Recensione – Too Human (Xbox 360)

di • 4 settembre 2008 • RecensioneCommenti (0)809

Titolo: Too Human
Genere: Action
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Silicon Knights
Publisher: Microsoft Game Studios
Data di rilascio: 29/08/2008

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Per una volta risparmiatevi la fatica di andare a sbirciare in fondo alla recensione per scoprire il voto dato al gioco: 7.8 è la valutazione che si è meritato Too Human da parte di un recensore irritatissimo dal qualunquismo dimostrato da molti grandi nomi della critica che – col passare degli anni – sono evidentemente mal sopravvissuti alla propria leggenda.

L’ultima fatica di Denis Dyack è, naturalmente, tutt’altro che esente da imperfezioni, la più grande delle quali è stata una demo che io stesso mi sono rifiutato di giocare per più di 10 minuti, ma – come vedremo e dimostrerò – presenta raffinatezze a livello di trama non riscontrabili neanche nei capolavori Bioware, offre una giocabilità che i veri amanti di Diablo sicuramente apprezzeranno e un comparto sonoro che definire strepitoso significherebbe sminuirlo.

Alla riscoperta di una mitologia perduta

L’idea alla base dell’universo di Too Human è tanto semplice quanto la trasposizione in chiave "moderna" di una delle più affascinanti e meno conosciute mitologie esistenti: quella norrena. Tutto si basa sulla rottura del Patto dei Caduti: è il primo passo verso il Ragnarok, quel crepuscolo in cui ogni dio dovrà affrontare la propria nemesi sapendo che il proprio fato è già scritto; il periodo a seguito di tre anni d’inverno terribile in cui Fenrir – il lupo – sarà liberato dalle sue catene.

[img alt='Evolvere un personaggio è molto intuitivo e si adatta a diversi stili di gioco' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1312/picture80674.aspx[/img]

Che tale antefatto ci sia noto o meno, è comunque a tutti evidente la qualità della trama che, sebbene leggermente rivista in alcuni casi, rappresenta una pregevole rivisitazione della storia mitologica nordica grazie alla quale i più fanatici e perfezionisti tra noi potranno divertirsi cercando riferimenti tra vere leggende e il gioco stesso.

A tal proposito, è proprio il titolo che spinge alla sopracitata assidua ricerca attraverso filmati in-game, numerosi anche se spesso criptici, che mostrano il fianco a più di qualche critica per il livello grafico e il traballante frame-rate; nonostante ciò, l’immersione offerta dal titolo non viene particolarmente intaccata e raggiunge livelli eccellenti soprattutto dopo le prime ore di gioco.

Questo è reso possibile anche grazie alla presenza dell’Albero della Vita e del Cyberspazio: un paio di tocchi geniali da parte dei Silicon Knights che portano ad una realtà parallela, tanto misteriosa quanto inesplorata dalla storia del primo episodio, che ha un’influenza diretta sull’universo di gioco, proponendo piccoli puzzle capaci di spezzare – almeno per qualche minuto – lo stress di lunghe sessioni di hack-and-slash. I combattimenti, infatti, costituiscono assieme alla gestione del personaggio il cuore pulsante del gioco e si basano su un sistema di controllo innovativo anche se non al debutto: gli attacchi melee sono infatti mappati sulla levetta analogica destra lasciando la telecamera alla gestione di una raffinata intelligenza artificiale.

Sebbene all’inizio tale sistema di combattimento possa risultare difficile da padroneggiare, con l’esperienza non si potrà non apprezzarne i pregi, il maggiore dei quali consiste nella possibilità di legare molto facilmente gli attacchi per prodursi in combo della durata di diverse decine di secondi. Raramente, inoltre, la telecamera ci sarà di intralcio e, anzi, offrirà alcune angolature cinematografiche particolarmente apprezzabili nei momenti in cui non vi sono nemici in vista.

[img alt=’Come mostra questa immagine, gli attacchi melee sono solo uno dei modi per far male ai nostri nemici’ align=’center’ width=’400′]/immagini/Giochi/category1312/picture82492.aspx[/img]

Infine, a completamento dei diversi aspetti del game-play, vi sono le fasi esplorative e la gestione del personaggio: se la prima è ridotta all’osso e resa interessante solo dalle "realtà sdoppiate", la seconda ha una delle migliori implementazioni degli ultimi anni. Ogni aspetto del nostro avatar può essere personalizzato tramite un’interfaccia facile e intuitiva che permette di evolvere il personaggio secondo il tipo di gameplay preferito e gestire al meglio l’inventario: a questo proposito è interessante non solo l’idea che l’armatura non sia la somma esatta di tutte le sue parti, ma anche la possibilità di aggiungere rune a oggetti di un certo pregio per migliorarne le statistiche.

Baldur "piè veloce"

La leggenda di Baldur vuole che sia un Achille ante-litteram, un semi-dio praticamente invulnerabile grazie alla promessa fatta da tutti, esseri viventi e non, di non essere causa della morte del più amato tra gli Aesir. Data la totale assenza di vischio nella confezione del titolo, si ritrova tale invulnerabilità anche nel personaggio principale del gioco che viene salvato dal game-over da una Valchiria, pronta a rianimarci in pochi secondi per poi rispedirci in seno al combattimento.

Naturalmente, una tale gestione della "morte" mina in seconda istanza la longevità di Too Human data la non necessità di ripetere, come spesso avviene in altri titoli, intere sezioni di un livello: le 12-15 ore di gioco vanno quindi viste come "nette" e rappresentano una durata ragguardevole per il genere e per la generazione video-ludica in cui viviamo. Vale inoltre la pena considerare l’eccellente lavoro eseguito sul sonoro – le musiche raggiungono vette inesplorate e il doppiaggio inglese può contare su Robert Picardo (Loki, già visto in Star Trek Vojager e Stargate SG1 / SGA) – e sulla modalità cooperativa via Xbox Live dall’ottima giocabilità: entrambi gli aspetti costituiscono motivazioni più che valide per riprendere in mano il DVD del gioco.

[img alt='Le Valchirie non si limiteranno a "salvare" soltanto Baldur...' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1312/picture11434.aspx[/img]

Rimane, quindi, solo un aspetto da analizzare: la grafica. La decisione di tenerlo come ultimo è nata dal fatto che è forse quello più anonimo all’interno del gioco nel suo complesso: non siamo di fronte né a un capolavoro né a un titolo mediocre; Too Human fa il suo dovere anche considerando tutti i problemi che i Silicon Knights hanno dimostrato di avere con Unreal Engine 3 (tanto che alla fine si è optato per un motore completamente proprietario).

Commento Finale

Too Human è un titolo che sente i suoi 10 anni di sviluppo ma che, al contrario di quanto molti possano pensare, non avrebbe tratto giovamento da ulteriore tempo: per la serie… di fronte a un frutto già maturo, aspettare non porta a una migliore maturazione. La fatica Silicon Knights non è probabilmente un gioco adatto a tutti ma, se siete curiosi, cercate sempre nuove esperienze e rimanete affascinati da una bella storia, potrebbe essere il titolo per voi.

In definitiva, come si può trascurare un gioco che dà vita alla 46esima strofa del Canto della Völuspá? "…il Destino ormai sta per compiersi e Heimdallr, il santo custode, suona a gran forza il grande corno di guerra; in silenzio, Odino conversa con la testa di Mimir e da lei cerca consiglio…"

Valutazione Generale

Presentazione: 8.0
La trama di Too Human, basata sulla mitologia norrena, merita un plauso, anche se le numerose cut-scene non la sviscerano completamente. I menù di gestione del personaggio sono intuitivi e molto "giocabili".

Gameplay: 7.5
Che preferiate gli attacchi corpo a corpo o le armi da fuoco, la levetta analogica destra svolgerà un ruolo primario nel game-play del titolo. La soluzione è sicuramente interessante ma, all’inizio, va accettata con un atto di fede.

Grafica: 7.0
Nemici piuttosto ripetitivi nell’aspetto, ambientazioni belle ma dai percorsi piuttosto vincolati e poca possibilità di influenzare l’ambiente che ci circonda sono gli aspetti che penalizzano la grafica. Per il resto il livello del comparto è buono.

Sonoro: 9
È il vero punto forte di un titolo che si avvale di una colonna sonora d’eccezione e di un doppiaggio di buon livello… anche nella versione italiana.

Longevità: 7.0
12-15 ore di gioco senza essere penalizzati per i game-over non sono poche soprattutto in paragone ad altri titoli dell’attuale generazione di videogiochi.

Multiplayer: 7.0
L’unica modalità multigiocatore presente è quella cooperativa che permette di divertirsi eseguendo combo a due e consentendo l’uso di classi poco adatte alla campagna single-player.

Voto Complessivo: 7.8

C’è chi penalizza Too Human perché è da 10 anni in sviluppo, chi vorrebbe enfatizzarne la non eccelsa grafica e chi scriverebbe sul dizionario dei sinonimi "levetta analogica destra del pad = telecamera"; infine, c’è chi può godersi un buon gioco nel suo complesso.

Voi di che "partito" siete?

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