Titolo: Kingdom Under Fire: Circle Of Doom
Genere: Hack’n’ Slash RPG
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Blue Side
Publisher: Microsoft Game Studios
Data di uscita: 01 Febbraio 2008
Dall’intervista agli sviluppatori, pubblicata qualche tempo fa, Kingdom Under Fire: Circle Of Doom non ne era uscito propriamente "in piedi". Grazie alla prova pratica possiamo affermare che è proprio così.
Fretta? Incuria? Incapacità degli sviluppatori? Un esperimento mal riuscito?
Chi lascia la strada vecchia per quella nuova…
Con Circle Of Doom, Blue Side, sviluppatore del titolo e succursale di Phantagram che regalò agli "Xboxari" quel piccolo gioiellino di Ninety Nine Nights, rivoluziona totalmente la saga di Kingdom Under Fire abbandonando l’approccio strategico dei due precedenti capitoli per "Xbox-Old", con il quale aveva ottenuto un buon successo, a favore di una impronta prettamente "affetta e spacca" condita con una leggerissima venatura RPG. Fin qui niente di male!
Ma… perché c’è un ma; anzi ve ne sono più di uno!
Azione ripetitiva fino alla più totale noia, storia inesistente ed assolutamente slegata dal gameplay e le molte pecche realizzative fanno letteralmente scomparire quelle poche buone idee presenti.
[...] Ai primordi, per garantire l’armonia dell’ universo, Nible – Signore della Luce – ed Encablossa – Signore della Tenebre – fecero un patto: ognuno dei due avrebbe governato per un’era, al termine del primo subentrato il controllo del secondo. Tutto questo continuò per eoni ed eoni fino a quando Nible, stufo di vedere soffrire le sue amate creature durante il governo di Encablossa, decise di non rispettare più il patto. Encablossa, adiratosi, inviò dalla dimensione oscura le sue legioni per conquistare il potere perduto… [...]
Questo l’incipit alle vicende narrate nel gioco e purtroppo è anche la sola ed unica trama dato che durante i vari sbudellamenti non vi è mai l’uso di una qualche cut-scene che aiuti il giocatore a comprendere minimamente altre sfacettature.
[IMG alt='Veramente ispirati alcuni scenari' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1267/picture72711.aspx[/IMG]
Come in ogni hack’n’ slash che si rispetti non vi è penuria di personaggi nei quali immedesimarsi, ognuno con una storia identica all’altro, con cui percorrere identici dungeon e mazzuolare identici nemici; ma, tra un combattimento in stile "carta carbone" e l’altro, durante il proprio pellegrinaggio si incontreranno delle zone franche. In queste oasi di pace ci si potrà lasciar andare ad un sonno ristoratore, nel quale ci verranno assegnate delle inutili quest secondarie, le quali comportano la ripetizione fino a mortal noia di alcuni livelli per uccidere un certo numero di specifici avversari generati in quantità casuale, oppure fare affari con uno degli idoli (dio della morte, dea della bellezza, dio dell’avarizia) che presiede quel determinato ambiente.
Durante il nostro incedere in questi labirinti, alcuni di essi graficamente suggestivi ed evocativi (ma lineari come un binario ferroviario), avremo a che fare con orde di feroci mostri ed aberrazioni, le cui sembianze anche se non eccelse sono per lo meno ispirate e curate: certo, la IA è veramente ridicola! Nella maggioranza degli scontri i nemici si schiereranno inermi pronti ad essere maciullanti ad eccezione di rarissime volte (durante la prova ne sono capitate un paio) in cui grazie ad un inspiegabile guizzo intellettivo tenteranno di aggirare il combattente riuscendo anche a colpirlo… sicuramente si è trattato di un bug.
Inoltre, anche una telecamera (negli hack’n’ slash è di fondamentale importanza per orientarsi durante gli scontri) totalmente fuori controllo e dotata di stupidità propria non aiuta di certo ad alzare le quotazioni di KUF: Circle Of Doom; infatti, essa riuscirà solamente a regalarci inquadrature da distanze siderali oppure ci delizierà con un bel primo piano del primo ostacolo presente nelle vicinanze, che dire… veramente utile!
[IMG alt='Buono anche il design degli avversari' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1267/picture72707.aspx[/IMG]
Un vero peccato!
Nonostante gli evidenti difetti realizzativi, KUF: Circe Of Doom non è completamente da buttar via dato che vi si possono trovare delle buone idee. Sebbene sempre malamente realizzate, restano comunque di grande interesse: stiamo parlando, ad esempio, dell’affiancare la tradizionale "barra di energia" con un secondo indicatore deputato a tener conto della "forza", il che implica il dover gestire le energie del nostro eroe, pena restare praticamente alla mercè delle mostruosità senza colpo ferire. Nella pratica, il tutto si traduce nell’impossibilità di buttarsi nella mischia con l’intenzione di premere all’infinito il pulsate deputato a sferrare i veri attacchi.
L’idea di per sé non è malvagia, peccato che ad arma più potente corrisponda un sacrificio di forza maggiore che costringe il giocatore a preferire sempre armi meno potenti ma che garantiscono la possibilità di mettere a segno un maggior numero di colpi.
Comunque, la novità più interessante è l’introduzione del concetto di "fortuna". E’ proprio grazie alla Fortuna acquisita che si otterranno migliori potenziamenti, da conquistare sconfiggendo i vari avversari oppure mescolando, fondendo o inventando nelle oasi degli idoli. Peccato che nella pratica sia totalmente inutile ed ininfluente.
[IMG alt='Imponenti alcuni boss di fine livello' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1267/picture72698.aspx[/IMG]
Nemmeno dal punto di vista tecnico è possibile essere clementi con gli sviluppatori di Blue Side: inspiegabili ed improvvisi cali di frame-rate, anche con nessun nemico a video, effetto pop-in in qualsiasi momento assieme a una fastiodiosissima errata collisione dei poligoni, che talvolta incastra letteralmente il personaggio in un angolo senza possibilità alcuna di uscirne se non tramite il solo riavvio della console. E questi sono solo i difetti maggiori che abbiamo riscontrato durante le molte ore di gioco.
Commento finale
Amaro in bocca! Invece di regalare emozioni, siano esse gradevoli o spiacevoli, KUF: Circle Of Doom riesce solamente a lasciare l’impressione che manchi qualcosa, che il prodotto che si ha tra le mani sia incompleto. Il titolo potenzialmente poteva piazzarsi nell’anti-inferno dantesco degli ignavi, ma grazie a grossolane lacune di storyboard farcite di pecche ed incuria realizzative, KUF: Circle Of Doom è destinato impietosamente a cadere presto nel limbo di uno scaffale tra i giochi inutilizzati.
Valutazione generale
Presentazione: 3
Menù scarni, asettici; uno scrolling di testo deputato a filmato introduttivo. Localizzazione in italiano che fa letteralmente accapponare la pelle; un esempio? Immaginate un possente e monumentale Golem dall’altisonante nome di "Gigante di carne bruciacchiata". Ed è solo la punta dell’iceberg…
Gameplay: 4
Il solito gameplay da hack’n’ slash con un pizzico di strategia: ottimo più come intuizione che ai puri fini pratici.
Grafica: 6
Nel grande marasma della ripetività si distinguono alcune perle: ispirati e talvolta ben realizzati i modelli poligonali di alcuni "mostri", suggestive ed evocative alcune locazioni.
Sonoro: 3
La colonna sonora è composta da ben 2 tracce: una per il menù introduttivo, l’altra per l’intero gioco. Dialoghi praticamente inesistenti.
Longevità: 5
Azione ripetitiva fino alla noia: non saranno poche le occasioni in cui si avrà il desiderio incontrollato di alzarsi dalla propria poltrona e cambiare gioco. Il punteggio gamerscore è l’esca per andare avanti.
Fattore Multiplayer: 6
La presenza di una modalità cooperativa tramite Xbox LIVE non fa schizzare in alto l’indice del divertimento, ma come saggezza popolare insegna: mal comune mezzo gaudio.
Voto Complessivo: 5
Un vero peccato che tante buone idee siano state realizzate in modo così grossolano e farcite di errori inspiegabili. Con un pizzico di attenzione in più Kingdom Under Fire: Circle Of Doom, pur non avendo la possibilità di divenire un capolavoro, avrebbe garantito qualche ora di sano divertimento.
Blue Side, hai veramente toppato! Fretta? Golosità nello sfruttare un brand di successo della passata generazione videoludica? Incuria realizzativa? Incapacità nello sfruttare le nuove tecnologie? Solo il futuro potrà darci una risposta. Consigliato esclusivamente agli amanti del genere disposti a soprassedere agli evidenti difetti.
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