d’altro canto, la gestione del gruppo risulta avanguardistica, poichè punta sia sul controllo "manuale" dei partecipanti (tramite un uso sapiente della croce direzionale) che su un’intelligenza artificiale talvolta sorprendente.

[img alt='La libertà di azione ha sempre un prezzo' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1487/picture82411.aspx[/img]

Il comparto grafico del titolo Tri-Ace soffre la pesante eredità lasciata da Final Fantasy, JRPG della stessa Square che tuttora vive nel design di numerosi concorrenti a corto di idee. La stentata imitazione di questo modello ormai consolidato nel genere si spegne nella realizzazione di personaggi banali, sia visivamente che emozionalmente, e di ambienti poco coraggiosi nello stile: raramente vi capiterà di restare a bocca aperta, in particolare nelle prime parti del gioco. La situazione sembra migliorare nel finale, dove la creatività degli sviluppatori comincia a farsi sentire maggiormente: meglio tardi che mai. In mera terminologia tecnica, sottolineamo la frequente presenza nei suddetti paesaggi di texture a bassa definizione, il che comincia ad essere una seria problematica a fine 2008. D’alta qualità, invece, i modelli poligonali dei protagonisti, realizzati con particolare cura, e l’illuminazione di cui essi godranno.

Discreta la colonna sonora, dinamica e prevalentemente orecchiabile: sarà fortissima, tuttavia, la sensazione di deja-vù fin dal vostro primo ascolto. Il doppiaggio, limitato alla lingua americana, appare fin troppo contaminato dagli assurdi colloquialismi d’oltreoceano: vi capiterà di ascoltare frasi in cui si ripete per tre volte di fila il pronome "you" tramutato in "ya", ad esempio. Scandalosa, infine, l’assenza della localizzazione italiana (parlato e sottotitoli sono esclusivamente in inglese), per un titolo di profilo medio-alto quale Infinite Undiscovery.

Commento finale

Tra pregi e difetti, il prodotto Square Enix riesce a interessare, per lo meno marginalmente, una fascia d’utenza poco variegata che include fondamentalmente i soli amanti del genere. Un genere agli sgoccioli, senza dubbio, che necessita innovazione di qualità: riteniamo che Infinite Undiscovery sia il primo passo verso un cammino di progresso tenuto a ritmo elevato sul profilo del gameplay ma con scarsi profitti nelle scelte stilistiche e grafiche. La supremazia nipponica, in questo versante, è assai labile.

Valutazione Generale

Presentazione: 7
Il classico filmato di introduzione in Computer Grafica affascina ma da solo non basta: i menù troppo scarni ricordano i periodi bui della vecchia generazione.

Gameplay: 7
Le meccaniche sperimentali votate all’azione ben si adeguano al contesto del gioco. Ottimo il controllo del party, segnato dalla presenza di troppi personaggi utilizzabili per appena venti ore.

Grafica: 6,5
Visuali nitide e ben illuminate si alternano ad ambienti spogli. Molto buoni i modelli poligonali dei protagonisti, ma la nuova generazione ci ha abituati a standard più elevati.

Sonoro: 7.5
La colonna sonora, di indiscutibile qualità, ricorda troppo da vicino i predecessori più illustri.

Longevità: 7
Come anticipato, saranno circa venti le ore che impiegherete a completare Infinite Undiscovery. E, nonostante qualche enigma "cattivo", passeranno piuttosto in fretta.

Multiplayer: N.D.
Nessuna modalità multiplayer.

Voto Complessivo: 7

Infinite Undiscovery lascia, per certi versi, l’amaro in bocca; per altri, diverte e intriga anche i meno appassionati: molte le pecche su cui sorvolare, specie se l’utente in questione ha giocato a titoli della saga Final Fantasy. Un sacrificio notevole all’altare dell’innovazione, non sempre riuscita alla perfezione.

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