Titolo: Battlefield: Bad Company
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: DICE
Publisher: Electronic Arts
Data di uscita: Giugno 2008
Con Battlefield: Bad Company, il famoso shooter di Electronic Arts sbarca finalmente sulle sponde della next-generation con un titolo interamente sviluppato a partire proprio da quell’hardware che in precedenza era stato solamente un puro e semplice traguardo di porting.
In questi giorni, e per una durata totale di circa un mese, Battlefield: Bad Company è oggetto di una ristretta sessione di beta testing, alla quale partecipa anche XboxWay, invitata direttamente da Microsoft.
In questo Hands On vi proponiamo le nostre impressioni dopo aver testato a fondo la parte multiplayer del titolo e, nello specifico, la modalità Gold-Rush.
[IMG alt='Bisogna difendere i forzeri con il prezioso metallo']/immagini/Giochi/category1411/picture75580.aspx[/IMG]
Gold-Rush, letteralmente "Corsa all’ Oro", è un’intrigante variazione sul tema "cerca, conquista, distruggi", tanto caro agli shooters di stampo prettamente "pcista". Non si combatte per la supremazia territoriale di una fazione, né per ideali, né per riportare la pace in aree devastate da conflitti; bensì, come il codice comportamentale dei mercenari impone, lo scopo unico è la ricchezza: ci si ammazza esclusivamente per denaro!
Praticamente il concetto di caccia all’oro nella modalità di gioco provata è realizzata facendo scontrare due schieramenti: gli "Attaccanti", che tramite qualsiasi strategia, mezzo bellico o arma devono scoprire e impossessarsi dei lingotti del prezioso metallo – difesi con i denti – e di tutti gli equipaggiamenti dalla fazione dei "Difensori".
I due scenari sui quali è stato possibile effettuare le nostre prove sono i seguenti:
- Ascension: piccolo villaggio montano teatro di scontri tra reparti di fanteria;
- Oasis: borgo che sorge sulle rigogliose sponde di un’oasi in pieno deserto dove ci si può fronteggiare a bordo di mezzi corazzati, veloci motoscafi ed elicotteri;
Questi si sono dimostrati graficamente acerbi ma ben articolati, la qualità delle textures e la complessità degli edifici non raggiunge minimamente quella a cui Call Of Duty 4 Modern Warfare ci ha abituati ma, al contrario del titolo Infinity Ward, ogni elemento presente a schermo può essere distrutto, o quasi! Ciò comporta un gameplay altamente frenetico, dove la ricerca di un riparo è sì importante, ma a causa della sua alta distruttibilità si rende necessario un continuo movimento sul campo di battaglia.
[IMG alt='Elevato il grado di distruttibilità degli elementi dello scenario di gioco' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1411/picture75570.aspx[/IMG]
A riprova di ciò, durante tutte le missioni abbiamo spesso tentato di posizionarci in una zona del livello ritenuta "sicura" per colpire a distanza con il nostro fido fucile di precisione, ma tutte le volte il nostro "nascondiglio" si è dimostrato inutile: bastano due colpi di artiglieria, una granata a frammentazione o un singolo colpo di mortaio per rendere ogni parete – o cumulo di roccia – un ammasso di polvere, trasformando di fatto il giocatore in un facile bersaglio.
Sul fronte del puro gameplay, le sensazioni che Battlefield: Bad Company ci ha regalato sono discordanti: se da un lato l’elevatissimo grado di distruttibilità degli ambienti crea ogni volta una nuova sfida nel cercare una zona meglio protetta, dall’altro distoglie il giocatore dal perseguire il fine ultimo della battaglia, costringendolo (nella maggioranza dei casi) ad adottare un approccio di gioco "alla Quake", che si traduce in un puro e semplice tuffarsi in mezzo alla mischia nella speranza di uccidere almeno un avversario, operazione alquanto ostica, visto il notevole numero di partecipanti a una singola sessione di gioco (12 giocatori per parte per un totale di 24).
[IMG alt='Molti i mezzi dei quali è possibile prendere il controllo' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1411/picture75589.aspx[/IMG]
Anche in Battlefield: Bad Company, come in ogni shooter che si rispetti, sono numerose le tipologie di "specializzazione bellica" che è possibile impersonare: si passa dal tradizionale assaltatore fino alle truppe di supporto con tanto di rifornimenti sul campo che possono essere "potenziante" grazie a premi ricevuti in battaglia oppure raggiungendo un grado militare superiore.
Purtroppo le armi si sono dimostrate poco equilibrate e andrebbero ridimensionate; infatti, un fucile mitragliatore M16 si è molte volte dimostrato inutile contro una pistola Desert Eagle, anche dalla lunga distanza!
Possiamo affermare, quindi, che le armi stesse saranno il punto dolente, la "nota stonata" di Battlefield: Bad Company a causa di una sbagliatissima, a nostro parere, decisione di Electronic Arts, ovvero quella di rendere gli equipaggiamenti più potenti a pagamento. Scelta molto opinabile, questa, che rischia di minare la fruibilità del titolo, garantendo di fatto l’accesso a specifiche feature unicamente a coloro che possono permettersi di spendere una ancora imprecisata quantità di Microsoft Points per acquistarle.
Sul fronte prettamente tecnico, i ragazzi di DICE hanno di certo lavorato alacremente, creando anche un sistema di controllo pratico e preciso nelle risposte, ma sinceramente sembra non bastare. Frequenti blocchi di sistema durante il caricamento tra un round e l’altro, un net-code molto acerbo, che non garantisce sufficiente fluidità nei tempi di risposta e che talvolta rende veramente ingiocabili intere sessioni, hanno reso il nostro testing spesso frustante, ma è anche vero che le versioni beta servono proprio a mettere in luce tutti i possibili difetti.
[IMG alt='Spettacolare la realizzazione delle esplosioni' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1411/picture75576.aspx[/IMG]
In quel di Stoccolma – sede di DICE n.d.r. – si dovrà sicuramente anche rifinire, come già evidenziato, il comparto grafico dato che anche l’occhio vuole la sua parte. Ammirabile il lavoro svolto sulla fisica degli oggetti, ma graficamente gli ambienti sono troppo scarni e poveri di dettaglio per gli standard attuali. Una stonatura resa ancor più evidente se contrapposta alla complessità di alcuni effetti particellari, al dettaglio dei poligoni dei "giocatori" ma sopratutto alla cura maniacale che è stata riposta nella realizzazione delle esplosioni; forse le più belle mai realizzate.
Concludendo, se DICE ed Electronic Arts limeranno i vari difetti presenti in questa versione da noi provata, Battlefield: Bad Company ha tutte le carte in regola per poter diventare un ottimo gioco sul fronte multiplayer. E’ un lavoro duro e lungo ma il mese di giugno – nel quale è prevista l’uscita del titolo – è ancora relativamente lontano…
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