Recensione – Conflict: Denied Ops (Xbox 360)

di • 11 marzo 2008 • RecensioneCommenti (0)1066

Titolo: Conflict: Denied Ops
Genere: FPS
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Pivotal Games
Publisher: Eidos Interactive
Data di uscita: 8 Febbraio 2008

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Conflict: Denied Ops è il primo titolo della serie Conflict a giungere sulle console di nuova generazione. Il risultato è un gioco piuttosto anonimo, privo di carisma e scarsamente coinvolgente. Rimane un pizzico di delusione, perchè con qualche accorgimento e una maggiore varietà nelle armi in dotazione, l’opera di Pivotal Games si sarebbe potuta rivelare interessante, pur senza ambire all’eccellenza. Vediamone il perchè…

Siete disposti a negare la vostra identità?

Esiste un’unità nella CIA (Central Intelligence Agency, ndr) i cui membri, altamente specializzati in tecniche di guerriglia, sabotaggio e spionaggio, eseguono operazioni paramilitari in tutto il globo. Questi soldati non possiedono nel loro equipaggiamento armi o indumenti che li possano collegare agli Stati Uniti d’America, né documenti che certifichino le loro operazioni e la loro dipendenza dalla CIA. Se catturati, sono tenuti a negare qualsiasi legame con il governo degli USA. Questi uomini ufficialmente non esistono.

Due soldati, un solo obiettivo

Conflict: Denied Ops vi farà impersonare una cellula SAD (Special Activities Division, unità speciale collegata alla CIA, ndr) composta di due uomini, tanto inconciliabili caratterialmente quanto ben assortiti militarmente. Lincoln Graves, , 47 anni, infallibile cecchino ed esperto di esplosivi, forma con Reggie Lang, specialista in armi pesanti di 28 anni, un nucleo operativo a caccia di trafficanti di armi nucleari, allo scopo di evitare l’instaurazione di una dittatura in Venezuela.

A differenza dei primi episodi della saga la visuale è ora in prima persona e i membri della squadra da controllare sono due, non più quattro.

[img alt='I due protagonisti ']/immagini/Giochi/category1759/picture74316.aspx[/img]

Sembra dunque che Pivotal Games punti decisamente su una delle modalità ultimamente più apprezzate: la campagna cooperativa. Giocando da soli si può cambiare fra i due personaggi in qualsiasi momento, impartendo allo stesso tempo al soldato controllato dalla IA alcuni ordini standard, più altri contestuali, legati a determinate situazioni. Nella modalità cooperativa (via split-screen, system link o Xbox Live) invece, ogni giocatore selezionerà un personaggio e potrà agire indipendentemente dall’altro, anche se la possibilità di curare il compagno ferito suggerisce un’azione sinergica.

La differenza tra i due modus operandi, purtroppo, mostra presto la propria intrinseca limitatezza. Per tutto il gioco, infatti, ci troveremo a utilizzare le stesse armi, seppur con qualche variante quali lanciagranate o shotgun, ma permane una sensazione di ripetitività. Probabilmente sarebbe stato più opportuno modificare, a seconda delle missioni, l’armamento in dotazione, pur mantenendo immutato il concept di base del gioco.

C: DO è immediato e in certi frangenti divertente: si può scegliere di distruggere nemici e strutture sfruttando la potenza di fuoco di Lang, o sfoltire le orde di avversari restando nascosti dietro un riparo, con la telecamera dello sniper di Graves. Il fattore frustrazione è molto basso, e tutto concorre a rendere il titolo un arcade: munizioni non esplosive infinite, check-point frequenti, IA avversaria non particolarmente ostica.

Da segnalare qualche imprecisione nel sistema di puntamento (solo in parte giustificata dagli upgrades disponibili nel corso del gioco che renderanno le armi più performanti), e qualche bug nell’IA del personaggio controllato dal computer, che potrebbe rendere necessario il riavvio del livello.

Le missioni sono selezionabili a piacimento, entro certi limiti, ma le nostre priorità operative non andranno a influire sull’evoluzione della trama.

Sul fronte multiplayer sono disponibili le classiche tipologie di gioco: Death Match a squadre e tutti contro tutti, una modalità Conquista e la modalità cooperativa, che permette di affrontare tutta la campagna o una singola missione con un altro giocatore. Il lag è limitato e non intacca la giocabilità online, nonostante il numero di utenti disponibili sia basso.

Alla scoperta della Puncture Technology

Il team di sviluppo ha utilizzato, per Conflict:Denied Ops,un motore grafico proprietario, denominato Puncture Technology, che permette un discreto livello di interazione con l’ambiente e offre diverse strutture e oggetti distruttibili. Il comparto grafico, nonostante la varietà degli scenari, si attesta tuttavia su livelli non soddisfacenti.

[img alt='I paesaggi variano ma non impressionano ' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1759/picture74320.aspx[/img]

Gli elementi non permanenti incidono positivamente sul gameplay, data la precarietà di molti ripari e la possibilità di aprire delle feritoie per colpire i nemici rimanendo al coperto. Taniche, bidoni infiammabili e veicoli, copiosamente distribuiti lungo le 10 missioni del gioco, garantiscono una massiccia dose di esplosioni, ma nonostante tutto ciò, la fisica appare dozzinale e la distruttibilità degli scenari spesso forzata.

Visivamente il gioco mostra fin dalle prime battute i propri limiti. Siamo lontani dai livelli raggiunti dalle attuali produzioni in ambito FPS su Xbox 360: texture generalmente povere, illuminazione non ben implementata, scarsa credibilità degli ambienti, data dalla necessità di giustificare elementi distruttibili laddove normalmente non ce li aspetteremmo.
I personaggi appaiono scarni, composti da pochi poligoni, e i modelli dei nemici vengono riproposti con poche varianti: corpi e detriti, in ogni caso, non scompariranno mai dagli ampi livelli di gioco.

[img alt='Le esplosioni non mancano ' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1759/picture74319.aspx[/img]

Il frame-rate si mantiene attorno ai 30 fps, con qualche rallentamento nelle fasi più concitate. Episodi di aliasing, di compenetrazione poligonale e di screen tearing non vanno comunque a intaccare la discreta fluidità del titolo.
Dal punto di vista dell’audio ci troviamo di fronte a una campionatura di effetti di scarsa qualità, e a una serie di motivi non memorabili. Le conversazioni fra i due protagonisti appaiono forzate e mai accattivanti, e le voci di alleati e avversari spesso fuori luogo.

Conclusioni

Il gioco mantiene parzialmente le promesse circa la distruttibilità degli ambienti ma risulta penalizzato dal confronto con altre produzioni, capaci di offrire, oltre al divertimento (in misura maggiore rispetto al titolo in questione) una totale immersione in un mondo maggiormente credibile.

Valutazione generale

Presentazione: 5
Menù funzionali, storia raccontata in maniera asettica.

Gameplay : 6
Immediato e divertente, pecca di monotonia. Qualche imprecisione nel sistema di puntamento e qualche bug dell’IA.

Grafica: 4.5
Siamo lontani dagli standard attuali delle migliori produzioni.

Sonoro : 5
Motivi banali ed effetti di bassa qualità; pessimo doppiaggio.

Longevità: 6.5
8 ore per completare la campagna, gli achievements sono ben implementati.

Multiplayer: 5.5
Il versus prevede i classici D.M., Team D.M. e Conquista. La co-op via Live è divertente, ma i giocatori scarseggiano.

Voto complessivo: 5.5

Conflict: Denied Ops è uno shooter arcade il cui acquisto è consigliato solo a chi cerca un titolo immediato, senza pretese, da giocare magari con qualche amico in modalità cooperativa, capace di regalare qualche ora di divertimento.

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