Titolo: Alone In The Dark
Genere: Action
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Eden Games
Publisher: Atari
Data di rilascio: 26 Giugno 2008
Mai come in questa generazione si è assistito a un’epurazione così consistente nel mondo dei videogiochi: elementi di grande successo, ritenuti vincenti fino a un paio di anni fa, sono oggi l’incubo di ogni PR che si rispetti e la stampa si chiede se un TETRIS o un Super Mario avrebbero le carte in regola per sfondare nel mercato senza dover contare sul loro ingombrante nome.
La serie "Alone In The Dark" fa sicuramente parte della storia dei videogiochi, ma Atari (così come Eden Games) ha deciso di scommettere nel suo futuro: un invito alla presentazione del gioco ci ha permesso di capire se ve ne sono le premesse.
Not so Alone In The Dark
Giunti alla sede del famoso publisher, ci ritroviamo, assieme agli altri esponenti della stampa di settore, seduti in una stanza buia: connotato che, immancabilmente, ci ha rubato un sorriso.
Xbox 360 Debug accesa, proiettore ad alta definizione collegato e joypad pronto all’uso: la presentazione ha inizio ed è tenuta, in inglese, da Nour Polloni, che, come vi anticipavamo nello speciale introduttivo, è la Producer di Alone In The Dark e rappresentante, per l’occasione, di Eden Games, software house responsabile delle versioni Xbox 360, PlayStation 3 e PC del gioco.
Il titolo inizia con una cut-scene "confusa" ambientata in un grattacielo sito al limitare di Central Park. È qui che si svolge tutta la prima parte del gioco in cui impareremo a conoscere l’infernale nemico che solo noi possiamo combattere e sconfiggere. Purtroppo, o per fortuna, raccontarvi qualcosa di questo nuovo capitolo di Alone In The Dark è impresa resa ardua dai numerosi spoiler che ci sono stati rivelati; quindi, tenendo conto del fatto che, come vedremo, la storia costituisce il nodo centrale attorno a cui gira il gioco, ometteremo tutti i particolari sensibili, a partire dal nome del personaggio.
[img alt='Central Park non è mai stato così tenebroso' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1249/picture72275.aspx[/img]
Graficamente il titolo si presenta maestoso con effetti di luce e di post-produzione tutti rigorosamente in real-time: anche i modelli poligonali sembrano molto curati e dettagliati, soprattutto per quanto riguarda i personaggi (umani e non); naturalmente, il tutto va analizzato nel contesto di un character design che potrebbe non fare impazzire a primo impatto – vi è una ricerca non sempre fruttuosa di realismo – ma che riuscirà probabilmente nel tentativo di immergerci completamente nel titolo.
Come ci rivela la simpatica Nour, è stata proprio l’immersione l’obiettivo finale degli sviluppi e di ogni scelta stilistica. Ad esempio, il gioco non sarà costituito da capitoli ma da (otto) episodi: infatti, mutuando alcuni elementi chiave dalle serie televisive più di successo degli ultimi tempi, ogni "episodio" del gioco inizierà con un "previously" (l’antefatto) e finirà con un momento di climax che ci spingerà ad andare avanti con l’avventura. Quest’intuizione è, inoltre, affiancata dalla possibilità di saltare da un episodio all’altro senza bisogno di finire quello precedente: i giocatori meno smaliziati potranno, quindi, proseguire nella storia selezionandone i vari capitoli al solo prezzo di averli sbloccati (completando una determinata percentuale del gioco).
Tale sistema potrebbe suscitare le antipatie dei provetti giocatori, ma – nell’attesa di capire quanto effettivamente difficile sarà il titolo – potrebbe essere reso necessario dal game-play particolarmente vario con cui avremo a che fare: inseguimenti in auto, eventi real-time, sessioni platform, combattimenti e puzzle sono solo alcune delle cose che ci è stato concesso vedere durante la presentazione e scommettiamo che vi sia ancora dell’altro. Insomma: per portare a termine Alone In The Dark non basterà, probabilmente, essere bravi giocatori ma anche eclettici.
Prova sul campo
Aspettando il nostro turno per l’intervista, abbiamo avuto la fortuna di poter rivedere con calma alcune parti del gioco: tolta una corsa in auto mozzafiato e alcune sessioni di platforming mirate a salvarci da un grattacielo dalle fondamenta piuttosto instabili, siamo rimasti colpiti da un paio di particolari.
Il primo di questi è il "realismo" dello scenario (al di là del fatto che stiamo combattendo presenze demoniache): l’equipaggiamento, ad esempio, consiste in tutta una serie di piccoli oggetti che possiamo effettivamente portare addosso e che combineremo per ottenere effetti devastanti (per la serie: stoffa + bottiglia di alcool = molotov), ma se la nostra scelta dovesse ricadere su qualcosa di più grande di una pistola, dovremo accontentarci di portarlo a mano.
[img alt='Interagire con gli oggetti e lo scenario sarà fondamentale' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1249/picture56527.aspx[/img]
A rendere ancora più "vero" il realismo accennato poco sopra, contribuirà l’ottima gestione della fisica: gli oggetti presenti nello scenario si deformeranno e subiranno danni in modo estremamente veritiero e l’unico ostacolo al superamento di un problema sarà unicamente l’inventiva del giocatore. Una porta chiusa, ad esempio, potrà essere aperta sparando sulla serratura, facendola a pezzi con un’ascia, abbattendola utilizzando un oggetto pesante come ariete oppure dandovi fuoco.
L’elemento fuoco, al contempo minaccia e grande risorsa, rivestirà infatti un ruolo chiave all’interno di Alone In The Dark, divenendo spesso il migliore alleato del protagonista, sia esso utilizzato per procedere oltre un ostacolo, come fonte di luce o come arma contro le forze a lui ostili.
[img alt='Brandire una sedia incendiata, a volte, può fare la differenza...']/immagini/Giochi/category1249/picture56528.aspx[/img]
Faranno, inoltre, parte integrante del titolo alcuni minigiochi da eseguirsi usando le due levette analogiche: questi saranno mirati ad accendere una macchina senza avere le chiavi, guarirci da una ferita con uno spray o by-passare sistemi di sicurezza; sempre attraverso gli stick (solo quello destro questa volta) sarà possibile brandire l’arma bianca da noi scelta contro i nemici.
Infine, vale la pena spendere qualche parola sulle musiche e le ambientazioni in genere: superbe le prime – tanto da far prendere ad Atari la decisione di commercializzarle anche separatamente dal gioco -, molto vaste le seconde – dato che il titolo rende esplorabile tutto il newyorkese Central Park e le costruzioni al suo interno.
Commento Finale
Al di là del magnifico lavoro fatto per il marketing – dovete assolutamente prendere in considerazione l’acquisto della versione "limited" del gioco -, Alone In The Dark ha sicuramente dimostrato di essersi rivoluzionato abbastanza da rientrare di diritto negli standard odierni: facendo questo ha perso molto della sua connotazione "Horror", ma ha eseguito una puntata vincente sugli aspetti "Survival".
E si sa… per sopravvivere bisogna essere disposti a tutto.