Recensione – Blue Dragon (Xbox 360)

di • 26 settembre 2007 • RecensioneCommenti (0)1883

Titolo: Blue Dragon
Genere: j-RPG
Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: MistWalker
Publisher: Microsoft Game Studios
Data di rilascio: 29 Agosto 2007

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Blue Dragon costituisce al momento l’unico vero successo di Xbox 360 nella Terra del Sol Levante: il titolo MistWalker ha, infatti, venduto centinaia di migliaia di copie ed è riuscito nella non facile impresa di far apparire la scritta SOLD-OUT sulla console di casa Microsoft.

Dovrebbe essere, quindi, in linea di principio facile giudicare un gioco capace di tali cifre in un mercato così ostile, ma va considerato un fattore non meno importante: in Giappone il titolo arrivò nel Dicembre del 2006, mentre gli altri mercati (nella fattispecie quello europeo) lo hanno avuto disponibile solo dopo quasi 10 mesi.

E, come si suol dire, ne è passata di acqua sotto i ponti…

La scommessa Mistwalker

Nel 2005, Microsoft sapeva che la sua console di nuova generazione non avrebbe fatto meno fatica di Xbox nel mercato giapponese e, per cercare di cambiarne l’inevitabile destino, decise di agire su due fronti: quello del prezzo e… MistWalker.

[img alt='Il tratto di Toriyama è inconfondibile' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1227/picture20627.aspx[/img]

Lo studio fu fondato da Hironobu Sakaguchi – meglio noto come il "papà" di Final Fantasy – ed ebbe come incarico iniziale lo sviluppo di tre grandiosi giochi di ruolo esclusivi per Xbox 360: Blue Dragon è semplicemente il primo di questi ed il suo scopo principale era quello di far vedere al mondo ciò di cui era capace la software house nonostante il pochissimo tempo di sviluppo a disposizione.

Non aspettatevi, quindi, rivoluzioni o re-definizioni di un genere: Blue Dragon è stato pensato come il più classico degli j-RPG con tutti i suoi pregi e – come vedremo – difetti.

Chi di ombra ferisce, di ombra perisce

Il gioco inizia con l’apparire all’orizzonte di nubi viola e con le immagini degli abitanti di un vicino villaggio che scappano impauriti perché sanno che da lì a poco apparirà quello che è universalmente conosciuto come lo squalo della terra. Tre ragazzini avranno il coraggio di sfidare la sorte ed affrontare il mostro mitologico che si pone loro davanti: sempre loro tre – assieme a qualche amico incontrato per strada – avranno il compito di salvare i propri cari ed il mondo intero dalla minaccia di Nene.

Come si può notare dalla fugace descrizione dell’incipit, Blue Dragon è un titolo sincero che nei primi 30 minuti di gioco si mostra completamente al giocatore. I protagonisti sono dei ragazzini che – come nella miglior tradizione "Goonies" – si troveranno ad affrontare ostacoli molto più grandi di loro, il comparto grafico è ottimo ed il game-play è basato essenzialmente su due momenti: l’esplorazione ed il combattimento.

Il primo, in realtà, non offre molti spunti perché spesso interrotto dal secondo che, tuttavia, non è basato su combattimenti casuali, ma ci permette di evitare i nemici presenti a schermo o di ingaggiarli volontariamente. Si può, comunque, trovare una terza ed ultima componente del game-play di Blue Dragon: i numerosissimi filmati d’intermezzo che, pur nella loro bellezza, tendono a spezzare un po’ troppo il ritmo del gioco.

Dal punto di vista grafico, invece, il lavoro svolto da MistWalker è stato ineccepibile: il tratto di Akira Toriyama (autore di Dragon Ball) è riconoscibilissimo ovunque nell’ambientazione ed in particolar modo nei protagonisti. Al di là della facile critica nei confronti di un game-design che non si scosta dai già-troppe-volte-visti canoni del celebre disegnatore, va dato merito agli sviluppatori di aver in poco tempo creato un gioco graficamente pulito, brillante e pieno di vita, tanto che non vi stancherete facilmente di incontrare l’ultima diavoleria tecnologica del malefico Nene o l’ennesimo nemico da abbattere per andare avanti.

Di conseguenza, si può dire che se vi sono difetti nel gioco, questi non sono da ricercare nella grafica ma altrove ed in particolar modo nel game-play.

Un gioco con delle ombre

Come dicevamo, l’esplorazione è una componente importantissima del titolo e ci troveremo spesso a vagare per l’incantato mondo, anche ripercorrendo i nostri passi aiutati dalla sola presenza di una trentina di tele-trasporti. Inizialmente gradevoli, questi momenti inizieranno a pesare dopo qualche ora di gioco dato che i patiti dei tesori dovranno letteralmente prendere a calci (tasto A del joypad) ogni sasso, ogni albero e contenitore in modo da ottenere punti esperienza, soldi e – in rare occasioni – qualche importante oggetto da usare.

[img alt='I combattimenti sono a turni, come nel più classico dei j-RPG' align='center' width='400']/immagini/Giochi/category1227/picture36066.aspx[/img]

A questo si aggiunge un piccolo passo indietro fatto dagli sviluppatori rispetto alla decisione di rendere i nemici visibili: ogni volta che torneremo nella stessa area, nuove creature l’abiteranno e, sebbene il titolo non ci imponga i combattimenti, saremo sempre tentati dal guadagnare qualche punto esperienza in più, importante sia per gli Achievements sia per rafforzare il gruppo in previsione di nuove e più difficili sfide.

Chi di voi, infatti, si è lamentato nel passato di The Elder Scrolls IV: Oblivion e dell’auto-livellamento dei nemici, avrà pane per i suoi denti in Blue Dragon. Sin da subito si potranno affrontare creature molto più forti di noi e gli esiti non ci saranno, naturalmente, favorevoli: bisognerà, quindi, imparare presto a riconoscere una "preda" fattibile ed una al di là della nostra portata, pena il dover re-iniziare il gioco dall’ultimo salvataggio.

Soffermandoci un attimo sui combattimenti, va detto che – come tradizione impone – sono rigorosamente a turni e non aggiungono grandi novità al genere, sebbene possa sembrare il contrario ad un’occhiata più superficiale: ogni personaggio avrà dalla sua parte un’ombra combattente ed entrambi guadagneranno punti esperienza al termine di ogni combattimento. Inoltre, le ombre diverranno ben presto multi-classe e permetteranno a tutti i personaggi di lanciare attacchi normali o di usare la magia sia offensiva sia difensiva.

Comunque, al di là del complesso meccanismo dietro questa doppia personalità dei protagonisti, le battaglie vere e proprie non hanno molto da dire: all’inizio di ogni turno potremo caricare i nostri attacchi che saranno eseguiti seguendo uno scrupoloso ordine di priorità dato da una barra a schermo che dovremo tener d’occhio durante gli attacchi magici. Infatti, in quei casi il gioco ci richiederà – tramite un mini-gioco basato sui riflessi – di scegliere tra potenza e velocità della magia. Simpatica, ma non molto utile a fini pratici, l’idea di poter ingaggiare più di un nemico alla volta: in alcuni casi questi combatteranno tra di loro facilitandoci il compito, in altri li dovremo affrontare uno dopo l’altro con un bonus (più danni, più difesa, ecc.) a scelta.

In ogni caso, la vera nota dolente del titolo è, purtroppo, il comparto audio che contrappone all’ottima – ma troppo ripetitiva – colonna sonora di Nobuo Uematsu un doppiaggio che sinceramente ci ha lasciato l’amaro in bocca: pochissime voci si adattano al contesto ed i momenti di pathos non sono interpretati degnamente nella versione italiana del gioco. A questo dobbiamo aggiungere l’impossibilità di goderci il titolo in lingua originale a causa di una strategia che lo stesso Andrea Giolito (Product Manager Xbox, Microsoft Italia) ci ha spiegato durante la sua intervista riguardo a Mass Effect.

Conclusioni

Blue Dragon è un titolo che aspettavamo da tanto tempo ma che ci troviamo a giocare subito dopo Bioshok ed alla vigilia di capolavori annunciati come Halo 3 e Mass Effect. Al di là, quindi, di un game-play con qualche lacuna ed una grafica eccellente ma che sa di "già visto" (almeno nei cartoni animati), il solo vero difetto di questo primo titolo MistWalker sta nella intempestività del suo rilascio.

La Pagella

Presentazione: 7.5
Gli ottimi filmati, anche se un po’ troppo frequenti, ed un inizio del gioco da applausi sono le ragioni del voto. Peccato per la mancanza di un’edizione limitata.

Gameplay: 7
Esplora, combatti, combatti, esplora, filmato. Questa la sequenza tipo che troverete nel gioco e nessuno di questi aspetti è così innovativo da far eccellere il titolo.

Grafica: 8
Il comparto grafico è l’arma migliore di Blue Dragon: eccellente in ogni suo aspetto, risente solo un po’ del tratto leggermente ripetitivo di Akira Toriyama.

Comparto Sonoro: 7
Nobuo Uematsu è una garanzia per quanto riguarda la colonna sonora, ma il doppiaggio italiano pesa troppo sull’esperienza rovinandola in parte.

Longevità: 8
40-50 ore di gioco sono pressoché assicurate e se volete arrivare a 1000 punti con gli Achievements dovrete dedicare qualche decina di ore aggiuntive.

Fattore Multiplayer: N/A

Voto Complessivo: 7.7

Blue Dragon è un ottimo gioco e si guadagna facilmente lo scettro di miglior j-RPG disponibile al momento per Xbox 360. Se fosse stato rilasciato in contemporanea mondiale un anno fa il voto sarebbe stato ben più alto.

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