Recensione – Project Sylpheed (Xbox 360)

di • 26 settembre 2007 • RecensioneCommenti (0)918

Titolo: Project Sylpheed
Genere: Sparatutto Spaziale
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Game Arts
Publisher: Square Enix / Microsoft
Data di uscita: 29/06/2007

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Square Enix, brand legato indissolubilmente alla saga di Final Fantasy, approda nuovamente sulla console di casa Microsoft con Project Sylpheed, uno sparatutto spaziale che non fa nulla per innalzare la qualità dei titoli di questa estate.

Ci troviamo nel 2632, la razza umana negli ultimi cinquecento anni ha saputo tagliare il cordone ombelicale che la legava al sistema solare, riuscendo così nell’ambizioso obiettivo di colonizzare altri mondi: sono ben undici ormai i sistemi stellari che l’uomo è riuscito a terraformare.
Inevitabilmente, come ci insegnano capolavori di animazione come Gundam, le colonie più lontane non possono che mal tollerare il governo centrale della Terra e coalizzarsi quindi tra loro per dar vita a una rivolta.

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Proprio sullo sfondo di questo scenario bellico si intrecciano le storie di Katana Faraway ed Ellen Bernstein, giovani cadetti della TCAF (Terra Central Armed Forces) con quella di Margras Mason, pilota eccezionale della coalizione ribelle ADAN e amico di vecchia data di Katana, passato alle forze avversarie in seguito a un incidente occorso al suo pianeta natale, la cui colpa pare sia attribuibile al governo terrestre.

E proprio la trama, sebbene non particolarmente originale e un po’ stereotipata, unitamente agli oltre 50 minuti di filmati in computer grafica è il punto di forza del prodotto.
Chi si è appassionato alle vicende della Base Bianca in Gundam e ha sempre desiderato volare al fianco di Hikaru Ichijo in Macross, non potrà che apprezzare infatti lo spirito del gioco, contraddistinto com’è dalle atmosfere, le vicende, i personaggi e i colpi di scena tipici degli anime più amati dal pubblico.

La curiosità di vedere come si dipanerà la storia e di ammirare i filmati in CG di buona qualità, sarà infatti la molla che spingerà il giocatore a proseguire il gioco nonostante le numerose pecche di cui è afflitto.

Project Sylpheed, infatti, propone un gameplay che non brilla certo per bontà e fascino.
La struttura delle missioni è sostanzialmente sempre la stessa e consiste nell’abbattere i numerosi caccia nemici presenti a schermo, con la variante di qualche nave da battaglia saltuariamente, fino al momento in cui la missione verrà aggiornata e verrà dato un nuovo obiettivo: abbattere i numerosi caccia nemici che sono sopraggiunti nel campo di battaglia.
Anche i briefing di apertura delle missioni sono piuttosto approssimativi, poiché non indicano quali sono gli obiettivi secondari (utili per sbloccare Achievements, fare più punti e sbloccare nuovo equipaggiamento) con la conseguenza di un mancato conseguimento degli stessi, se non grazie a colpi di fortuna.

Durante i briefing, inoltre, non verrà dichiarato se la missione sarà o meno a tempo, rendendo estremamente frustrante scoprirlo in game, quando, dopo un po’ di tempo passato a massacrare nemici con una certa comodità, dalla nave madre vi comunicheranno che avrete solo tre minuti a disposizione per portare il tutto a termine.

Sebbene i comandi di gioco siano piuttosto semplici da assimilare e utilizzare (grazie anche al completo tutorial), e la presenza di alcune manovre speciali siano una nota di piacevole freschezza alla giocabilità, il caos che impera a schermo, tra un HUD invasivo, l’eccessivo turbinio di colori e i comunicati radio tra le navi impegnate nello scontro, rende il tutto molto ostico da digerire.

Una IA avversaria estremamente elementare che non abbozza alcun tipo di strategia di attacco sferra il colpo di grazia ad un gameplay già approssimativo.
Peccato anche per la totale assenza di un comparto multiplayer che avrebbe potuto aggiungere un pizzico di godibilità in più al prodotto. Una modalità campagna cooperativa, in cui impostare strategie di attacco, e un dogfight (duello aereo – ndr.) ben impostato, avrebbero potuto essere molto piacevoli da provare.

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Se la giocabilità è un po’ deludente, il lato tecnico non è da meno.
Graficamente, infatti, Project Sylpheed a prima vista può sembrare ben realizzato, ma ponendo maggiore attenzione ci si accorgerà di numerose imperfezioni.
Escludendo i filmati in computer grafica che, come abbiamo già accennato, sono più che meritevoli di plauso, il gioco è affetto da fastidiosi cali di frame rate durante le azioni più concitate, e sebbene le navi abbiano un design accattivante, sono prive di riflessi di luce degni di questo nome.

Anche le location in cui si svolgeranno le missioni lasciano un po’ a desiderare, asteroidi e pianeti, infatti, danno troppa mostra dei poligoni da cui sono composti, risultando molto spesso troppo "spigolosi".
Per quanto riguarda esplosioni ed effetti speciali, anche in questo caso non avremo nulla di particolarmente entusiasmante: le navi distrutte, poi, diventano improvvisamente incorporee e sarà possibile passar loro attraverso senza risentire di alcuna collisione.

Le scie colorate, lasciate dai motori sono molto belle e coreografiche, ma eccessivamente lunghe e se da lontano danno bella mostra di sé, una volta che il combattimento si fa serrato, saranno semplicemente un ulteriore elemento di disturbo che aumenterà il già eccessivo caos presente a schermo.

Il comparto sonoro, infine, risulta essere senza infamia e senza lode.
Sebbene il parlato (in inglese sottotitolato in italiano) sia molto ben curato, le musiche risultano essere piuttosto ripetitive e poco ispirate, e non riescono a restituire alcun clima epico. Effetti sonori ed esplosioni risultano nella norma, ma non eccellono per alcunché.

Project Sylpheed, dunque, risulta essere un titolo sviluppato approssimativamente e fa delle cut scene l’unico vero punto di forza. Se la bella trama fosse stata supportata da un degno gameplay e da un comparto tecnico adeguato, avrebbe potuto ambire a qualcosa di più di una risicata sufficienza.
Lontano anni luce dalla bellezza di prodotti quali X-Wing, TIE Fighter e Wing Commander, cui palesemente si ispira, è però purtroppo al momento l’unico shooter spaziale presente su Xbox 360 e quindi scelta obbligata per i malati del genere.

La Pagella

Presentazione: 7
Scene introduttive, menù, cut scene e trama del gioco si attestano su livelli più che discreti, completa il tutto un libretto a colori piuttosto esaustivo.

Gameplay: 6
La giocabilità è appena sufficiente. Se da un lato pilotare i caccia spaziali risulta piuttosto intuitivo, dall’altro il caos generato dalle situazioni di gioco rende il tutto a volte frustrante.

Grafica: 6.5
Il titolo offre al giocatore una grafica più che sufficiente, di buon livello le cut scene in CG.

Sonoro: 6
Il comparto sonoro non mostra nulla degno di nota, eccettuato un discreto parlato in lingua inglese.

Longevità: 6
Il gioco, di per sé non troppo complesso, ha comunque una curva di difficoltà che si innalza col susseguirsi delle missioni ed è dunque sufficientemente longevo, sempre che avrete la pazienza di portarlo a termine, superando una certa noia nell’affrontare missioni molto simili tra loro..

Multiplayer Factor: S.V.
Non è presente alcun comparto multiplayer.

Voto complessivo: 6

Project Sylpheed risulta nel complesso sufficiente, nonostante le numerose mancanze di cui è afflitto. Peccato sia l’unico prodotto del suo genere uscito finora per Xbox 360, rendendolo un acquisto obbligato ai fan estremi dei combattimenti tra le stelle. Cara LucasArts, a quando un X-Wing VS TIE Fighter sulle nostre console next gen?

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