Anteprima – Condemned 2: Bloodshot (Xbox 360)

di • 18 dicembre 2007 • AnteprimaCommenti (0)454

Titolo: Condemned 2: Bloodshot
Genere: Horror
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Monolith
Publisher: Sega
Data di uscita: Q1 2008

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Angoscia.
Non c’è nulla che possa descrivere meglio di queste semplici otto lettere l’emozione dominante di Condemned. Nato figlio di un dio minore, questo titolo a caratteri minuscoli della line-up di lancio della 360, ha finito con lo sbaragliare certa accreditata concorrenza divenendo, più che un campione di incassi, un cult.

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Il perché di tutto questo non ve lo voglio neanche spiegare. Se non lo avete giocato, DOVETE farlo. L’unico motivo valido di esenzione all’obbligo è una conclamata fifa e\o debolezza di cuore; nel qual caso smettere pure di leggere questa anteprima, è tempo sprecato. Perché qui si parlerà di un luogo in cui non c’è spazio per la gaiezza, non v’è colore oltre il nero delle tenebre che vi circondano, né pace per la vostra torturata anima. Se il ricordo di quella casa maledetta ancora vi bracca, allora sapete, come me, che c’è solo un posto in cui potremo, come Ethan Hawke, scacciare i nostri demoni. Questo posto si chiama Condemned 2: Bloodshot.

È passato un anno dalla nostra visita al domicilio del serial killer. Le cose non vanno bene per l’ex investigatore Hawke, il trauma lo ha ridotto ad un barbone alcolizzato. Viene quasi da chiedersi perché lo reintegrino nei ranghi, quando il suo ex partner scompare. Si vede che alla SCU sono a corto di personale. Ma questa forzatura non inficia la potenza di ciò che ci aspetta. Il nuovo mondo di Ethan non è diverso dal precedente, una graduale discesa agli inferi, come se ne fossimo mai usciti. Ma alla Monolith non hanno pensato solo a cavalcare l’onda del successo, hanno capito che Condemned è più di una gallina dalle uova d’oro: è un mondo che merita rispetto e cura. Ed è in quest’ottica che si sono mossi, migliorando ed arricchendo là dove il primo titolo era meno dotato, imperfetto.

Perché indubbiamente il nostro capostipite non era lo stato dell’arte, tecnicamente, e come profondità d’azione. Ma quella atmosfera era così inebriante da non far notare altro. Questo sequel è quindi l’occasione di un approfondimento, senza snaturare ciò che di buono c’era. Acclarato che tra gli elementi dispensatori di emozioni vi era l’elementare sistema di combattimento all’arma bianca, utilizzando un po’ tutto quello che vi capitava, alla Monolith hanno deciso che tale sistema era solo da migliorare. Ed hanno provveduto aggiungendo un sistema di combo, applicato tramite l’utilizzo dei due grilletti, che ora fungono da vostre braccia. Così facendo potrete colpire a ripetizione gli avversari, con calci e pugni, ma anche con prese e lanci di diversa potenza; potrete inoltre utilizzare a turno le armi rudimentali che avrete in ciascuna mano, creando combinazioni alquanto stimolanti: mai pensato di dar fuoco ai barboni con una bottiglia di alcool ed il vostro fedele taser? Alla Monolith lo hanno fatto. Ringraziando il cielo sono stato altrettanto intelligenti da capire che uno dei pregi del primo capitolo era la rarità delle armi da fuoco, la preziosità delle munizioni; elemento questo che rendeva certi momenti di lotta contro avversari meglio armati o corazzati, davvero irripetibili, per non parlare della gioia quando si riusciva a sottrarre un’arma carica al nemico battuto! Ebbene tutto questo non cambierà, scordatevi facili passeggiate con un efficace Uzi sottobraccio. Scordate di avventurarvi tra proiettili correndo forsennati, non sarebbe salutare.

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Un altro elemento vincente della miscela del primo Condemned era il comparto sonoro: certi lamenti, fruscii nell’oscurità erano molto peggio di una badilata nelle gengive. Anche qui alla Monolith non si sono risparmiati, amplificando l’efficacia disturbante del sound, prevalentemente con l’utilizzo (tipico dei film horror) di strumenti a corda come il violino, che produce suoni acuti, penetranti, che alimentano la tensione. Inutile dire che Condemned va giocato di notte, al buio, con un bell’impianto surround se potete. Non ve ne pentirete.

Una delle novità di questo nuovo capitolo di Condemned sarà la modalità Fight Club, creata apposta per far allenare l’utente in vista dei combattimenti del gioco, e poi sviluppatasi autonomamente in una sezione ad hoc per il Live, in cui accanirsi contro barboni e ladri, con tanto di leaderboars dedicati. Proprio questa violenza gratuita che pare aver invaso il titolo, è fonte di alcune preoccupazioni per noi e per gli sviluppatori. L’onda censoria che si sta abbattendo su molti titoli in diverse nazioni (Manhunt 2 docet) potrebbe costringere la Monolith a dei tagli prima della presentazione alle varie commissioni. O magari dopo, sempre male sarebbe. Di sicuro scenette poco edificanti come l’utilizzo di una tazza dei servizi igienici come raccoglitore di frammenti di cranio, non passeranno inosservate.

Uno dei reparti del primo capitolo che sembrava troppo meccanico, privo di possibilità di vera interazione per il giocatore era la parte forense. Il nostro Ethan Hawke si limitava ad osservare le scene dei delitti e suggerire troppo amabilmente come e dove indagare; ebbene non sarà più così. In Condemned 2 le opzioni per le nostre ricerche in stile CSI sono molto più vaste, e comporteranno l’utilizzo di capacità deduttive e di osservazione della scena del crimine aldilà delle quattro opzioni in croce. Alla Monolith hanno però deciso di non costringere gli amanti della violenza facile a scervellarsi troppo, facendo sì che queste fasi più cerebrali siano evitabili. Va da sé che chi non sforza le cellule grigie non sarà ricompensato da punti bonus che consentiranno upgrade del personaggio e, chissà, magari qualche obiettivo. Comunque la riteniamo una decisione saggia, per venire incontro alle fasce di giocatori più inclini all’azione.

Un’ulteriore novità è data dalla presenza di personaggi secondari. Se nel corso del primo capitolo eravate soli o quasi, in questo episodio la vostra avventura vi porterà a confrontarvi con altri individui, che potranno entrare a far parte dell’intera vicenda. Non necessariamente saranno nemici. Inoltre è stata introdotta una forma di interazione con i personaggi che incontrate: talvolta essi stimoleranno una vostra reazione, una risposta. Starà a voi scegliere se fornirgliela sotto forma di calci e pugni, oppure più civilmente; al momento non ci è dato però sapere se e come questo influirà sullo sviluppo della trama.

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Un altro elemento tipico del primo capitolo erano le televisioni nascoste, che contribuivano a sbloccare obiettivi. Alla Monolith hanno pensato bene di continuare la tradizione, piazzandone molte in giro per gli ambienti. Potrete perfino sintonizzarle per vedere cosa trasmettono; ma non è consigliabile attardarsi a seguire i cartoni animati, certi individui con il sangue agli occhi potrebbero voler cambiare canale usando la vostra testa. Nessuna notizia invece sugli uccelli, altro leit-motiv del primo Condemned.

Le note dolenti sul gioco arrivano solo dalla lunga attesa che ci separa dalla sua uscita: un non meglio precisato periodo del 2008, preferibilmente il primo quadrimestre. Ma è sempre troppo tardi. Chi avrebbe mai creduto possibile che qualcuno bramasse, impaziente, di tornare all’inferno? Certi videogiochi possono fare questo, ed altro. Condemned è uno di questi.

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